Beccantini: "Nella Juve assenza totale di leader e quel 3-5-boh che non mi convince. Per Luscianone si profila un inverno più caldo degli autunni caldi"
Il giornalista Roberto Beccantini commenta il pareggio della Juventus a Firenze sulle pagine del suo sito internet. Le sue parole: "Fu la Viola, attorno alle idi di marzo, a pugnalare Thiago: 3-0, dopo il 4-0 della Dea allo Stadium. Questa volta finisce pari e non «salta» nessuno: 1-1. Un sinistro randagio di Kostic agli sgoccioli del primo tempo; un mancino tracciante di Mandragora in avvio di ripresa. Pre e post, cori brutti-brutti contro Vlahovic e un’ordalia oggettivamente modesta, salvata – alla lunga, e solo parzialmente: molto parzialmente – dagli episodi.
In ordine sparso: il rigore pro Vlahovic dopo un reciproco «kamasutra» fra Pablo Marì e il serbo cervelloticamente revocato dal Dov’eri al Var. La traversona di Kean. La fuga di Vlahovic tipo Bernabeu, Cierre fino al tiro e poi più. Le paratone di Di Gregorio su Kean e di De Gea su McKennie.
Se Spalletti è nuovo, Vanoli è addirittura nuovissimo. Le zero vittorie e l’ultimo posto non gli appartengono. Ha ritrovato i battiti del cuore, la sua Fiore. E poi c’è Kean: una belva. Che duello, con Kelly. Come le sparatorie ta Vlahovic e Pablo Mari. In assenza di gioco, ci si rifugia nel wrestling. Perdonateci.
Impossibile dare un senso agli errori tecnici di Madama: sono stati una selva. Per «Luscianone» si profila un inverno più caldo degli autunni caldi che ci tramandiamo dalle lotte operaie del Novecento. Gli attaccanti non segnano: né il titolare né le riserve (David, Openda, trattati ormai come mance). E Yildiz, più centrale, ha acceso qualche lumino esclusivamente dal 60’ in su.
La pareggite continua a zavorrare la Vecchia. Siamo al terzo di fila, in pieno stile Motta (e Tudor). E’ sempre alla solita casella, l’abate di Certaldo: la casella dell’eterno ritorno. Momenti di gloria, periodi di sbandamento, calcio masturbato. Assenza totale di leader e quel 3-5-boh che non mi convince. Il punto cementa più Vanoli che Spallettone. Che aveva parlato di scudetto per dare la scossa. Era una finta. Occhio, invece, al quarto posto.
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