Il ritorno di Alessandro Moggi: "Riparto con più forza. La Juve? E' in fase di crescita"

Intervista di Alessandro Alaimo
04.01.2011 08:45 di  Redazione TuttoJuve   vedi letture
Fonte: Tmw
Il ritorno di Alessandro Moggi: "Riparto con più forza. La Juve? E' in fase di crescita"
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Dopo due anni di squalifica, Alessandro Moggi, torna a pieno regime a svolgere il suo lavoro: quello di procuratore. Il 31 dicembre 2010 è infatti scaduta la squalifica che ha fermato ai box il figlio dell'ex direttore generale della Juventus. Oggi, Alessandro Moggi, protagonista dell' "A tu per tu" di Tuttomercatoweb, ripercorre le tappe della sua squalifica e pensa al futuro.

Moggi, è stato fermo due anni. Restando fermi per tutto questo tempo cambia la vita professionale. Hanno pagato tutti?
"Sicuramente io ho pagato. Non so se abbiano pagato tutti, sta a qualcun altro stabilirlo. Credo di aver pagato anche troppo rispetto ai motivi per cui sono stato squalificato perché bisogna ricordare i motivi della mia squalifica, ovvero una pratica che nella prassi consolidata del mio lavoro viene e veniva praticata da molti colleghi: mi riferisco al fatto di far pagare le parcelle alle società. Una prassi consolidata nel nostro mondo. Diciamo che ho pagato quello che è stato un ciclone che mi ha investito in quel momento. Ma oggi riparto con stimoli e motivazioni maggiori rispetto al passato".


Si parla tanto di procuratori che non possono assistere gli allenatori però quando Benitez è andato via ha detto 'vedremo, Moratti parlerà con il mio procuratore'. Allora gli allenatori, il procuratore, possono averlo?
"Questa è stata una delle accuse più forti che sono state mosse alla Gea. Ovvero che nella nostra organizzazione potessero risultare degli allenatori come clienti. In realtà lo facevamo come consulenti. In quel momento specifico la figura non era proibita, nonostante questo fu creata una serie di problematiche e la situazione usata come volano per delle accuse che portarono allo scioglimento della società. Oggi la figura dell'agente dell'allenatore è proibita, anche se ogni tanto mi capita di leggere sul giornale che tizio è l'agente di caio e nessuno muove alcun tipo di contestazione a questa pratica diffusa. Ho dovuto pagare, ma ora riparto da una nuova vita professionale".

Quanti calciatori ha perso durante il suo periodo di inattività?
"Diciamo che il gruppo storico dei miei calciatori sostanzialmente è rimasto intatto. Non ho potuto svolgere l'attività ma il regolamento prevede di mantenere inalterato il rapporto tra agente e calciatore, ovvero la procura. Non svolgendo attività non ero operativo però quel mandato è rimasto e nessuno dei miei calciatori ha ritenuto opportuno revocarlo, così hanno pensato di svolgere le proprie attività in proprio aspettando la fine della mia squalifica".

Che rapporto ha avuto in questo periodo con i suoi colleghi? Qualcuno le ha voltato le spalle?
"Devo dire che per certi versi in alcuni casi il rapporto è addirittura migliorato. Il nostro è un mondo particolare, concorrenziale. Ci si confronta quotidianamente su varie tematiche, parlare di amicizia è complicato però devo dire che nella maggior parte dei casi, in tanti, si sono resi conto che quello che ho subito io dal maggio 2006 probabilmente è stato eccessivo e questo ha fatto si che coloro che mi vedevano come fumo negli occhi si ricredessero e avvicinassero. L'ho riscontrato in svariate componenti del mio mondo e mi ha dato lo stimolo per andare avanti e credere che quello che avevo fatto era qualcosa di più del normale".

Che interesse aveva il figlio di Moggi a stare con altri 'figli di...' (De Mita, Geronzi, Lippi, Tanzi, ndr)?
"Se entriamo nel merito dobbiamo chiarire che Tanzi nella mia Gea non c'è mai stato ma era in quella precedente. Per quanto riguarda l'interesse nessuno, non c'era bisogno di avere una convenienza specifica. Semplicemente condividevamo un qualcosa che potesse mettere insieme sia l'aspetto sportivo che quello commerciale, ovvero il famoso settore marketing. Mettendo insieme questi due filoni abbiamo tentato di creare un'azienda e non dimentichiamo che abbiamo creato la prima fiera del calcio. Tutte queste componenti facevano si che la Gea fosse un'azienda richiamabile al mondo americano".

Cosa ha fatto in questo periodo?
"Ho guardato tanto calcio, mi sono documentato e caricato in attesa che finisse la squalifica. Poi mi sono dedicato al mondo dell'imprenditoria e quindi all'abbigliamento coinvolgendo alcuni dei miei ragazzi".

Chi sono i suoi ragazzi o comunque alcuni più rappresentativi?
"Oggi recupero un po' quelli che sono stati i miei ragazzi dell'epoca che non hanno revocato la procura e mi hanno aspettato. Quindi dal 1 gennaio 2011 riprendo l'attività con loro. Sono tutti rappresentativi: Cassetti, Legrottaglie, Liverani, Nocerino, Bogdani e così via. Fortunatamente non sono pochi e dispiace non citarli tutti".

