Trotta: "Oggi non vedo un giovane italiano che possa fare il percorso di Del Piero e Totti. Conte? Le sue parole vanno ascoltate...""
Durante la trasmissione sportiva “1 Football Club”, condotta da Luca Cerchione e trasmessa su 1 Station Radio, è intervenuto in esclusiva Ivano Trotta, oggi allenatore ed ex centrocampista con un passato in squadre come Napoli e Juventus. Le sue parole:
È stato un giovane dalle belle speranze, ha esordito in Champions League con la Juventus al fianco di campioni come Zidane e Del Piero, quali sono i giovani nel calcio italiano di oggi che hanno margini per fare una grande carriera?
“Bella domanda. Negli anni che hai citato c’era sicuramente più possibilità di vedere giovani italiani emergere: i Del Piero, i Totti… già da giovanissimi esordivano senza problemi, veniva data fiducia. Oggi il discorso è completamente diverso, perché molti ragazzi vengono presi dall’estero come fa il Como, con ragazzi stranieri molto forti e molto giovani. Questo dimostra che nel nostro campionato i giovani possono giocare anche da giovanissimi, ma se sono quasi tutti stranieri significa che in Italia sbagliamo qualcosa nella preparazione per permettere ai nostri ragazzi di affrontare palcoscenici importanti già a 19-20 anni. Quindi, ad oggi, la vedo così: se non cambia qualcosa nei settori giovanili, continueremo a vedere ragazzi forti sì, ma di altre nazionalità. Non è che l’Italia non abbia giovani di talento, è che, ad oggi, faccio fatica a vederne uno che mi lasci a bocca aperta quando gioca, tutto qui. Quindi sì, al momento non c’è nessuno che mi faccia rimanere a bocca aperta. Chiaramente abbiamo citato paragoni importanti: Totti, Del Piero, oggi non vedo un italiano che possa fare quel percorso, almeno per ora. Se devo pensare a un futuro talento italiano penso ad un italo-brasiliano, tu lo conosci: il figlio del nostro amico Piá, Samuele Inacio. Non vado a scoprire l’acqua calda, ma non vedo l’ora che esploda, perché sarei contentissimo per lui. Ha qualità vere. Magari farà una carriera anche migliore di quella del padre, che comunque ha fatto un’ottima carriera.”
La situazione in casa Napoli è diventata incandescente dopo le dichiarazioni di Conte. Dall’esterno, con due punti dalla vetta e la Champions ancora aperta, non sembrava così grave. Poi è esplosa la bolla mediatica, soprattutto quando ieri Conte non si è presentato a Castel Volturno, lasciando solo il vice Stellini. Da dove partiamo per analizzare tutto questo?
“Sicuramente dalla sua assenza, che dicono fosse concordata anticipatamente con la società. Però sai com’è, in un momento così si va sempre a cercare la lettura negativa: magari non si crede che fosse concordata, si pensa che sia dovuta ai risultati, alle voci di dimissioni che De Laurentiis ha smentito, e a tutto il resto. Se questa cosa fosse successa dopo una bella vittoria, avrebbero tutti preso il permesso come normale. Ad oggi, però, purtroppo, a pensar male spesso ci si prende. La situazione è ribaltata rispetto a qualche settimana fa: poco chiara. Le dichiarazioni di Conte vanno ascoltate, perché se sono fatte da lui, che vive lo spogliatoio ed è il manager tecnico del club, vanno analizzate. Lui ha detto chiaramente che ha un gruppo che non lo sta seguendo, che i nuovi fanno fatica a inserirsi e che oggi i veterani non stanno dando il massimo, non per mancanza di volontà, ma perché quando si rompe un meccanismo alla fine vengono travolti tutti. È una situazione delicata, non per la classifica o per la Champions, perché il Napoli è lì: è delicata perché ci si sta capendo poco. Io spero che rientri, perché la squadra è forte, il mercato è stato valido e l’allenatore, per me, è ancora uno dei più forti in assoluto.”
Prendersi una settimana di permesso proprio nel mezzo del caos Napoli è una scelta giusta e saggia?
“Conte è sempre stato uno un po’ fuori dagli schemi, non solo nelle dichiarazioni ma anche nei modi. Può darsi che abbia voluto dare una scossa all’ambiente, non tanto alla piazza quanto allo spogliatoio, con un gesto così forte. Potrebbe essere un modo per far riflettere i giocatori. Se invece parliamo semplicemente di un permesso per motivi personali importanti, questo non lo possiamo sapere: viviamo tutto dall’esterno e la certezza non l’avremo mai. Io ribadisco: per il bene del Napoli spero rientri tutto nella normalità.”
Le ultime uscite di Conte 'al veleno' come le ha percepite?
“Le ultime uscite di Conte le ho viste meno ‘al veleno’. Le altre volte attaccava arbitri, Marotta, vedevo la verve di uno arrabbiato ma motivato. Stavolta l’ho visto più come uno che prende atto di una situazione complicata, non remissivo ma meno incisivo per un prosieguo di campionato. E sì, è una situazione che lui aveva previsto: a luglio disse già che sarebbe stata una stagione complicata, non per fare il paraculo, ma, forse, per lungimiranza: lui sa cosa chiede ai suoi giocatori e quanto sia dispendioso. Ho letto che i giocatori debbano presentarsi alle 11:30, mangiare tutti insieme, allenarsi e poi possono andare via la sera, nel senso: sono professionisti, ed è giusto, ma lui è molto presente nella vita dei calciatori. Con un grande mister sali come prestazioni e risultati, ma devi essere disposto a dare tanto. Quando lui non vede questo, allora rischi l’effetto contrario. Alcuni giocatori possono avere una sorta di rifiuto.”
Il tweet di smentita di De Laurentiis sulle dimissioni di Conte è stato molto netto: giusto farlo?
“Sì, secondo me sì. Perché si parla del suo allenatore e del proprio club. Se gira una voce, intervenire subito per smentire è giusto, specie per tenere tutto sotto controllo. Oggi, per me, ha fatto bene a chiarire subito, anche se fossero state solo dichiarazioni di facciata.”
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