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Ruben Olivera: "Juve squadra normale, non c'è più l'ossessione per la vittoria. Ci vorrebbero 11 Chiesa. Ko Sassuolo? Moggi ci avrebbe spediti direttamente in ritiro"

26.09.2023 11:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Ruben Olivera: "Juve squadra normale, non c'è più l'ossessione per la vittoria. Ci vorrebbero 11 Chiesa. Ko Sassuolo? Moggi ci avrebbe spediti direttamente in ritiro"
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© foto di Federico Gaetano

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex centrocampista bianconero tra il 2004 e il 2007, Ruben Olivera, per parlare approfonditamente di Juventus-Lecce e non solo:

Come hai visto la Juventus a Reggio Emilia?

"Per una squadra come la Juventus, deve essere inaccettabile uscire sconfitti con quattro gol al passivo. Dove è finito il carattere? E' stata una partita orrenda e piena di errori individuali, non c'è per niente tranquillità. E' l'atteggiamento di chi scende in campo a non convincermi pienamente".

Quale può essere, ovviamente da fuori, la spiegazione a tutto ciò?

"Nella mia Juventus c'era l'ossessione per la vittoria, era quello l'unico risultato accettato. Qui, invece, l'impressione è che non ci sia mai una reazione forte da parte della società. Non succede mai nulla. Non va per niente bene, così le persone prima o poi finiscono davvero per adagiarsi. Per reagire occorrono gli attributi, l'unico che ci prova e fa qualcosa è Chiesa. Ci vorrebbero 11 giocatori come lui in questa squadra".

Cosa sarebbe successo nella tua Juve?

"Moggi ci avrebbe mandati in ritiro la sera stessa: lo faceva quando pareggiavamo due partite di fila, figuriamoci dopo una pessima figura come questa. Per punizione ci avrebbe fatti allenare dalle 6 del mattino, ma forse erano anche altri tempi".

Per te, ad oggi, la Juventus non è una grande squadra?

"Quella di oggi è una squadra normale, purtroppo non fa più paura a nessuno. Difficilmente riesce ad imporre il suo gioco, qualsiasi squadra l'affronta ormai alla pari. Le piccole, fin dall'albore dei tempi, aspettano la Juve per poi ripartire, ma ci vuole anche cattiveria per vincere le partite".

Eppure i nomi ci sono, la rosa è composta da molti giocatori nazionali.

"Non sono i migliori delle loro nazionali, quelli che vedo sono giocatori del tutto normali. Per fare qualche nome: Vlahovic non ha ancora convinto a pieno in un anno e mezzo, Weah è ancora da aspettare, Locatelli inizia a giocar la palla lateralmente nel momento in cui inizia ad esser pressato. Non c'è più Pirlo o Pjanic, quindi c'è ora a calciare le palle inattive? La Juve di oggi è davvero una grossa incognita".

Non vorrei far troppo l'avvocato del diavolo, ma in fin dei conti è stata sbagliata solo una partita.

"Ho visto anche le altre, gioca bene per un tempo e poi iniziano i black-out inspiegabili. Quel che dico è che nemmeno prima giocava così bene, ma almeno si vedeva un'impronta dal centrocampo in giù. I giocatori sapevano cosa fare con la palla tra i piedi, ora c'è decisamente più difficoltà. Da tifoso, sinceramente, ho paura di prendere gol in qualsiasi momento. Non mi sento più tranquillo".

Stasera arriverà il Lecce allo "Stadium", quali sono le tue sensazioni a riguardo?

"Sarà una partita difficile, il Lecce non avrà nulla da perdere. E' una squadra che corre, è in fiducia e c'è tanto entusiasmo dopo l'ultima vittoria. Per la prima volta saranno lì a guardare gli avversari dall'alto, sicuramente arriveranno allo 'Stadium' per giocarsi le loro chance. Chi ho visto bene è il montenegrino Krstović, ha una grinta assurda che trascina tutti i compagni. La Juve dovrà giocare con gli occhi della tigre, ma come dicevo è un'incognita: magari può far bene stasera e far male quella successiva".

La Juve, per te, non è da scudetto?

"Ma io ci spero sempre, anche se ad oggi è ancora troppo presto per parlarne. Il distacco dall'Inter è di 5 punti, non bisognerà perdere ulteriore terreno. Non è che bisogna sempre rincorrere, a volte non puoi tenere sempre quel ritmo. Il mio augurio è che possa ritrovare la mentalità vincente, magari Giuntoli può riuscire nel tempo a fargliela ritrovare".

Si ringrazia Ruben Olivera per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.