E' possibile che qualcuno l'abbia voluta colpire per colpire suo padre?
"Non lo so, non mi sono mai posto questo problema anche perché ad onor del vero ho la fortuna di chiamarmi Alessandro Moggi e questo mi ha dato la possibilità di vivere il calcio fin da bambino. Il calcio è la mia vita. A volte mi chiedono se rifarei quello che ho fatto e dico di si, perché non ho trovato nulla di sbagliato e ritengo che sia stato un grande progetto".

Perché il progetto ha fallito?
"Perché molte volte qualcuno diceva ' ti perdonano tutto tranne che il successo'".

Secondo lei il calcio è cambiato in questo periodo?
"Tempo fa non riuscivo a dormire, mi sono sintonizzato sulla Rai alle quattro del mattino e mi è capitato di vedere un Processo di Biscardi del 1983, si facevano gli stessi discorsi che si fanno adesso. A questa domanda quindi ho già risposto".

Ha avuto la sensazione, in questo periodo, che il vento stia cambiando? Prima molti giornali quando sentivano il suo nome o quello di suo padre stavano lontani, mentre adesso, forse, il telefono torna a squillare.
"Per quanto riguarda me devo dire che il vento sta cambiando perché è finita la squalifica, però nei miei confronti non ho mai trovato ostruzionismo, anche nei momenti successivi al maggio del 2006. Sono stato squalificato nel gennaio 2009 e in quel lasso di tempo ho trovato solidarietà da tanti colleghi, operatori e atleti. Il famoso telefono che comincia a squillare, per quanto mi riguarda non ha mai smesso di farlo. Durante questo periodo ho avuto la fortuna di mantenere la mia rete di contatti".

Qual era il ruolo di Chiara Geronzi all'interno della Gea?
"Non aveva cariche operative, era un socio che essendo una persona intelligente partecipava alle attività dell'azienda per quanto riguarda l'area commerciale e si dilettava in ciò che era l'altro filone del nostro lavoro".

E quello di Roberto Mancini?
"Nella mia nessuno".

Giuseppe De Mita invece ha chiuso, per adesso, con il calcio. Gli hanno chiuso le porte?
"Giuseppe ha fatto una scelta differente. Oggi ha una società che organizza eventi in mondi vicini a quello dello sport. Nessuno ha chiuso le porte a Giuseppe De Mita".

Qualcuno potrebbe metterle i bastoni tra le ruote perché teme il suo ritorno?
"Lo spero, se qualcuno mi teme vuol dire che le mie capacità sono alte (sorride,ndr). Non vedo perché qualcuno debba mettermi i bastoni tra le ruote. Ricordiamo inoltre che nessun procuratore in Italia ha pagato in modo così lungo come accaduto a me".


Oddo e Jankulovski oggi sono due pesi per il Milan?
"Assolutamente no. Sono due giocatori importanti, in questo periodo non stanno trovando grandissimo spazio ma sono due dei titolari dell'ultimo grande trofeo vinto dal Milan. Giocano poco, ma Oddo aveva riconquistato il posto contro il Napoli, poi ha avuto un infortunio e questo ne ha condizionato l'impiego. Jankulovski non sta trovando spazio ma chissà che da qui alla fine della stagione non riesca trovare spazio e rendersi utile alla causa del Milan".


Sculli doveva andare all'Inter. Cosa farà a gennaio?
"Non so se rimarrà al Genoa, ad oggi si. A me non piace parlare pubblicamente del lavoro che svolgo quotidianamente ma ci sono degli interessi che si sono manifestati in questo periodo così come in estate. A volte le trattative per essere portate a termine richiedono una serie di componenti. In estate tra l'altro Sculli ha rinnovato il contratto con il Genoa e credo sia stato soddisfatto di questa parentesi estiva. Adesso che ricominciamo a riprendere in mano la situazione vediamo cosa può darci il mercato".


Liverani a Palermo vive da separato in casa. A gennaio andrà via?
"Credo che rimarrà a Palermo fino alla fine del contratto. Non vive da separato in casa visto che recentemente ha giocato. Vive quello che vivono altri calciatori nell'attuale campionato. Sono situazioni contingenti che andremo a valutare".

Come è cambiato il calciomercato rispetto al passato?
"Nella realtà e sulla carta si vedevano tanti soldi. Oggi si fa di necessità virtù, quindi si cerca o il prestito come accaduto in estate oppure di ottimizzare le proprie necessità scambiando determinati calciatori con altre squadre".


Spazio alla Juventus: adesso tanti nomi finiscono sui giornali, prima invece con suo padre non usciva nessuna notizia.
"Non credo che possa essere un danno per il club. I danni si quantificano sul campo la domenica. C'è un campionato in cui il Milan ha recuperato lo splendore del passato, mentre l'Inter ha un po' di difficoltà che, visti i recenti successi, potevano starci. I bianconeri stanno facendo qualcosa di simile all'anno scorso in termini di risultati ma stanno mostrando buone idee di gioco e compattezza. La squadra è in fase di crescita".