Cambiaghi: “Negli ultimi mi sono ispirato a Chiesa”

Nicolò Cambiaghi ha parlato dal ritiro della nazionale italiana in vista dei prossimi impegni. Ecco le sue parole riprese da Tmw:
Come sei ripartito dopo l'ultimo brutto infortunio?
"Indubbiamente la scorsa stagione è stata condizionata da un infortunio importante, ma da febbraio-marzo sono rientrato bene. Dopo l'infortunio mi sono concentrato sul recupero e ho sentito subito la squadra al mio fianco. Successivamente è andato tutto bene, non ho avuto complicazioni e sono riuscito a rientrare bene. Quest'anno ho fatto il ritiro, ho avuto minutaggio, ma devo dire che anche lo scorso anno appena rientrato mi sentivo bene".
Ci racconti della tua foto da bambino alla finale del 2006?
"E' un ricordo che porterò sempre con me, nasce dalla passione della mia famiglia per la Nazionale. Riuscimmo a trovare i biglietti e andammo a vedere la finale, ho ricordi un po' vaghi che resteranno sempre nel mio cuore. Era una delle mie prime partite dal vivo, porterò sempre con me quella foto con mio papà alla finale".
Quanto devi a Italiano? Ti senti di fare un appello al pubblico friulano?
"Devo tanto al mister, mi ha voluto fortemente ed è stato molto bravo e paziente nell'aspettarmi. Gli devo tanto, sto riuscendo a mettere in campo le mie qualità grazie alle sue idee innovative e belle. Il gioco del mister si concentra molto sugli esterni. Alla seconda domanda rispondo che, per quanto possibile, l'affetto del popolo italiano ci sarà sempre. Abbiamo bisogno della spinta dei nostri tifosi".
Vi sentite fortunati a essere qui e perché?
"Nel percorso del calciatore per arrivare a questi livelli servono tante cose. E' un percorso fatto da tanti ostacoli e sacrifici, quindi ci vuole anche un pizzico di fortuna. Non dico che siamo qui per fortuna, ma un pizzico di fortuna ci vuole sempre. Sicuramente ritengo che la fortuna sia presente nel nostro percorso".
Tanti italiani di seconda generazione ci sono ormai anche in Under 21, qual è il tuo pensiero?
"Noi ci concentriamo sul campo, però sicuramente siamo in un'epoca in cui si è sempre in evoluzione. Una crescita costante. Se sono stati selezionati è perché sono giocatori di alto livello. Il futuro della Nazionale è anche questo, ma noi ci concentriamo sul campo e il resto lo fa la Federazione".
Cosa stai curando in zona gol con Italiano?
"Conta tanto il lavoro settimanale, poi ci vuole anche fortuna. Devono incastrarsi diverse cose. Arrivavo da due stagioni in cui segnavo con regolarità, poi c'è stata un'annata un po' più complicata. Lo scorso campionato poi sono rientrato in maniera molto positiva... Il gol di domenica scorsa mi dà una grossa spinta, ancor più serenità, ma il far gol deriva dall'impegno e dalla costanza di far le cose. Ho sempre gestito il tutto con grande tranquillità".
Cosa rappresenta il sogno Mondiale?
"Già essere qui in questo momento è motivo di grande orgoglio. E' un sogno ma anche un punto di partenza perché è la prima convocazione. Cercherò di godermela al massimo".
TMW - Chi è il tuo modello di riferimento?
"Quando guardo le partite analizzo sempre bene chi ricopre il mio stesso ruolo. Negli ultimi anni sicuramente Insigne e Chiesa più di tutti, mi piacciono molto. Ma come loro due ce ne sono anche altri che studio per prendere spunto".
Riescono i settori giovanili italiani a valorizzare davvero i giovani?
"Il percorso per un calciatore è molto importante. Quando sono uscito dalla Primavera dell'Atalanta avevo bisogno di fare esperienza e le stagioni che ho fatto in prestito sono state importanti, senza quei giri in Serie B e in Serie A oggi non sarei qui. In Italia ci sono settori giovanili importanti, ma credo che una volta usciti sia giusto farsi le ossa e continuare a lavorare".
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