GIANDONATO SI CONFESSA A TMW: "REDONDO IL MIO IDOLO. DEL PIERO MI SOSTIENE"

Intervista di Raffaella Bon
26.11.2010 18:55 di  Redazione TuttoJuve   vedi letture
Fonte: Tmw
GIANDONATO SI CONFESSA A TMW: "REDONDO IL MIO IDOLO. DEL PIERO MI SOSTIENE"

Tutto in tredici giorni. Non è il titolo di un nuovo film holliwoodiano, ma quello che è capitato a Manuel Giandonato, talentuosa promessa (quasi realtà…) della Juve. Dal 4 novembre, che ha segnato il debutto da titolare con la maglia della Juventus in Europa League contro il Salisburgo, al 17 novembre, che ha fatto registrate l'esordio con la maglia della seconda rappresentativa nazionale (l'under 21 di Ferrara), sono infatti trascorse meno di due settimane. Due settimane che Manuel, abruzzese di Casoli, 19 anni compiuti il 10 ottobre, avrà impresse nella memoria per tutta la vita. Soddisfazioni che difficilmente rimarranno isolate, viste le molte qualità, non solo tecniche, che il centrocampista juventino sta palesando. Se ne sta accorgendo anche uno che notoriamente il calcio lo mastica come mister Luigi Delneri, il quale sempre più frequentemente lo sta coinvolgendo negli allenamenti della prima squadra già dal ritiro estivo dell'estate scorsa, includendo sempre più spesso il numero 36 anche nei convocati della Vecchia Signora.

Tredici giorni per te intensissimi ed importantissimi. Come hai vissuto questo periodo per te importantissimo?
"Ho vissuto un periodo – ci ha raccontato il giovane juventino – molto bello ma, sono sincero, con estrema serenità. Questo perché qui alla Juve hanno tutti molta fiducia in me e mi trasmettono tranquillità, dallo staff ai compagni. Poi l'emozione di andare in under 21 è stata bellissima. Lì c'è mister Ferrara che mi conosceva bene. Io sono anche 'sotto età' per far parte di quella squadra, visto che ho 19 anni. Quindi quella chiamata è stata inaspettata e, pertanto, ancora più bella".

Adesso inizia una fase molto delicata della tua carriera in prospettiva futura. Avrai tutti gli occhi addosso perché si sono create molte (legittime) aspettative. Ti senti più responsabilizzato ed in qualche modo sotto pressione?
"Sotto pressione non direi. Forse perché visto il ruolo che rivesto in campo sono abituato sin da piccolo ad avere pressioni e responsabilità. E' un ruolo che mi piace quindi accetto volentieri pressioni e responsabilità. Anzi le uso per essere stimolato a fare sempre meglio".

Aiuta, e se si quanto, avere al tuo fianco campioni del calibro di Del Piero, Chiellini, Melo, Krasic, solo per citarne alcuni, o è un motivo di maggiore rischio perché i margini di errore diminuiscono?
"Concordo sul fatto che quando vesti la maglia della Juventus – riconosce Manuel – i margini di errore sono ridottissimi, in partita ma anche in allenamento. Però è pure vero che c'è il rovescio positivo della medaglia. Questi sono giocatori talmente di qualità che si mettono delle posizioni in campo che nemmeno t'aspetti, facilitando molto il tuo compito".

Chi di loro ti ha aiutato maggiormente in questo salto, consigliandoti o incoraggiandoti in occasione di errori?
"Per quanto concerne l'aiuto, con me sono stati tutti eccezionali. Basti pensare ad uno come Del Piero, che è un grande della storia del calcio italiano, eppure mi sostiene molto. Ma pure tutti gli altri, che non cito singolarmente perché, davvero, non ce n'è uno che non mi abbia fatto mancare la propria fiducia e non mi dimostri pari dignità".

Tu hai avuto l'opportunità di esordire in prima squadra con una delle maglie più prestigiose d'Europa, ma molti altri giovani non avranno mai questa chance, anche per il sovraffollamento di extracomunitari che c'è nel torneo Primavera. Non credi sia esagerata questa invasione di stranieri, spesso di scarso tasso tecnico, e che ci voglia un freno a livello normativo?
"Io non so – ci confida Manuel Giandonato – che interessi ci siano dietro l'arrivo di questi ragazzi stranieri e non è una cosa che deve riguardarmi. Quello di cui sono sicuro è che in Italia ci sono molti giocatori di pari livello, se non superiori, a coloro che vengono da fuori. Penso che se devi prendere un ragazzo straniero non fortissimo spendendo molti soldi, sarebbe meglio investire le stesse cifre nella formazione degli italiani. Spesso sento dire che non ci sono giovani interessanti in Italia. Per me non è vero. E' che spesso non gli si dà l'opportunità, come ha fatto con me la Juve, di crescere e mettersi in luce, preferendo lo straniero che fa più notizia ma che spesso non ha la stessa resa".

L'under 21 di Ferrara ha dimostrato fin dalla sua prima uscita a Fermo di essere già un gruppo coeso. Pensi possa nascere, come dice qualcuno, un ciclo capace di rinverdire i fasti di un tempo della seconda squadra nazionale, magari con Giandonato in mezzo al campo?
"Questa squadra si conosce già bene – considera il centrocampista di Casoli –, perché noi ragazzi abbiamo fatto quasi tutta la trafila delle nazionali giovanili insieme. Poi abbiamo un mister che è motivatissimo e ci trasmette questa grande voglia di fare ed onorare la maglia del nostro Paese. In quei tre giorni agli ordini di Ferrara e Peruzzi abbiamo fatto degli allenamenti di intensità straordinaria, ma senza alcun problema. Se continuiamo con questo piglio non possiamo che crescere sotto la loro giuda ed i risultati poi è normale che arrivino".

Chi sono il campione del presente e quello del passato ai quali ti ispiri e tenti di assomigliare?
"Del passato Redondo. Quello del presente Xabi Alonso".

Il sogno nel cassetto?
"E' quello di qualsiasi ragazzo della mia età che gioca al calcio: vestire la maglia della nazionale maggiore. Per questo lavoro molto ogni giorno e mi metto a disposizione di chi mi allena per migliorarmi costantemente ed arrivare a realizzarlo".