Spalletti e la condivisione del metodo dei dati
Dati al centro del progetto Juventus, la connessione con gli allenatori.
Nel calcio moderno i dati sono indispensabili: performance fisiche, mercato, strategia tattica, rapporti con i tifosi. Comolli lo ripete spesso:
“La Juve sapeva che sarei arrivato con una cultura data-driven. La chiave è l’allineamento totale, dall’amministratore delegato all’ultimo membro dello staff.”
Uno dei problemi più frequenti nei club tradizionali è la distanza tra management e allenatore. Per questo serve una figura-ponte, capace di parlare sia il linguaggio dei dati sia quello del campo. Alla Juve questo ruolo potrebbe essere affidato a Modesto o Burgess. Lo riporta Gazzetta.
Raccontando come conduce i colloqui con gli allenatori, Comolli ha spiegato:
“Ogni allenatore nel colloquio dice che tutto è perfetto. Poi, quando iniziano ad allenare, dicono che nulla va bene. Ora inserisco nel contratto ciò che dicono, così lo ricordano. Se accetti di lavorare con noi, accetti che i dati guidino ogni decisione. Altrimenti ci salutiamo.”
Un approccio che Spalletti ha evidentemente condiviso.
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