Zaniolo dimentica la Serie A: "La Premier League è più adatta a me"

28.09.2023 17:10 di  Alessandra Stefanelli   vedi letture
Zaniolo dimentica la Serie A: "La Premier League è più adatta a me"
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"È stata un'estate che non mi aspettavo, al Galatasaray mi avevano detto che ero parte del progetto, che avrei giocato la Champions League. Ma poi mi ha chiamato Monchi e mi ha detto che ci sarebbe stata questa possibilità. L’ho presa al volo perché era un’opportunità troppo grossa per me giocare in Premier League. Appena mi ha chiamato sia io che il Galatasaray abbiamo capito che era un’opportunità troppo grande e sono venuto qua". A parlare, da neo giocatore dell'Aston Vila, è Nicolò Zaniolo che ai microfoni di Sky Sport torna sull'ultimo mercato che l'ha portato in Premier.

L'esperienza al Galatasaray ti ha cambiato un po'?
"Sì. Perché sarà anche un detto ma quando sei sempre in Italia, vicino a casa, con le persone care non ti stacchi mai dalla famiglia. E’ stata una sfida, una prova di forza. Sono andato in Turchia, in un’altra cultura, un altro continente, un’altra vita completamente. Sono cresciuto dal punto di vista umano e calcistico".

Il primo impatto con il mondo Aston Villa come è stato? La prima cosa che hai pensato?
"Diciamo che qua le strutture sono un po' più avanti rispetto a quelle italiane, il calcio è molto differente. In Italia più tattica e attesa e studio, qui calcio più propositivo. Per le mie caratteristiche credo sia meglio questo calcio rispetto a quello italiano. Appena arrivato ho capito subito l’importanza e la storia di un club come l'Aston Villa e mi sono messo al lavoro".

Il primo impatto col tecnico Emery?
"Monchi mi aveva parlato della volontà di Emery di avermi qui. Lui è uno dei migliori allenatori che ci sono in circolazione, abbiamo parlato di cose di gruppo, di cose di campo. Mi ha fatto subito un’ottima impressione perché oltre a essere un ottimo allenatore penso che sia una grande persona, diretta, che sa quello che vuole e sono felice di lavorare con lui".

Ha qualcosa di simile rispetto agli allenatori che hai avuto in passato o è diverso?
"Tutti gli allenatori che ho avuto in passato mi hanno dato cose differenti ma che mi servono ancora oggi. Ho lavorato con Di Francesco, Ranieri, Mancini ora Spalletti, Mourinho, Emery. Sono tutti allenatori di alto livello, c’è chi vuole una cosa e chi un’altra. La cosa importante è metterle tutte insieme".

Chi ti ha dato di più?
"Sono stati tutti importantissimi per me, Di Francesco mi ha fatto esordire in Champions League, Mancini mi ha chiamato in nazionale prima dell’esordio in Serie A, Mourinho mi ha fatto vincere il primo trofeo della carriera. E’ stato anche se per poco tempo una grandissima persona, un grandissimo motivatore. Tutti sono stati importantissimi e li ringrazierò per sempre".