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Sergio Porrini: "Frosinone spiraglio di luce, ma cosa manca alla Juve lo diciamo da tre anni. Allegri? In altre situazioni non sarebbe più l'allenatore"

23.02.2024 11:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Sergio Porrini: "Frosinone spiraglio di luce, ma cosa manca alla Juve lo diciamo da tre anni. Allegri? In altre situazioni non sarebbe più l'allenatore"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex difensore bianconero campione d'Europa e del mondo con la Juventus, Sergio Porrini, per parlare approfonditamente degli ultimi avvicendamenti in casa bianconera e non solo:

Il Frosinone può rappresentare quello spiraglio di luce in un febbraio davvero buio?

"Sì, perché bisogna ripartire al più presto. I risultati delle ultime partite non sono stati per nulla soddisfacenti, per questo occorrerà tornare almeno ad ottenere i tre punti. E' troppo riduttivo, a mio parere, dare la colpa alla partita andata male a San Siro in cui l'Inter ha dimostrato di essere superiore. Forse fin dall'inizio non c'è mai stata un'identità di gioco ben determinata, poiché la Juve delle ultime partite è stata soft e al di sotto delle previsioni".

Quanto pesa il fatto di non avere dei veri e propri leader come invece c'erano nei periodi vincenti?

"Nei momenti di difficoltà bisogna sempre avere dei giocatori carismatici e dalla mentalità vincente, perché sono proprio loro i primi a portarsi sulle spalle il peso della sconfitta e dei risultati negativi. In Juventus, negli ultimi anni, sono mancate delle figure di questo spessore. Per cui è probabile che i risultati sono arrivati finché c'è stato entusiasmo, ma ora il gruppo così giovane sta un po' pagando il periodo. La partita col Frosinone diventa fondamentale per dare un segnale, soprattutto a quelle dietro".

Anche il Frosinone, aggiungiamo, non è in un gran periodo. E poi ci sono i tre ex che verranno sicuramente col dente avvelenato e la gran voglia di far bene allo "Stadium".

"Sicuramente, anche il Frosinone deve guardare alla propria classifica e dopo una partenza brillante è incappato in una serie di risultati negativi. La Juve troverà una squadra agguerrita e che non può più fare tanti passi falsi, ma indipendentemente dall'avversario è chiaro che se ti chiami Juventus devi anche saper fare di un sol boccone il tuo avversario almeno dal punto di vista della cattiveria agonistica. Poi sappiamo benissimo che il risultato non è direttamente proporzionale al gioco espresso, però una reazione rabbiosa me l'aspetto".

Qui però c'è da dire anche un'altra cosa, che almeno pubblicamente la Juventus sta rispettando l'obiettivo iniziale di inizio campionato.

"Sì, li sta centrando in un campionato davvero molto povero in cui l'Inter, con la vittoria del recupero, potrebbe aver già vinto il campionato. Arriviamo da due anni in cui la prima fa il vuoto e crea divario, con le inseguitrici che sono altalenanti e non riescono quasi mai a reagire. Lo stesso Milan, ad esempio, dopo un buon periodo incappa in una sconfitta a Monza e del Napoli mai pervenuto in questa stagione. Ok l'obiettivo preposto dalla dirigenza, perché al giorno d'oggi è davvero importante a casa i soldi della Champions, ma resto convinto che la Serie A si sia altamente impoverita".

Però soffermandoci sulla Juve, il secondo posto e la conquista della Coppa Italia potrebbe essere una sorta di "salvagente". O no?

"Alla fine, tolta l'Inter, è una stagione fallimentare a livello di aspettative per tutte: il Napoli era partito per ripetersi, la Roma voleva fare un grande campionato, la Juventus voleva ripartire dopo un'annata difficile per tutto ciò che sappiamo. Chi sta facendo veramente bene è un'altra squadra nerazzurra, l'Atalanta, che sta dimostrando come un'identità ben delineata porti poi dei risultati. Altrove, invece, si vede confusione e incertezza. I posti Champions potrebbero diventare cinque, ne aumenterebbe ancora uno e così si potrebbe entrare ancora più facilmente".

Mister Lippi, in occasione del suo docufilm in uscita tra qualche giorno, ai media ha dichiarato più volte che ha sempre cercato di trasmettere la mentalità vincente ai suoi giocatori. Sei d'accordo?

"Non posso che non esser d'accordo con le sue parole, i grandi cicli si aprono attraverso i grandi giocatori e la loro mentalità vincente. L'allenatore è importante e in alcune circostanze è fondamentale, come lo può essere la figura di Gasperini all'Atalanta, ma poi è chi scende in campo a fare la differenza. Qui mancano i leader, i calciatori carismatici, l'abitudine a vincere e la personalità. E in tutte le grandi squadre del passato c'erano: nella Juve di Platinì, nella mia di Lippi, in quella dei nove scudetti consecutivi. Anche il contesto può far la differenza, ma è chiaro che deve esserci sotto una base ottimale. Ci devono essere almeno 4/5 fuoriclasse, che devono esserlo fuori così come all'interno del terreno di gioco. Sono loro le figure a cui i giovani devono far riferimento per diventare poi i leader di domani".

Tornando in campo, a che tipo di problematiche potrebbero esserci per la difesa che da tre passerebbe a quattro?

"Le cose sicuramente cambierebbero, poi dipende sempre dal tipo di interpretazione. Perché in una difesa a quattro chiedi ai tuoi terzini di spingere molto, allora difendi solo con i due lì dietro. Per i centrali potrebbe diventare un po' più complesso, anche gli stessi terzini già nominati dovranno avere più spiccate qualità difensive. Ed è lì che cambia il modo di aggredire, più veemente sicuramente in uno schieramento a tre. La lettura in una difesa a quattro diventa fondamentale in quanto giochi più di reparto e meno singolarmente. Però stiamo parlando di giocatori che hanno interpretato più o meno tutti i moduli nella loro carriera, forse per Gatti e Bremer potrebbe verificarsi qualche complicanza in più".

Quale è la tua su Allegri: resterà o no anche la prossima stagione?

"Ci sono tanti allenatori che stanno facendo molto bene in Italia, ed è innegabile che in questi tre anni non siano arrivati i risultati. Ma oltre ai trofei non conquistati, dopo tutto questo tempo non è arrivato nemmeno il gioco. E' da tre anni che facciamo gli stessi discorsi, siamo qui ancora a parlare di una Juventus altalenante sulle montagne russe e con un'identità non definita. Un pensiero, il prossimo anno, ad un allenatore potrebbe esserci, ma poi è chiaro che valuteranno anche la situazione economica. Siamo in un periodo di crisi dal punto di vista finanziario, con altri ingaggi e in altre situazioni (proprio a livello societario e il caos pazzesco avvenuto lo scorso anno) probabilmente Allegri non era già più sulla panchina della Juventus".

Si ringrazia Sergio Porrini per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.