Spalletti, pericoli e dubbi, sarà durissima ma non siamo d’accordo su una cosa
Luciano Spalletti e' pronto a una gara difficile e ad una vera e propria battaglia.
L’allenatore chiarisce subito un punto: “Sembra che abbiamo fatto un mezzo disastro, ma i giocatori non hanno performato così male come si vuole far credere.” Ammette che la squadra può e deve fare di più, ma ribadisce la fiducia nel gruppo: “Dobbiamo tirar fuori il massimo dalle risorse che abbiamo e valorizzare tutte le nostre qualità.”
Non siamo d'accordo con il mister, la Juventus ha fatto un mezzo disastro. Il Torino ha perso 5-1 con il Como, la Juventus è settima, bisogna esseee contenti?
Secondo il tecnico, clima e campo rappresentano uno svantaggio reale: l’aria fredda e le condizioni particolari richiedono un periodo di adattamento, soprattutto per chi non è abituato. La motivazione e la mentalità, però, devono colmare questo gap. L’avversario, inoltre, è abituato a competere ad alto livello internazionale: “Sono bravi a scegliere i giocatori e hanno un valore importante. Complimenti a loro.”
David ha bisogno di ritrovare certezze?
L’allenatore conferma: “È vero, David ha bisogno di certezze.”
Parlare di attaccanti e gioco offensivo, però, comporta dei rischi: “Quando cerchi il gol a tutti i costi, rischi di perdere equilibrio. E oggi non siamo ancora al massimo del nostro potenziale.”
Come valorizzare Openda e David
Parlando di Openda e David, due giocatori chiave, il tecnico spiega:
“Per me tirare fuori il meglio da questi attaccanti è semplice, ma conta la loro disponibilità ad allenarsi al massimo anche quando non giocano. E loro sono perfetti: hanno voglia, partecipazione e desiderio di mostrare le proprie qualità. Qualcosa cambierò domani, perché la fiducia va data e alimentata. Poi, certo, servirà un’analisi corretta delle prestazioni”.
Il tecnico evidenzia di avere tre attaccanti con caratteristiche simili, prime punte pure, e che serve equilibrio per sfruttarli al meglio: “Abbiamo anche Zhegrova e Adzic, giocatori di qualità, ma dobbiamo progredire per gradi.” Anche Openda è nella stessa situazione di David, avendo giocato poco.
Cosa si aspetta dalla sfida di domani
Per l’allenatore sarà “un’altra storia”, con la necessità di adattarsi a un contesto difficile. Servirà inserire il proprio gioco in un meccanismo che ha creato difficoltà a molti: ritmo, tecnica e velocità saranno fondamentali.
A Firenze la squadra ha fatto girare palla troppo lentamente, ma ci sono stati miglioramenti nella ripresa: “Abbiamo qualità, ma dobbiamo alzare la percentuale di passaggi riusciti e non concedere occasioni.”
La parola d’ordine sarà adattamento: al clima, al campo e ai ritmi. Servirà creare più spazi e cercare soluzioni oltre il primo passaggio: “Siamo troppo esecutori, dobbiamo creare di più.”
L’abitudine al freddo
Alla domanda sul freddo, il tecnico sorride: “Io ho vissuto cinque anni in Russia, ci sono abituato. Molti allenatori restano tre mesi, io ci sono rimasto cinque anni e ho anche avuto una figlia lì.”
Il campo sintetico è uno svantaggio? Il tecnico non lo nasconde: “Campo e clima sono uno svantaggio reale: rimbalzi diversi, ritmo diverso. Qualcosa lo pagheremo, ma ci adatteremo.”
Secondo lui, dopo aver affrontato certe difficoltà, la squadra potrà trarne anche soddisfazione.
Psicologia o tattica?
L’allenatore conclude parlando del lavoro sul gruppo: “Non faccio lo psicologo, ma quando le cose non vanno bene servono sguardi, abbracci e unità. Loro sono eccezionali nel rapporto umano. Io devo alzare il livello delle indicazioni, non il tono della voce.”
Dichiarazioni pre-partita: clima difficile e spirito di adattamento
Il clima non è certo ideale per scendere in campo, e l’allenatore lo sottolinea con realismo:
“Sarà una partita durissima. Stamattina ho scherzato con i ragazzi dicendo: ‘Se ve l’aspettate dura, sappiate che sarà ancora di più di quello che immaginate’. Su questi campi ho già avuto esperienza e chi vive abitualmente temperature così rigide sa quanto faccia la differenza. L’aria fredda ti taglia il viso, a volte non riesci nemmeno a tenere gli occhi aperti, soprattutto quando tira vento. Ma questa è la nostra professione: affrontare le difficoltà e dimostrare di sapersi adattare a qualsiasi situazione”.
Cosa aspettarsi dalla prossima partita?
Alla domanda su possibili rivoluzioni tattiche, l’allenatore rimane cauto:
“Stravolgere tutto ora sarebbe prematuro. Non abbiamo fatto benissimo, ma nemmeno male. Siamo in una via di mezzo e aggiungendo alcuni dettagli che fanno già parte del nostro bagaglio possiamo alzare il livello di qualità. Le qualità ci sono, ora serve riconoscerle e metterle in campo nei momenti decisivi, migliorando la prestazione individuale”.
La Juventus oggi non può fallire ma non sarà per nulla semplice.
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