QUINDICI ANNI DOPO .... Andrea è ancora con noi!

Quindici anni fa se ne andava Andrea Fortunato, il terzino bianconero che, a soli 23 anni, sul finire della sua prima stagione juventina (1993-1994), si ammalò di leucemia linfoide acuta. Una diagnosi spietata, crudele. Giunta mentre il calciatore cominciava ad assaporare le gioie di una brillante carriera sportiva. Uno dei maggiori talenti di quel periodo, tant'è che la Juve faticò non poco a portarlo a Torino. Qui, Andrea, dopo un bellissimo campionato col Genoa, cominciò a respirare l'aria del grande calcio. Certo, quella non fu una grande stagione per l'ultima Juve di Giovanni Trapattoni, ma le doti del terzino sinistro, considerato a tutti gli effetti l'erede del grande Antonio Cabrini, apparvero, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno, subito straordinarie. Velocità, tecnica, intelligenza tattica: qualità che gli consentivano di rispettare appieno i compiti difensivi e, nello stesso tempo, lo portavano a dare una grossa spinta alla manovra offensiva. Ciliegina sulla torta, un buon senso del gol. Insomma, un calciatore completo. E le cose, nei suoi primi mesi di Juve, andarono abbastanza bene. Poi le prime prestazioni insufficienti, partite giocate male, troppo male. Un Andrea Fortunato irriconoscibile. E tutti (o quasi) a pensare, o meglio a malignare, che la fama ed i soldi gli avessero dato alla testa. Pensieri penetrati pure nelle teste dei tifosi juventini, che cominciarono così a contestare lo sfortunato ragazzo. Fino alla scoperta della malattia. Da lì, il difficile percorso per affrontarla.
Un percorso che Andrea seguì con coraggio, determinazione, voglia di lottare. Voglia di sconfiggere quella bruttissima leucemia. Fece il possibile per guarire, mettendocela davvero tutta. Seguendo alla regola cure dolorosissime, quelle che guariscono da una parte e annientano dall'altra. Alla chemioterapia seguì un trapianto parziale di midollo osseo. Con ottimi risultati. L'ottimismo sulla sua guarigione continuò ad aumentare, giorno dopo giorno. Per la gioia di coloro che stavano vivendo il suo dramma. La famiglia, gli amici, la Juve ed i suoi tifosi. Quei tifosi che, nel frattempo, si strinsero attorno al difensore con tanto di scuse. Ce l'aveva quasi fatta Andrea. Tifoso sugli spalti del "Marassi" durante la partita Sampdoria-Juventus del 26 febbraio 1995. Ma quando tutto sembrava andare per il meglio, il giovane terzino non riuscì a vincere contro una polmonite che gli provocò un improvviso abbassamento delle difese immunitarie. Se ne andò così Fortunato. Mentre la Juve, nel primo anno della "Triade" Moggi-Giraudo-Bettega e di mister Marcello Lippi, si accingeva a conquistare il ventitreesimo scudetto. Una vittoria dedicata, tra commozione e gioia, tutta ad Andrea, un ANGELO che continuerà a volare per sempre nel cielo bianconero.