Italia, parole e aspettative verso il sorteggio playoff di Zurigo
A margine del sorteggio di Zurigo, mentre si attende ancora l'identità dell'avversaria dell'Italia negli spareggi di marzo per il Mondiale 2026 – in programma in Usa, Canada e Messico — si alimentano reazioni, valutazioni e aspettative. In ordine di pericolosità, sulla carta ci sono i nomi di Svezia, Romania, Macedonia del Nord e Irlanda del Nord. Gli azzurri dovranno superare due sfide senza margine d'errore per tornare su un palcoscenico mondiale che manca dal 2014. Prima che il sorteggio prenda forma, dirigenti, ex campioni e osservatori internazionali delineano scenari e timori, contribuendo a un clima di attesa ancora più acceso.
"SIAMO L'ITALIA" – L'ex bianconero Gianluigi Buffon, capo delegazione dell'Italia, invita alla calma e alla fiducia: "L'ultima partita non ci deve intaccare, siamo una squadra ultra competitiva" afferma poco prima dell'inizio delle operazioni. "Non dico quale squadra vorrei – aggiunge – ma eviterei la Svezia subito. Eviterei anche la Polonia in finale". Più equilibrata, ma non priva di speranza, la lettura del procuratore rumeno Giovanni Becali, concentrato su un'eventuale sfida con la Romania: "La favorita sarebbe l'Italia – dice – Al di fuori di quell'1-0 ottenuto dopo il vostro Mondiale vinto, non vi abbiamo più battuti. Poi la Romania ha dei valori e potrebbe fare una sorpresa agli azzurri. Non dimentichiamo i 4-5 giocatori titolari nell'Inter, squadra che ha giocato due finali di Champions in tre anni. Non possiamo mettere in discussione davvero l'Italia per la qualificazione. Direi che il pronostico sarebbe 65 per cento contro il a 35. La speranza c'è sempre, abbiamo anche giocatori che hanno militato in Italia come Man e Mihaila". Chiude il quadro il presidente della Figc, Gabriele Gravina, che richiama a realismo e determinazione: "Sono convinto che andremo ai Mondiali, ma non si va ai Mondiali perché ti chiami Italia o Francia o Spagna. Si va ai Mondiali perché si vince, perché progetti e lavori e noi stiamo cercando di fare questo. Io devo essere ottimista necessariamente altrimenti corriamo il rischio di entrare in una crisi depressiva. Il calcio non è quello di vent’anni fa o di trent’anni fa, è cambiato: oggi si può vincere, ma si può perdere contro tutti".
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