Lapo Elkann: "A 13 anni sono stato abusato più volte. Ho pagato conseguenze delle mie fragilità, oggi sto bene con chi sono. Mio nonno mi ha dato e insegnato tanto"

Lapo Elkann si confessa negli studi di Verissimo, ospite di Silvia Toffanin. L'imprenditore, impegnato con la sua Fondazione Laps per aiutare ragazzi fragili o in difficoltà, ha raccontato i momenti più dolorosi della sua vita. A partire dal dramma vissuto nella sua infanzia: "Sono stato abusato all'età di 13 anni più volte in collegio ed è qualcosa che ha creato confusione nella testa. Ti porta ad andare verso l'autodistruzione e rischia di ammazzarti. Devi accettarlo e andare in profondità. Come ho superato il trauma? La mia estrema sensibilità e la mia grande forza di volontà mi hanno aiutato. Non ho paura delle mie fragilità. Ho imparato ad accettare me stesso e a chiedere aiuto. C’è voluto del tempo ma oggi sto bene con chi sono".
Ma non è stato l'unico momento brutto: "Il mio migliore amico si è ucciso. Era la persona a cui ho voluto più bene nella mia vita. Era una persona fantastica, fragile, che a differenza mia non ha combattuto i suoi demoni. Nel mio cuore c'è sempre", spiega.
"Da bambino avevo due sogni, uno era diventare pilota di Formula Uno, e l'altro di cambiare il mondo. Il mio obiettivo è diventare imprenditore della solidarietà - continua -. A me aiutare gli altri fa stare meglio che guadagnare soldi. Quello che mi fa felice e vedere gli altri che non possono esserlo diventarlo. Sto vivendo questo periodo con grande preoccupazione. Si vede tanta rabbia, tanta tensione, si vedono persone che pensano che il Covid non esista. Dobbiamo imparare a vivere con il Covid. Invece di farci la guerra, dovremmo lavorare per riportare energia".
Sulle passate dipendenze: "Quando sei solo, ad un certo punto la fragilità non sai come affrontarla. Non usavo sostanze per fare festa, per me era un anestetizzante. Anestetizzavo un dolore che sentivo in me. Purtroppo ne ho pagato più volte le conseguenze… Io di male me ne sono fatto abbastanza da solo, d’ora in poi voglio altro".
Sulla vita privata": Ho una fidanzata molto simpatica e diversa da quelle che ho avuto. È una donna molto forte. Le sono grato perché mi aiuta nel lavoro su me stesso e nella ricerca di un equilibrio, ma non è la donna giusta per fare un figlio. Vorrei diventare papà di una bambina, ma ho paura. Non amo i fallimenti, non voglio divorziare. Fare un figlio non è un gioco".
Sull'impegno con la Fondazione Laps: ": "Prima l'incidente d'auto in Israele (per cui è stato in coma, ndr.) e poi il Covid mi hanno fatto riflettere molto su cosa voglio e cosa non voglio, e su che cosa è importante per me".
Parlando dell’avvocato Gianni Agnelli, Lapo racconta: "Mio nonno mi ha dato e insegnato tanto. E’ una delle persone a cui ho voluto più bene nella vita insieme a mia nonna Marella".