Guagni ripercorre la sua carriera: "Scudetto a Firenze esperienza più bella, sulla Nazionale..."

06.05.2025 16:40 di  Alessandro Zottolo   vedi letture
Guagni ripercorre la sua carriera: "Scudetto a Firenze esperienza più bella, sulla Nazionale..."
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© foto di Massimiliano Vitez/Image Sport

In un'intervista rilasciata a INDIVISA, Alia Guagni - che ha annunciato l'addio al calcio - ha ripercorso le parti più importanti della sua carriera. Le dichiarazioni a riguardo: "Un momento difficile è stato quando ero ancora al Firenze, prima della Fiorentina, quando ancora non ci conosceva nessuno. Eravamo in Serie A e mio padre era il presidente. Ci siamo trovate senza sponsor e senza soldi a dover affrontare squadre molto più attrezzate di noi ma nonostante questo siamo arrivate in alto e bene. In quel periodo avevo finito l’università e dovevo scegliere se giocare a calcio o lavorare, quello penso sia stato uno dei momenti più difficili. Ho deciso di continuare e mettere anche quello che non avevo e poi siamo arrivati alla Fiorentina quindi ne è valsa la pena. Sperienza in Usa? È  stato bellissimo sia come esperienza di vita che a livello calcistico e mi ha permesso di conoscere un mondo diverso. In Italia si giocava ancora finito di lavorare la sera, in America ero in un centro sportivo con dieci campi e su otto di questi c’erano bambine che giocavano a calcio. Mi ha fatto capire che ci sono realtà diverse a cui possiamo arrivare anche noi. Mi ha permesso di credere che qualcosa potesse cambiare. Firenze è casa, è la mia vita. Sono nata lì e provo amore viscerale per Firenze.

Mi ha accompagnata in tutta a carriera calcistica, l’obiettivo che mi ponevo da piccola era arrivare lì con quella maglia ed in quello stadio, è stato un traguardo indescrivibile. Vincere lo Scudetto a Firenze è stata l’esperienza più bella in assoluto, nonostante il Mondiale e tanti altri bei momenti. Sull'esperienza all'Atletico Madrid dico che avevo già fatto tanta carriera e avevo raggiunto obiettivi importanti a Firenze. Provare a mettermi alla prova in un campionato diverso, un mondo diverso, una lingua diversa e lontana da casa era qualcosa che nella vita mi mancava e avevo bisogno di provare. Mi sono detta: o adesso o mai più. Non è stato semplice, ma mi ha portata ad essere quella che sono oggi. Como? È stata una tappa improvvisa e inaspettata, venivo da un anno complicato, ma parlando con il Como ho sentito subito la fiducia e ho visto un progetto importante a lungo termine con focus sulle donne. Per me è davvero importante perché si punta sul femminile, esclusivamente su quello e si vuole portare una squadra femminile ad autofinanziarsi. Spero che si possa raggiungere il prima possibile, credere in questo progetto è stato facile. Sulla Nazionale Sono arrivata a 14 anni e mezzo ed ero la più piccola, ero sotto età e non potevo giocare gare ufficiali. È stata un’esperienza altalenante ci sono stati momenti in cui era difficile andare in Nazionale e altri in cui mi sono sentita parte di un gruppo incredibile e questo penso ci abbia portato al momento più alto che è il Mondiale di Francia. Sono stati gli anni migliori perché eravamo un gruppo forte e sapevamo dove volevamo arrivare”.