L'IMBOSCATA - Gestione Allegri fallimentare, per onestà professionale dovrebbe dimettersi. Le plusvalenze, Agnelli e il "metodo Di Pietro": non sarà un processo come gli altri

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
28.10.2022 00:10 di Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - Gestione Allegri fallimentare, per onestà professionale dovrebbe dimettersi. Le plusvalenze, Agnelli e il "metodo Di Pietro": non sarà un processo come gli altri

  di Andrea Bosco

Dalla sua casa a Lisbona, dove la Juventus è precipitata dalla Champion's schiantandosi ai piedi della  Torre de  Belém (che non  è la coscialunga argentina che spopola sui teleschermi nostrani: quella si distingue per una enne  finale) sostiene Pereira  che  il ciclo si sia  è concluso. Che molti giocatori siano da pensionare. Che  i compatrioti di Belén (Di Maria e Paredes) fossero  notoriamente “rotti“. Sostiene Pereira che la Juventus non “è più“.  Parafrasando  Don Lisander, il poeta lusitano si è spinto a scrivere  che  “Ella fu“. Intesa come ex Signora degli Scudetti .

“Malinconia di ottobre“, omaggiando Pereira, cantava Lucio Dalla. Allegri a Lisbona non ha solo perso la partita. Ha sbracato . Quando la “pasta” era stata buttata, Allegri ha sostituito i suoi bolliti veterani con sangue giovane. E quelli quasi sono riusciti a pareggiarla. Sostiene Pereira che Allegri dovrebbe dimettersi. Perché  la sua gestione, da quando è tornato a Torino,  è risultata fallimentare. E' più che probabile che le sue dimissioni, in un momento tanto delicato per la società e la squadra, verrebbero  respinte. Ma per onestà professionale Allegri dovrebbe presentarle. La squadra in un anno è peggiorata. Le assenze di Chiesa, Pogba e Di Maria sono alibi . Gli infortuni anche: sono i “suoi“ sedici preparatori. Li ha scelti e voluti lui.

L'immagine  che Allegri offre è quella di un uomo  assai diverso da quello che era stato congedato tra recriminazioni e rimpianti. Nel  calcio, come nella vita, non si può vivere  nel passato. Allegri, tornando, ha immaginato un calcio che non esiste più. Non lo giocano più. Neppure in Italia. Spalletti con il suo Napoli è arrivato quasi alla perfezione. Ma  su quella  strada camminano Atalanta, Milan, Udinese, persino l' Inter. La Juventus è “finita“ perché  la squadra è ormai terrorizzata:  da se stessa, prima che dagli avversari. Ha preso contezza della propria  inadeguatezza. Nel gioco, prima che nei risultati . E se il tuo condottiero non ti ispira fiducia e neppure timore, allora il tuo condottiero se ne deve andare. La Primavera di Montero a Lisbona era sotto dopo un tempo di due reti. Poi è cominciata la ripresa. E quei ragazzi sono tornati in campo tarantolati, riuscendo alla fine, a vincere.  Ho avuto, da ragazzino, un allenatore simile: uno che ti appendeva  agli attaccapanni se appena davi l'impressione sul campo di mollare. Adesso tutti con le dita incrociate sugli zebedei a sperare che Lecce non diventi “fatal“. Confidando poi nella pietas del Psg per provare ad accedere all' Europa League.

Sostiene Pereira che la Juventus, messa nel tritacarne dall'inchiesta della Procura di Torino per falso in bilancio, potrebbe rischiare  grosso. Addirittura penalmente, stante la richiesta del procuratore (respinta dal Gip ma impugnata con ricorso)  di mettere Andrea Agnelli agli arresti domiciliar . La presunzione di innocenza vale in qualsiasi sistema giudiziario. Anche se in quello italiano è invalsa la brutta abitudine di fare i processi sulla stampa prima che nei tribunali. Oltre a quella  decisamente oscena di far uscire “indiscrezioni“  veicolate da “manine“ prive di impronte digitali. Le venti pagine presentate dalla Procura coinvolgono tutti: Agnelli, Arrivabene, Cherubini, Paratici (fino a quando c'è stato). Il presidente della Juventus ha convocato i dipendenti, rassicurandoli: la società - ha spiegato Agnelli - si è mossa correttamente e dimostrerà di aver operato nell'ambito della legalità. Fino a quando una sentenza  non lo smentirà, Agnelli avrebbe  il diritto di non venire infangato. Se la Juventus ha sbagliato - questa la mia opinione - dovrà essere punita. Severamente. La Juventus è quotata in Borsa: i danni per gli azionisti  risulterebbero devastanti.  Ma l'approccio della Procura, con quella  richiesta di arresti domiciliari per Agnelli, profuma di “metodo Di Pietro“ . Essersi appellata  alla decisione del Gip, contrario agli arresti domiciliari, fa ipotizzare da parte della procura di Torino una linea accusatoria durissima. Vedremo le carte. Vedremo se esiste quella su Ronaldo. Dicono ne sia stata trovata traccia. Ma pare che gli ipotizzati 20 milioni che la clausola illustrerebbe si siano vaporizzati. I segugi della procura  non sarebbero riusciti a rinvenirli. Tanto che qualcuno ha ipotizzato (anche esistesse la carta)  che la Juve possa non averli  mai  versati: “pacco“ sabaudo?  Al  posto di Andrea Agnelli al prossimo cda mi dimetterei dando un segnale di volermi fermamente difendere “nel“ processo e non “dal” processo.  Ma al posto del procuratore di Torino verificherei giorno e notte  le prove. Questo  non sarà un processo come gli altri .

Sostiene, infine, Pereira,  che il pareggio conquistato dalle ragazze di Montemurro  in Champion's contro le campionesse del Lione sia  oro.  Ci sono anche Juventus, come questa e come quella di Montero,  Magari perché chi le allena non predica,  “halma“ .