Un ultimo sforzo nella gara più difficile. L'incurabile ossessione degli odiatori seriali...

13.11.2022 00:02 di  Alessandro Santarelli   vedi letture
Un ultimo sforzo nella gara più difficile. L'incurabile ossessione degli odiatori seriali...
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E cosi siamo arrivati alla vigilia della più folle soste di un campionato. Domani alle 2045 la Juve in casa contro la Lazio chiuderà la prima parte della stagione,  per lasciar spazio al mondiale “ del popolo” quello voluto per premiare la passione dei tifosi, quello che rappresenta, e mi spiace per una volta essere d’accordo con Maurizio Sarri, un insulto al calcio.

Superstiti contro reduci, perché entrambe la squadre, prima e seconda miglior difesa del campionato, arrivano alla gara con tantissime assenze. Vlahovic ha ufficialmente alzato bandiera bianca, la pubalgia lo tormenta e il mondiale è alle porte, Locatelli e Cuadrado sono in dubbio, Di Maria e Paredes non al meglio. La Lazio dovrà rinunciare a Immobile Zaccagni e Lazzari, con diverse elementi non al top. Insomma, chi avrà un minimo di energia e voglia in più potrebbe alla fine spuntarla. Le cinque vittorie consecutive hanno rimesso in linea di galleggiamento gli uomini di Allegri, poco spettacolo e un briciolo in più di sostanza. Ma attenzione, perché la Lazio in trasferta non ha mai perso, vincendo ben 4 volte, e ha preso appena 1 rete segnandone ben 12. Pensate che la squadra di Sarri ha subito l’ultimo gol lontano dall’Olimpico lo scorso 31 agosto a Genova contro la Sampdoria. Questo vuol dire che la Juve non potrà pensare solo a contenere e ripartire, ma ci sarà bisogno di una partita di sostanza per scardinare il muro biancoceleste che ha trovato in Casale e Romagnoli due autentici baluardi.

Serve un ultimo sforzo, in una giornata in cui le insidie saranno tantissime, perché da un lato sembra una sorta di ultimo giorno di scuola, ma in realtà in palio ci sono punti pesantissimi. Poi serviranno approfondite riflessioni. I continui infortuni dovranno essere passati al vaglio, pensando anche se necessario, di cambiare lo staff, che certamente fa capo ad Allegri, ma che non può vivere sotto l’immunità del tecnico. Lo stesso allenatore, dovrà schiarirsi le idee e studiare e disegnare una Juve diversa, più dominante e meno passiva. Il carattere lo abbiamo ritrovato, ma alla lunga soprattutto in Europa non può bastare. L’Europa, si, perché se in campionato pensare di raggiungere il Napoli oggi sembra pura utopia, nonostante la paura dei “ colleghi” partenopei che hanno iniziato di nuovo la caccia alle streghe vittime evidentemente di una sindrome ossessiva, puntare a arrivare più lontano possibile in Europa League è un dovere. Ma servirà una squadra diversa, sperando nel recupero progressivo di tutti gli elementi. Ma un altro piccolo spazio lo voglio dedicare ai “professionisti” della disinformazione che si sono scatenati dopo Verona Juve. Abbiamo assistito a “colleghi” con il tesserino in tasca ( vero o fotocopiato?) schiumare rabbia sui social sputando veleno e sentenza dal loro tribunale senza conoscere regole o pudore. E’ questo l’effetto che la Juve ancora lontana e ancora claudicante? Una buona cura contro le ossessioni può essere decisamente utile, soprattutto a sud di Roma…

Fa poi pensare la gestione di Federico Chiesa, ancora centellinato in casa Juventus, ma puntualmente convocato da Mancini per le inutili amichevoli della Nazionale, Sarà interessante vedere e capire come verrà gestito. I complimenti invece vanno a Fagioli e Miretti che si affacciano alla nazionale maggiore. Stasera sarà una battaglia, tra due squadre che sono in striscia positiva e tra due allenatori che praticano un calcio totalmente opposto, ma anche tra due formazioni largamente rimaneggiate e stanche. La classica sfida in cui gli episodi faranno la differenza…