Doping in Spagna: Ramos e non solo, campioni e provette nascoste

Doping in Spagna, diciotto anni dopo la cosiddetta Operacion Puerto, l'indagine iberica che colpì il mondo dello sport e che coinvolse campioni del ciclismo come Contador, Ullrich e Ivan Basso, tra gli altri. Come riportato dal Corriere della Sera, citando un reportage del sito spagnolo Relevo, al centro del nuovo caso doping ci sarebbe l'Agenzia Nazionale Antidoping (Celad). Sotto accusa in particolare sono il direttore José Luis Terreros, funzionario governativo, e Jesus Munoz-Guerra, responsabile dei controlli e già designato ai vertici della struttura che vigilerà su Parigi 2024.
IL REPORTAGE - Secondo le indagini, i due dirigenti tra il 2017 e il 2022 avrebbero deciso di appaltare l'esecuzione dei controlli antidoping a una agenzia tedesca puntando al risparmio: la richiesta era infatti quella che i controlli venissero realizzati da un solo ispettore (rispetto ai due obbligatori a tutela dell’atleta) o da tecnici senza abilitazione. Inoltre, nel momento in cui veniva rilevata una positività, i due dirigenti avrebbero deciso a volte di annullarla, emettendo in particolare delle autorizzazioni per uso terapeutico - definito Tue - di farmaci proibiti all'insaputa degli atleti. Altre volte invece gli stessi dirigenti avrebbero scelto di notificare la positività con un anno di ritardo in modo tale da invalidarla in automatico. Numerosi i nomi di campioni spagnoli dello sport, a partire dal velocista Patrick Chinedu Ike, positivo a più steroidi nel 2019 e mai processato, ma anche la primatista iberica di maratona, Majida Maayouf, positiva nel 2020 a un betabloccante ma salvata da un Tue retroattivo. Del mondo del calcio compaiono i nomi di Sergio Ramos, ex Real Madrid oggi al Siviglia. Nel 2018, quando vestiva la maglia dei blancos, il difensore spagnolo avrebbe ritardato irregolarmente un controllo dopo una sfida contro il Malaga nella Liga. Ritardo di cui non c'è alcuna traccia, tuttavia, rispetto a quanto riportato all'interno dei verbali dell'unico ispettore presente al match.
L'Agenzia Mondiale Antidoping (Wada) fa sapere che "una serie di azioni correttive in sospeso devono essere intraprese urgentemente per riportare il Celad in linea con il protocollo mondiale antidoping" e "che non saranno accettati ritardi".