Gonzalo ride solo alla Juve. Prova di forza Chiesa. Kean fare? I dubbi di Conte

Higuain segna ma resta fuori dal futuro bianconero. La Vecchia Signora aspetta Icardi e Federico, valuta il futuro del giovane attaccante.
23.07.2019 01:40 di Ivan Cardia Twitter:    vedi letture
Gonzalo ride solo alla Juve. Prova di forza Chiesa. Kean fare? I dubbi di Conte
TuttoJuve.com

Segna, esulta, ride, abbraccia. Dopo un anno terribile, Gonzalo Higuain pare aver ritrovato la felicità. In bianconero, gli unici colori in cui sembra saper ridere, di questi tempi. L’argentino si è messo in testa una pazza idea: provare a convincere Sarri che ci può essere anche lui. Provare a convincere la Juve che Icardi sarà anche più giovane, ma non ancora più forte. Il popolo social è dello stesso avviso, inneggia al ritrovato Pipita, lo vorrebbe ancora alla Continassa. Il problema, di Higuain e dei suoi estimatori, è che per la dirigenza bianconera, al momento, nulla è cambiato: la cessione era già stata decisa un anno fa, non si torna indietro su determinati passi.

La speranza del Pipita, che di andare alla Roma non è ancora convinto, è che il giro di attaccanti resti bloccato. La Juve, da questo punto di vista, ha una posizione di forza: può aspettare Icardi fino all’ultimo. Per l’Inter l’argentino più giovane è un problema: è già stato svalutato, più passa il tempo meno guadagna in appeal. La Vecchia Signora sa di avere il gradimento totale del giocatore, nel caso l’Inter facesse muro sino all’ultimo potrebbe anche tenere Higuain (anche se, a scanso di equivoci, le intenzioni sono ben diverse), altrimenti per pochi spiccioli porterebbe a Torino il miglior centravanti della Serie A. Come finirà? Con buone probabilità, il Pipita si convincerà che la Roma può essere l’occasione di rinascere. A quel punto i giallorossi si ammorbidiranno su Dzeko, l’Inter dovrà per forza di cose liberare Icardi. Appunto finale sul numero di maglia: l’aver tolto a Higuain il 9 è un messaggio chiaro. Il 21, però, alla Juve, pesa ancora di più: è il numero di Zidane, Thuram, Pirlo. Giganti. Non vogliamo pensare che sia stato assegnato a caso, anche se tutti gli indizi puntano a questa direzione.

Poi c’è l’altro scoglio dell’attacco bianconero. Dove, anzitutto, ci saranno movimenti: Cuadrado non ha ancora rinnovato, idem Kean di cui parliamo a breve, Douglas Costa e Dybala possono rappresentare ghiotte opportunità di mercato in caso di offerte consistenti, Mandzukic è tanto avulso dal gioco di Sarri quanto era centrale in quello di Allegri. In buona sostanza: qualcuno, più di uno, saluterà. E anche questo è un tasto che toccheremo a breve. Restiamo per un momento su chi potrebbe arrivare: oltre a Icardi, da cucinare a fuoco lento, la Juve corteggia da tempo Federico Chiesa. È in atto una prova di forza, coi bianconeri spettatori (molto) interessati. Potrebbe volerci del tempo: la Fiorentina non ha ancora battuto un colpo in entrata, ha già ceduto Veretout ed è comprensibile che una nuova proprietà non voglia presentarsi alla piazza cedendo i due migliori giocatori in rosa. Per questo, Commisso non può fare altro che mostrarsi pronto a tutto pur di cedere Chiesa. Addosso al quale ha buttato però una responsabilità enorme: quella di rompere. Di chiedere la cessione, dire alla piazza che lui vuole lo Stadium. Non è poco da chiedere, a un ragazzo di 22 anni, ma d’altro canto il progetto viola, realisticamente e nella più rosea delle prospettive, necessità di almeno un paio di stagioni per poter competere per la Champions League. Per questo, alla fine, tutto dovrebbe andare come da piani Juve: ci vorrà solo un po’ di tempo.

Affrontiamo, in ordine sparso, il tema delle uscite. Di un tesoretto quantificato, a seconda dell’osservatore, dai 200 ai 300 milioni, che per ora resta solo ipotetico. Una settimana fa chiedevamo cosa fosse successo col rinnovo di Kean: non era così scritto, e infatti il classe 2000 è in bilico, potrebbe partire con la giusta offerta. Privarsene in via definitiva sarebbe follia, ma anche cederlo rischia di essere un errore: al netto di qualche intemperanza caratteriale, ha già dimostrato di poter fare la differenza in Serie A. Perché non tenerlo e dargli maggiore spazio? Poi gli altri, da Khedira e il già citato Mandzukic in perenne uscita, a Cancelo oggi qui e domani lì poi dopodomani ancora qui, passando per Matuidi (alla fine partirà, e per questo immaginiamo un altro colpo della Juve a centrocampo, su cui per ragioni di lunghezza torneremo nelle prossime puntate), chiudendo con altri già menzionati: Cuadrado, Costa, Dybala. Vendere è il compito più difficile per un bravo direttore sportivo, vendere bene la differenza tra uno bravo e un fuoriclasse. Fabio Paratici non ha nulla da dimostrare, ma ora si entra nel vivo e per il momento grandi offerte all’orizzonte non se ne vedono. Da qui a inizio agosto, sarà un tema ricorrente per dare benzina al potenziale rush finale dei campioni d’Italia.

Uno sguardo al mondo lì fuori, per salutarsi. Molti juventini proveranno già un accenno di soddisfazione nel vedere l’insofferenza di Antonio Conte sulla panchina dell’Inter: qualcuno dice che si sia già pentito della scelta. Difficile, anzi impossibile: la caparbietà è una delle doti migliori del tecnico salentino. Di sicuro, però, vedere che lo Jiangsu Suning tratta Bale, mentre la sua Inter non riesce a prendere un centravanti che sia uno, non gli avrà fatto piacere.