Marotta: "Juve? Abbiamo vinto una battaglia, non la guerra. Addio alla Juve? Volevano ringiovanire management. Cristiano Ronaldo non mi trovava d'accordo in parte"

06.02.2024 08:53 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Marotta: "Juve? Abbiamo vinto una battaglia, non la guerra. Addio alla Juve? Volevano ringiovanire management. Cristiano Ronaldo non mi trovava d'accordo in parte"
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L'amministratore delegato dell'Inter, Giuseppe Marotta, è intervenuto a 'Supertele', su DAZN. Le sue parole riprese da L'Interista:

"Io sono la punta di questa piramide e forse per anzianità mi vengono riconosciuti i meriti, ma una delle fortune dell'Inter è la squadra che ho dietro, come Ausilio, Baccin e Zanetti. La fortuna di aver creato una squadra vincente".

Nell'ultimo mercato di gennaio è cominciata la programmazione. Cosa dice di Zielinski e Taremi?

"Devo dire che quello che conta è raappresentare una società tornata ad essere importante dopo il 2010 quando si vinse il Triplete. Siamo cercati e ricercati da tanti giocatori, con Zielinski ho parlato con De Laurentiis e ho comunicato che stiamo sondando il terreno nel rispetto delle norme. Non so, se ne occupa Ausilio di questa situazione. Poi se tutto andrà in porto lo annunceremo e lo tessereremo per l'anno prossimo. Ma fa parte di quelle intuizioni che vanno considerate".

Thuram un'intuizione geniale... 

"Lui ha sempre dimostrato di essere un talento, poi ha avuto un brutto infortunio. Noi, con Ausilio e Baccin, abbiamo avuto la fortuna di non mollarlo. È un bravissimo ragazzo, figlio d'arte, è molto importante avere un padre di quello spessore. È il primo consigliere, è esperto".

Come nascono questi parametri zero?

"Nascono dal lavoro dell'area tencica del direttore e vice direttore sportivo, dai loro osservatori che fanno attività di monitoraggio ed evidenziano i giocatori svincolati, così si va a contattare e negoziare. Ma non posso dimenticare quanto sia facile negoziare quando rappresenti l'Inter".

È più facile convincere i giocatori?

"Molto, perché c'è stato riconosciuto che abbiamo vinto 6 titoli, fatto due finali europee. Poi sei a Milano...rappresenta anche un'attrazione per le compagne dei giocatori (sorride, ndr)".

I rinnovi che state trattando?

"Non ci diamo ansie perché giocatori che si svincolano non ce ne sono. Vogliamo consolidare il rapporto con giocatori che manifestano la volontà di restare. Si parla di Lautaro, si è scritto di Barella, ma siamo garantiti dal punto di vista contrattuale con tutti. Ma abbiamo a che fare con dei professionisti che sanno cosa rappresenti il brand dell'Inter".

È l'elemento che può spiegare come si lavora tra Juve e Inter. Quali sono le differenze?

"Tutte le mie esperienze precedenti sono state importanti. La Juve è stata altrettanto importante, la più significativa è la cultura della vittoria, perseguire ogni piccolo particolare come se fosse essenziale, ogni problemino da risolvere. Oggi siamo una società vincente fatta di percorsi di crescita. Tanti dicono che sia stata consacrata in finale a Istanbul e sì, giocatori e allenatori hanno capito che ci sono margini di miglioramento. Non posso dimenticare gli anni alla Juventus, vissuti con grandi professionisti".

Con Allegri vi siete salutati?

"Sì, l'ironia fa parte del gioco. Bisogna sempre sdrammatizzare, poi lui farà la sua strada con la Juve e noi all'Inter"

Le manca Conte, magari come rivale?

"È una risorsa che farebbe comodo a tante squadre. La speranza è che possa rimanere in Italia, dipende molto da lui. Però devo spendermi per Simone Inzaghi visto che non mi avete fatto la domanda. È in grandissima crescita, è bravo dal punto di vista della didattica di gioco, umano...il grandissimo merito di vittorie e di un calcio soddisfacente per i tifosi è assolutamente merito suo".

