Caso Ronaldo: un bel tacer non fu mai scritto. Obiettivo 114 punti? Mandzukic e il Pallone d’Oro: alla faccia delle critiche

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio. Su TuttoMercatoWeb.com
09.10.2018 00:35 di Ivan Cardia Twitter:    vedi letture
Caso Ronaldo: un bel tacer non fu mai scritto. Obiettivo 114 punti? Mandzukic e il Pallone d’Oro: alla faccia delle critiche
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C’è la tentazione di giocare a essere una voce fuori dal coro sul caso che sta coinvolgendo Cristiano Ronaldo. Il titolone per farsi pubblicità, giocare il ruolo dell’oltranzista in un senso o nell’altro: innocente a prescindere, o colpevole a prescindere. Sarebbe bello, ma la verità è che non avrebbe senso. Che un bel tacer non fu mai scritto. Che bisogna aspettare la pronuncia degli organi competenti, e nel frattempo raccontare quel che emerge dalle inchieste. Che siano condotte in modo corretto o no, lo scopriremo a breve.

 

Limitarsi ad analizzare le partite del portoghese, senza considerare il contesto, toglie qualcosa. È come dire che va bene tinteggiare le mura di casa, mentre il tetto sta crollando. È vero, ma c’è il tempo per la cronaca e quello dei giudizi. Sulle partite possiamo esporci in un modo o nell’altro, sulle vicende giudiziarie si può fare cronaca e aspettare. Anche se sembra tutto un grande bluff, lo diremo a giochi fatti, perché è giusto così. Altrimenti si rischia, per esempio, di fare la prima pagina con un titolone che sa tanto di accusa, e ritrovarsi Cristiano Ronaldo in mutande sulla quarta di copertina. Per esempio.

 

In campo, comunque, Cristiano Ronaldo va. E con lui la Juve: 8 su 8 in campionato, 10 su 10 in stagione. Difficile dare torto, in questo momento, a chi sosteneva che la Serie A fosse già chiusa. Vincente, ma anche bella la Vecchia Signora, dicono dopo Udine: sarà, l’idea di un Allegri che gioca un brutto calcio si è diffusa nel tempo ma risponde a verità parziale. Gioca un calcio pratico, ma a furia di vincere ci si diverte e si diventa anche belli. Sarà banale, ma l’unico avversario di questa Juve è la Juve. Considerato che qui si parla di un gruppo capace di vincere sette scudetti di fila, il rischio di adagiarsi sugli allori è remoto. L’obiettivo? Qualcuno scrive 114 punti, cioè vincerle tutte. È una pressione inutile, e in fin dei conti chi se ne frega. La priorità è un’altra, la Champions, i record di punti servono solo a raccogliere la polvere nelle bacheche.

 

In linea con la favola di un Allegri poco bello da vedere, s’è diffusa anche quella di Mario Mandzukic poco funzionale. Premessa: chi scrive nutre un amore profondo e viscerale per l’attaccante croato. Dalla prima partita in bianconero: un attaccante che picchia i difensori, roba da lucciconi per chi sul campo si limita a cercare le tibie avversarie. Il fatto che Marione sia l’unico juventino, oltre ovviamente a CR7, inserito nella lista dei candidati per il Pallone d’Oro, certifica però che questo amore è condiviso. Merito della Croazia seconda al Mondiale, certo, ma c’è di più. Mandzukic con la Juve ha costruito un rapporto speciale, e si vede in campo. Ma Mandzukic alla Juve è anche un giocatore indispensabile, e non soltanto per l’arrivo di CR7. È accomunato a Khedira, per citarne un altro indispensabile, dalla critica di chi vorrebbe 11 funamboli velocissimi in squadra. Bellamente, se ne frega, finisce nella top 30 mondiale del 2018 e continua a picchiare i difensori avversari. Ma anche a far impazzire la curva. E un po’ anche chi scrive.