Tanta voglia di Pogba. A gennaio si riparte, dove eravamo rimasti? Demiral può partire. CR7, alla fine aveva ragione Sarri

Il francese stuzzica, ma l'affare è difficile. Can e Mandzukic due questioni da risolvere. Con Cristiano il tecnico ha vinto su tutti i fronti
19.11.2019 00:30 di Ivan Cardia Twitter:    vedi letture
Tanta voglia di Pogba. A gennaio si riparte, dove eravamo rimasti? Demiral può partire. CR7, alla fine aveva ragione Sarri
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Una storia con Cuadrado. Un commento su Instagram. Pogba si divertirà, da Manchester, a far impazzire i tifosi della Juve. Che non hanno grossi dubbi su quale sia il tassello mancante alla squadra di Sarri: francese, alto, 26enne, si chiama Paul di nome. La prigione dorata dello United sta sempre più stretta al Polpo, che in Inghilterra si divertono a immaginare fuori dall’undici tipo di Solskjaer (anche perché, causa infortunio, non lo vedono da fine settembre) e i sostenitori della Vecchia Signora vorrebbero rivedere a Torino. Basta poco, perché riparta il tormentone social. Noi ci rifacciamo invece alle parole di Fabio Paratici, che qualche tempo fa ha chiuso il mercato in entrata ancora prima che la finestra invernale inizi. Rosa completa, al massimo si lavorerà in uscita. Per ora, dovrebbe essere questo il piano della Juventus. Che su Pogba resta vigile, ma difficilmente si muoverà per un’operazione di questo tipo: non è nel DNA dei bianconeri, e poi semmai i problemi sono di alternanza. Più probabile, per Pogba, un futuro al Real Madrid, almeno per come stanno ora le cose: i dissidi Zidane-Perez non sono sopiti, ma non è un mistero che il tecnico abbia da tempo indicato il connazionale come colpo giusto per rinforzare i galacticos, che al contrario della Juve non stanno certo volando in questa stagione. Se poi il discorso sarà rimandato all’estate, allora sì Pogba potrebbe anche diventare un obiettivo.

A gennaio, più che altro, ci aspettiamo che la Juve riparta da dove si era fermata a gennaio. Emre Can e Mario Mandzukic sono presenze spinose. Anzitutto, per una questione di ingaggi: al netto, quasi 10 milioni di euro all’anno in due. Cifra sostanzialmente da raddoppiare per capire il peso dei loro stipendi sull’economia della Juve: di questi tempi, con quei soldi ci paghi un De Ligt. O magari un Pogba, quasi. Il tedesco non perde occasione per esternare la sua insoddisfazione quando gioca con la maglia della Germania: comprensibile, anche perché stavolta i toni sono stati abbastanza soft. Resta un appunto da potergli, nonostante chi scrive lo stimi: ha dimenticato di essere partito titolare una volta. La scialba prestazione contro il Lecce. Come a dire: va bene, non gioca perché sul mercato la Juve è mancata nel lavoro in uscita, ma altri giocatori come Matuidi, Khedira, gli stessi Higuain e Dybala, sono riusciti a convincere Sarri che era il caso di cambiare idea. Lui no, è un dato di fatto. Quanto a Mandzukic, di occasioni non ne ha avute e fino all’ultimo per lui è stato il tempo dei rifiuti. A gennaio, per entrambi si cercherà una soluzione: non sarà semplice, per gli stessi motivi per cui non è stato facile ad agosto. Gli stipendi restringono il numero di squadre che possono permettersi affari del genere, tanto per dirne una. Nel mercato invernale si tornerà a parlare anche di Merih Demiral. Una sola partita per lui, non proprio entusiasmante. I saluti militari con la Turchia hanno fatto il giro del mondo e non hanno certo lasciato entusiasta la dirigenza bianconera. Il Milan bussa alla porta e da Chiellini arrivano buone notizie: per fine febbraio-inizio marzo sarà pronto, la Juve lo aspetta a braccia aperte. Tutti elementi che possono portare l’ex Sassuolo a salutare, magari in prestito che sarebbe una soluzione più comprensibile per non perdere la presa su un giocatore dal futuro quasi sicuro. Attenzione: non stiamo dicendo che partirà al 100%. Tutt’altro. Però è un discorso aperto, o che si aprirà.

Poi ci sono Cristiano Ronaldo e Maurizio Sarri. Chi si aspettava che il portoghese potessero dire qualcosa di vagamente simile a “ho sbagliato” vive su un altro pianeta. Sono due paroline che non rientrano nel personaggio CR7, che probabilmente non dirà mai nella sua vita, che stonerebbero con quella macchina perfetta che il fenomeno di Funchal è. Bisogna accontentarsi della mezza ammissione e guardare avanti, perché nella vita ci vuole equilibrio e Ronaldo non era un brocco per due partite senza gol, ma non è neanche tornato al 100% per quattro gol a Lituania e Lussemburgo. Fin qui, checché se ne dica, Sarri è stato perfetto nella gestione: ha fatto un cambio che gli ha consentito di vincere la partita e qualcuno si è permesso di criticarlo. Ha detto che un suo giocatore non era al massimo e si è scritto che di Ronaldo non si può dire. È stato intelligente in tutto, il tecnico toscano, nell’approccio con la Juve, tanto nel far capire che persino Cristiano si può sostituire, quanto nello smontare a livello mediatico il caso (che comunque c’è stato perché era inevitabile). Ora siamo curiosi di vedere come lo gestirà sul campo, come riporterà ai vertici il suo miglior giocatore. Fin qui ha avuto ragione lui: tre punti da un lato, Ronaldo arrabbiato ma anche con qualcosa da farsi perdonare dall’altro.