Pavard non è arrivato a zero, è costato più di 30 milioni...

"Pavard no, non è arrivato a parametro zero (ride, ndr). È campione del mondo, francese, arriva dal Bayern Monaco. Poi ieri nel pre-gara facevano il paragone tra lui e Bremer, un altro giocatore da noi trattato...però per caratteristiche sono diversi. È molto completo, sia nella fase di interdizione che per impostazione".

È vero che ha lasciato la Juve perché non era d'accordo con l'acquisto di Ronaldo. E dei tanti acquisti a zero qualcuno ha deluso?

"No, son passati tantissimi anni e torno più per simpatia sull'argomento. Devo riconoscere i dieci anni bellissimi trascorsi. Poi la società intende creare una linea guida diversa e in tal caso il manager deve fare un passo indietro con il sorriso sulle labbra, ho dato quello che ho potuto, come fatto ovunque sia stato. Volevano ringiovanire il management. Cristiano Ronaldo non mi trovava d'accordo in parte, non dal lato umano e della persona ma dal punto di vista economico era molto impegnativa, ma non è stato quello che ha portato alla rottura. Era un cambiamento di programma, un ciclo terminato, come fisiologico che sia".

Se potesse prendere giocatore qualsiasi all'Inter potendo spendere ciò che vuole?

"Ce ne sono tanti. È molto più difficile avere soldi a disposizione, con Ausilio ci siamo detti più volte che dobbiamo prendere le opportunità. Bellingham è un giocatore che mi affascina".

Conte ha il merito della rinascita all'Inter?

"Posso dire che il ciclo nuovo è iniziato con Spalletti, poi è stato sviluppato da Conte che ha dato tantissime qualità a questo gruppo per gran parte invariato. Sia per mentalità vincente che dal punto di vista dle gioco. Poi è arrivato Inzaghi che con giovinezza e spensieratezza ha applicato un calcio divertente, oltre ad aver instaurato un rapporto ottimo con i giocatori, come se fosse un compagno di squadra. Questo è un gruppo. Si parlava di Dimarco e dell'entusiasmo, ma devo dire che nello spogliatoio si respira un'aria bella, non solo per i risultati. Hanno acquisito una bella mentalità, non abbiamo vinto nulla oggi, il campionato è lungo...".

D'altronde febbraio è lungo...

"Febbraio è lungo, abbiamo un senso di rivalsa importanza, i dati sono significativi. C'è un passivo di 41 di differenza reti. Ma questo non ci fa vincere nulla, a partire dalla Salernitana che affronteremo tra 15 giorni, anche se abbiamo dimostrato di essere primi con merito contro la Juventus".

Si aspettava un gruppo così compatto?

"Siamo riusciti a puntellare l'organico, con merito di Ausilio e Baccin. Ausilio spesso è sottovalutato, invece col tempo anche lui sta dimostrando di essere un bravo direttore sportivo, è molto competente. Se sei una grande squadra devi avere una rosa competitiva, non solo 12-13 giocatori. Se Inzaghi si gira in panchina ha giocatori di spessore, poi lui è bravissimo a valorizzarli".

I tifosi dell'Inter si augurano che rimanga all'Inter il più possibile. Ma dopo l'Inter cosa vorrà fare?

"Ho allungato ancora il contratto, Steven Zhang me l'ha proposto ed ero contento di allungare. Il mio contratto scade nel 2027 all'età di 70 anni, poi io sono innamorato del calcio e dello sport, voglio creare una nuova vita. Mi piacerebbe occuparmi a livello politico dello sport".

Ma il giorno dopo della Juve cos'ha fatto? Caroselli?

"No (ride, ndr). Grande soddisfazione, ma come ha detto Inzaghi non abbiamo vinto nulla di definitivo. Abbiamo vinto una battaglia, non la guerra".