Roma, l'ex ds Leo: "Huijsen? Abbiamo lavorato per la Juventus"

08.05.2025 16:15 di  Andrea Losapio   vedi letture
Roma, l'ex ds Leo: "Huijsen? Abbiamo lavorato per la Juventus"
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Mauro Leo nella sua carriera ha lavorato anche alla Juventus, poi all'Inter con Antonio Conte e infine alla Roma di José Mourinho. Nella sua lunga intervista rilasciata a TMW ha affrontato anche il tema bianconero. La Juve probabilmente deve trovare stabilità manageriale, a differenza dell’Inter. Ha modificato molto spendendo tanto, il segreto è anche avere tempo. Nelle big non si ha, quindi cambiare in continuazione non aiuta. Si è cercato di rincorrere l’allenamento del momento, Thiago Motta, che però non si poteva sapere se era adatto o meno in una realtà come la Juventus. Era alla prima esperienza importante, lì l’unico metro di misura è il risultato. Ora si parla di ulteriori cambi, speriamo che la Juve torni a essere quel club che traina il calcio italiano a livello internazionale”.

Su Marotta.
“Il miglior dirigente italiano, perché è bravo a valorizzare i talenti interni. Lo ha fatto alla Juventus, lo sta facendo all’Inter. Ha trovato un gruppo di lavoro di altissimo profilo e lui lo esalta. Non è il padre padrone, ti lascia libertà, ognuno ha i propri compiti. Da lui si impara la grande arte della diplomazia. Riesce a limitare i conflitti e sublimare il talento, credo che sia il massimo che un proprietario di club possa sperare di avere dal proprio management”.

Su Paratici.
“Da lui ho appreso la visione tecnica dello scouting. E poi parlava a tutti nello stesso modo, dal giocatore della prima squadra a quello dell’under 15 con la stessa energia. È una macchina da guerra nella ricerca del talento, voleva trovare i giocatori prima degli altri: sia quelli a parametro zero che i ragazzini. Voleva essere aggiornato su tutto, noi non avevamo il budget dei club inglesi o tedeschi, ma eravamo a quel livello grazie allo scouting”.

Su Dragusin.
“Ci sono diverse operazioni nate dalla mia attività, ma dico Dragusin. Ho dovuto lottare per portarlo a Vinovo, per farlo venire una settimana in prova, prendendomi delle responsabilità. Non c’erano le condizioni ideali perché la Juventus fosse tranquilla, c’era confusione nella gestione del ragazzo, arrivava da una piccola academy ed era un’operazione economicamente molto vantaggiosa”.

Su Huijsen.

“Era un nome venuto fuori da Mourinho che, dal punto di vista strategico, non condividevo. Potevamo prenderlo solo in prestito, quindi stavamo lavorando per la Juventus e sarebbe tornato lì a fine stagione. Ha grande talento, si vedevano le qualità, il profilo è di assoluto valore. Ma forse dovrebbe fare un’altra stagione in un club di medio livello, se arrivi a 20 anni al Madrid poi devi vincere e hai enormi pressioni. Potrebbe non completare la sua formazione”.