Moby Dick - Juventus, ora è il momento di investire. Il progetto di rafforzamento

La cura Antonio Conte ha prodotto i frutti sperati. Dopo due settimi posti, dopo la stagflazione in classifica post “calciopoli”, la Juventus è tornata a ruggire. A vincere in Italia con un distacco siderale, a battersi in Europa al cospetto del Bayern Monaco e del Chelsea. Vincere e convincere è il motto contiano per eccellenza. Il gruppo prima di tutto, il singolo è importante. E non vi è ragione di insinuare il dubbio che all'ombra della Mole i campioni veri siano graditi. Ma la squadra, i suoi equilibri, il 3-5-2 con gli attaccanti di movimento e la necessita' di schierare, magari all'unisono, il fantastico trio formato da Pirlo, Vidal e Pogba, hanno una priorità su tutto.
Sì, la Juventus è cambiata. Anzi, è tornata agli antichi splendori. Matura e mai sazia, caparbia ed aggressiva. Rispecchia il suo allenatore, il capitano seduto in panchina con compiti da capopopolo. Dopo aver cucito un'altra metà di scudetto con la vittoria, casalinga, al cospetto del Milan “esodato” dai piani alti della classifica occorre però progettare un rafforzamento, per una volta qualitativo, dell'organico a disposizione. Pirlo non sarà eterno, ma a certi ritmi, assai bassi, schierato alle spalle di Vidal potrà allungare, e di molto, la propria carriera. L'arrivo di Poli è però considerato necessario per iniziare a rassettare un centrocampo che avrà nel cileno, in Marchisio e soprattutto in Pogba un'ossatura assai duratura nel corso dei prossimi dieci anni.
A questa Juventus, come ha suggerito Conte, servono almeno due tornanti adatti ad interpretare una linea a cinque. Asamoah, salvo imprevisti tornerà ad occupare, principalmente, il ruolo di centrocampista centrale. De Ceglie farà le valigie dopo una sequela “fantozziana” di errori da nove punti fra la Coppa dei Campioni ed il campionato. Tanti i nomi sino ad ora proposti a Conte ma ancora poche certezze. Berardi del Sassuolo potrebbe essere una delle sorprese di Paratici, complice la comproprietà di Boakye, ghanese di grandissime qualità, ed il prestito di Nicola Leali, quest'anno parcheggiato a Lanciano.
In attacco, preso atto dell'arrivo di Fernando Llorente, bomber vero capace di risolvere i mischioni in area di rigore, saranno da valutare le posizioni di Quagliarella, Matri e persino Vucinic. Finito nella lista degli intoccabili il folletto Giovinco, per il quale ogni proposito d'addio pare frenato dal costo del cartellino, le attenzioni di Marotta e Paratici saranno concentrate sul reparto arretrato. Un difensore in più può sempre esser utile...
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CHI E' ALVISE CAGNAZZO - Alvise Cagnazzo (1987) è nato a Bergamo e vive a Bari. Giornalista, scrittore, autore e conduttore televisivo, è il più giovane vincitore del premio “Miglior giornalista di Puglia” sezione carta stampata -sport, istituito dall’Odg. È autore dei libri “Tutti zitti, parlano loro”, (2007), “Semplicemente Rafa” (2010) e, “Montero, l’ultimo Guerriero (2010) e, sempre per Bradipolibri, "Antonio Conte, l'ultimo gladiatore" (2011). Ha collaborato con Carlo Nesti. Ha condotto, per centosessantaquattro puntate, il programma televisivo “Parliamo di calcio”, in onda su Rtg Puglia in prima serata. È firma di Calcio2000, mensile nazionale e internazionale fondato da Marino Bartoletti, diffuso in trentadue paesi. Collabora con il giornale “Puglia”, fondato da Mario Gismondi, ex direttore del “Corriere dello Sport”. Collabora con “Il Riformista”. Editorialista per “Tuttojuve.com con la rubrica Moby Dick”. Ha partecipato come opinionista tv a “Quelli che il calcio” su Rai 2 e “La giostra dei Gol” su Rai International.