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Muslimović su Pjanic: "Intelligenza calcistica dono di Dio, saprebbe fare anche la prima punta. Barcellona? Deve fare quello che si sente"

18.06.2020 13:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Muslimović su Pjanic: "Intelligenza calcistica dono di Dio, saprebbe fare anche la prima punta. Barcellona? Deve fare quello che si sente"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex attaccante e gloria della nazionale, Zlatan Muslimović, per parlare approfonditamente di Miralem Pjanic che ben ha conosciuto durante i suoi anni con la maglia della Bosnia e non solo:

Credi che i continui accostamenti a Barcellona e PSG potrebbero creargli dei problemi per questo finale di stagione?

"Penso che Miralem sia un giocatore molto importante per la Juventus e per la Bosnia, ma non sarà facile per lui per via di tutte queste voci. Ma è un professionista, per cui è abituato ad essere al centro dell'attenzione. Lui è tra i primi venti giocatori al mondo, sarà sempre la normalità sentirne parlare in chiave mercato. Anche se a mio parere non sarà mai un problema essere accostati a questi grandi club".

Hai avuto modo di vederlo nei primi due incontri?

"Non ho potuto seguirlo con il Napoli per via di un impegno, ma ho visto tutto il suo match con il Milan. Era la prima dopo un lungo periodo di inattività. Tutti noi che guardiamo dall'esterno ci aspettiamo fin da subito delle grandi prestazioni, ma non è facile smettere e poi ripartire di nuovo. Lì non è stato solo Miralem a non giocare bene".

E' più una mezz'ala o un giocatore che deve giocare davanti alla difesa?

"Lui è un giocatore molto intelligente, flessibile, in grado di saper far bene ovunque si trovi in campo. Giocherebbe bene anche come prima punta. Lui è bravo a prender la palla ed è capace di andare tra le linee, ha il tiro da fuori ed è molto bravo a calciare le punizioni. Ciò che mi ha sempre colpito è la sua lettura del gioco, fenomenale".

In che senso? Ti puoi spiegare meglio?

"Sapeva già che cosa fare prima ancora di prendere la palla. Ha un'intelligenza calcistica che in pochi possiedono, una velocità di pensiero unica nel suo genere. E' un dono di Dio. Quello che lui faceva in tre metri, io lo facevo in cento (ride ndr). Per capirci meglio, è la stessa che ha avuto Pirlo".

Come era in nazionale? Che ricordi hai legati a lui?

"Lo ricordo come una persona garbata e molto disponibile con i compagni e l'allenatore. Lui e Dzeko sono i due più importanti che abbiamo in nazionale: il primo è il motore, il secondo è il bomberone. Li ho visti entrambi crescere, specialmente Miralem che era un ragazzino. Già da minorenne non mostrava soggezione verso i più grandi, a maggior ragione aggiungo che era già al nostro livello se non addirittura superiore. Non si faceva affatto impressionare. Si vedeva subito che aveva la stoffa del campione".

Forse non tutti lo ricordano, ma di Pjanic se ne parlava già bene nel 2007 quando ancora non era maggiorenne.

"Era già titolare al Metz, non è facile affermarsi subito come titolare in un campionato difficile come quello francese. C'è grande fisicità e velocità, Miralem ha stretto i denti e si è saputo adattare a quel tipo di calcio. Non mi sorprende poi che abbia fatto bene al Lione e sia arrivato in Italia dove ha fatto ugualmente bene. Personalmente ho giocato tanti anni in Italia, una volta che me ne sono andato ammetto che è stato tutto in discesa. Questo per far capire che è il torneo più difficile al mondo".

Che tipo di consiglio forniresti a Miralem? Resti alla Juve oppure vai al Barcellona?

"Lui deve fare quello che si sente, nessuno può scegliere per lui. Da suo ex compagno di nazionale, sarò d'accordo con qualsiasi decisione. Sarò felice se lo sarà lui".

Si ringrazia Zlatan Muslimović per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.