Anno nuovo problemi vecchi, non solo per il calciomercato. Siamo ben distanti dalla squadra voluta da Igor Tudor, anche se il ritiro è appena iniziato

29.07.2025 00:10 di  Andrea Losapio   vedi letture
Anno nuovo problemi vecchi, non solo per il calciomercato. Siamo ben distanti dalla squadra voluta da Igor Tudor, anche se il ritiro è appena iniziato
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© foto di Lorenzo Di Benedetto

Stessa spiaggia stesso mare. Un anno fa Cristiano Giuntoli aveva un rebus da risolvere, con Thiago Motta che epurava uno dietro l'altro i giocatori di Massimiliano Allegri. Un bene? Un male? Non c'è la riprova. Se non, magari, per un Danilo che nella seconda parte di stagione sarebbe servito (molto) vista la penuria di difensori e la costrizione a prendere tamponi temporanei (Veiga) oppure l'ultimo della lista (Kelly), strapagandoli in entrambi i casi. Qui siamo davanti a un problema differente: forse non c'è bisogno di un'epurazione, ma sembra un altro anno zero dove Weah prima finisce fuori dai convocati con il Manchester City e poi si chiedono 20 milioni.

Alberto Costa, preso sei mesi fa, viene rivenduto per plusvalenza. Idem Mbangula, con la NextGen che è di fatto il bancomat per cercare di prendere altri giocatori, magari anche troppo costosi per quanto gli verrebbe richiesto. Gonzalez è finito sul banco degli imputati e sarebbe da capire come evolverà la situazione di Jadon Sancho, bloccato già più di una settimana fa e lì rimasto. Poi c'è Rugani che potrebbe andarsene, Tiago Djalò che è un esubero bello e buono e bisognerà piazzarlo (ha solo un anno di contratto), Milik che non dà segnali se non negativi, sebbene l'infortunio non è qualcosa di troppo importante.

Poi Douglas Luiz. Di fatto messo subito in discussione un anno fa, senza mai dargli due partite consecutive. È possibile trattare così un asset con un'importanza del genere a bilancio? Dall'essere uno dei migliori giocatori della Premier League a rincalzo, sempre e comunque, nemmeno valutato come possibile titolare. Ed è anche normale che uno possa lamentarsi, saltare i primi giorni di ritiro, strappare per andarsene. L'idea, come per Vlahovic, è che sarebbe meglio recuperarli in qualche modo, dando dei segnali in questo senso invece di chiudersi a riccio.

Insomma, Comolli ha le sue belle gatte da pelare. Tentando poi di dare una squadra competitiva che, probabilmente, lo sarebbe già senza diverse situazioni che si stanno complicando sempre di più. Cambiare tanto per cambiare non avrebbe senso, ma è anche vero che la distanza con la squadra che vorrebbe Igor Tudor c'è. E si sente.