Lo stilista Martorana al Corriere di Torino: "Vorrei vincere dieci Scudetti di fila. Terrei Allegri"

01.05.2019 10:10 di  Alessandra Stefanelli   vedi letture
Lo stilista Martorana al Corriere di Torino: "Vorrei vincere dieci Scudetti di fila. Terrei Allegri"
TuttoJuve.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Ai microfoni del Corriere di Torino ha parlato lo stilista Alessandro Martorana, tifoso bianconero che veste i suoi campioni:

Alessandro Martorana, quale è il «suo» derby?
«A parte il primo che vidi, a otto anni, dico quello con il gol di Pirlo, al minuto 93 e 40 secondi. Stavo per andare via, quando il fratello di Bernardo Corradi mi disse: “Guarda che si vince”».
La Juve del cuore?
«Più ancora della prima, degli anni Ottanta, la mia è stata quella di Vialli, Deschamps, Paulo Sousa».
Questa dove la mette?
«Nella storia, come un po’ dobbiamo sentirci tutti: testimoni di otto scudetti di fila. Chi l’avrebbe detto?»
Quella del ‘96 vinse la Champions, questa no.
«La baratterei per altri due scudetti: voglio vincerne dieci di fila».
Mai fatto un vestito per un granata?
«Sì. Uno dei primi fu Pancaro, nel 2007. E adesso Iago Falque. Certo, sono più gli juventini».
Il più elegante?
«Alex Del Piero, il primo cui feci l’abito: 13 anni fa venne a Moncalieri, nel mio atelier di trenta metri quadrati».
E adesso?
«Marchisio, che è come un fratello minore. Zebina era uno molto elegante. Ma anche Barzagli, Khedira, Dybala. E Pirlo, ovviamente».
Perché ovviamente?
«Perché l’abito fa il monaco, il vescovo e l’arcivescovo. Ci faccia caso: chi è elegante sul campo, lo è anche fuori».
Lei gioca anche all’estero?
«Sono di ritorno dalla Spagna, dove sono andato anche per alcuni giocatori: Boateng e Umtiti. E a quelli bravi dico sempre: “Vieni alla Juve?”. Lo feci anche con Ozil».
E loro?
«Ultimamente, in due mi hanno risposto di sì, ma i nomi non posso farli».
«La mia missione è rendere il cliente la versione migliore di se stesso», ha detto: Allegri riesce a far lo stesso con i giocatori?
«Vedendo i risultati in Italia, direi di sì. Lo conosco, ed è un grande».
Perché va meno di moda in Europa?
«La Champions è come andare alle sfilate di Parigi: ci sono Chanel, Dior, è più difficile».
Lo terrebbe?
«Sì. Rispecchia bene l’immagine dell’allenatore, che è anche un gestore di persone».
Pure lì conta l’abito?
«Beh, certo. Mai andare in tuta. Il tecnico è come l’ad di un’azienda: la rappresenta».
Durante la conferenza stampa di Cristiano Ronaldo, su twitter scrisse: «so che voi altri…state soffrendo».
«Detesto le offese e gli insulti, ma le prese in giro ci stanno».
Varriale, della Rai, l’ha bloccata: che ha combinato?
«Dopo un 4-0 della Juve, scrisse che forse c’era un rigore. Risposi: “Hai rotto i coglioni”».
CR7 che abito è?
«Uno smoking: ogni volta che gioca, è una grande occasione».