Trotta: "Infortunio Bremer pesante, senza di lui difesa Juve balla parecchio"

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto, in esclusiva radiofonica nazionale, Ivano Trotta, allenatore ed ex centrocampista, tra le tante, di Napoli e Juventus. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Mister, ennesimo infortunio di Bremer: cosa può accadere alla squadra di Igor Tudor?
“È sicuramente un infortunio pesante, in senso negativo, per la Juventus. Bremer è troppo importante: senza di lui la difesa della Juve, già dall’anno scorso, balla parecchio. Mancano punti di riferimento, non ci sono calciatori che diano quella sicurezza difensiva che serve a una squadra importante come vuole essere la Juventus. È giusto partire da una difesa solida, ma senza Bremer la Juve perde moltissimo. Parliamo di un top player a livello mondiale in quel ruolo, quindi la sua assenza pesa eccome.”
In questi giorni si è parlato molto anche del possibile arrivo di Enzo Maresca come sostituto di Tudor: può essere una voce messa in giro ad hoc per mettere un po’ di pressione sul mister e fargli capire che la pazienza della società non è infinita?
“Può darsi, ma credo che Tudor sappia bene che deve fare un gran lavoro, perché non ha trovato una situazione semplice o spianata. C’è tanto da ricostruire, e la Juve oggi non è quella di qualche anno fa. Servirà tempo, ma anche risultati immediati, perché a Torino la pazienza ha sempre un limite.”
Gattuso ha ridato concretezza e spirito al gruppo Nazionale, ma servirà molto di più per non rivivere gli incubi del 2018 e del 2022. Secondo lei, possiamo riprenderci il Mondiale a patto di…?
“Bella domanda. Direi: a patto che la Nazionale mantenga lo spirito di gruppo visto nelle ultime partite. Non è una squadra pazzesca, ma se resta compatta può fare bene. I play-off sono partite particolari, non c’è nulla di scontato. Sono fiducioso perché, a differenza dei club, la Nazionale va gestita in modo diverso: si lavora poco insieme, contano molto la forma del momento e lo spirito di appartenenza. Gattuso è uno che sa trasmettere mentalità, tensione positiva e fame. In questo momento serve più un uomo come lui, motivatore e carismatico, piuttosto che un allenatore che punti tutto sulla programmazione o sul gioco. E poi, con uno staff formato da Buffon e Bonucci, persone che conoscono bene cosa significhi vestire quella maglia, credo che sia stata fatta la scelta giusta.”
Domenica ci sarà Roma–Inter, una delle partite più attese. Vorrei partire proprio dalla Roma, prima in classifica. Lei conosce bene l’ambiente romano: c’è davvero convinzione di poter fare qualcosa di grande? E quante chance ha la Roma di ottenere un risultato positivo contro l’Inter?
“Le chance ci sono, eccome. Se la Roma è prima in classifica, vuol dire che ha dimostrato di potersela giocare. Certo, non è ancora la Roma ‘di Gasperini’: non vediamo ancora quelle caratteristiche tipiche della sua Atalanta, ovvero l’aggressività e la capacità di andare in gol, ma vince comunque partite importanti, anche di misura. Questo lascia ben sperare. Probabilmente c’è anche un po’ di fortuna, ma se una squadra vince pure quando non gioca benissimo, vuol dire che è solida. A gennaio, se dovessero arrivare quei due o tre acquisti chiesti da Gasperini in estate, specie in attacco, allora sì, la Roma potrà dire la sua fino in fondo. La società è forte e disposta a investire: questo è un segnale positivo per il futuro.”
Nel Napoli, oltre ai lungodegenti, mancheranno Lobotka e Politano a partire dalla sfida contro il Torino. Tra i due, quale sarà l’assenza più pesante per Antonio Conte?
“Direi entrambe importanti, ma la più grave è quella di Politano. Negli anni ha imparato a dare molto equilibrio alla squadra. Gilmour può sostituire Lobotka, anche se parliamo di un giocatore fortissimo e difficilmente rimpiazzabile. Però Politano, per l’apporto tattico e lo spirito che mette in campo, abbinando qualità e quantità, oggi pesa di più nella struttura del Napoli.”
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