Banchieri sulla Next Gen: "Può vincere il girone B, il livello è più alto della media. Vacca forte, Barbieri da Psg e Barcellona. Sfiorai due volte la panchina della Juve. E su Di Gregorio..."

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex allenatore tra le altre di Messina, Vis Pesaro e Novara, Simone Banchieri, per avere la sua opinione sulla Juventus Next Gen e non solo:
La Next Gen giocherà nel girone B, un raggruppamento che sembra abbordabile ma che in realtà potrebbe nascondere delle insidie. Che ne pensi?
"Il girone B ha un livello altissimo, non è un caso che negli ultimi anni le squadre uscite da lì abbiano sempre vinto i play-off. Ci sono club organizzati e di blasone, alcune come il Pescara o il Gubbio che sono sempre delle avversarie difficili da affrontare. Le classifiche poi sono sempre state abbastanza equilibrate, è la media di chi si deve salvare che è molto alta. Lo posso dire in virtù del fatto che li ho giocati tutti i gironi della C".
La Juventus, mi verrebbe da dire, deve evitare una falsa partenza come gli ultimi due anni. Altrimenti questa volta la grande rincorsa potrebbe non essere sufficiente per salvare la stagione.
"Almeno all'inizio c'è bisogno di un periodo di adattamento alla categoria, ma poi i giocatori della Juventus hanno le potenzialità per vincere il girone B. L'esperienza dice questo, ormai è da molti anni che frequenta i play-off e per un nulla non riescono ad andare avanti. Le squadre bianconere hanno un livello più alto della media, per me l'U20 è più forte di una squadra di C. Vogliamo parlare dei talenti generazionali che nell'arco degli anni ho affrontato da avversario? Possiamo fare benissimo qualche nome: Huijsen, Yildiz, Fagioli, Miretti, Soulé, Mbangula per nominare i più rappresentativi, ma anche citare Daffara che giocherà in B con l'Avellino e Israel che dopo aver fatto bene in Portogallo è stato acquistato dal Torino".
Riflettendoci, in questi anni sono veramente usciti dalla Next Gen dei giocatori che hanno avuto successo.
"A volte non abbiamo bene in mente la misura dei calciatori che giocano da noi. L'esempio più lampante è sicuramente Huijsen, io lo affrontai alla guida della Vis Pesaro e sembrava uno della media. Sono trascorsi solo un paio di anni, eppure ora il ragazzo gioca nel Real Madrid ed è il titolare nella nazionale spagnola. Purtroppo in Italia non siamo mai molto gentili nei confronti dei ragazzi più giovani, questo poi è un discorso che porto avanti da anni e mi permetto di citare Barbieri. Io l'ho fatto esordire a 16 anni a Novara e ogni volta c'era scetticismo nei suoi confronti, c'erano sempre delle critiche e delle cose che non andavano bene. E invece avevo ragione, visto la carriera che sta facendo".
Barbieri ora sarà protagonista in Serie A con la maglia della Cremonese, anche se il suo nome è accostato ad altri club e potrebbe cambiare presto maglia. Per te dove arriverà questo ragazzo?
"Nell'anno della promozione dei grigiorossi ha fatto la differenza, per me è un giocatore che merita di giocare in un top club come Juventus, Psg e Barcellona. Barbieri può ambire a questa carriera, lo dico ormai da tempo".
Abbiamo nominato vari giovani top nei discorsi precedenti, ma Alessio Vacca - che è considerato uno dei prospetti migliori dei bianconeri - potrebbe arrivare a questi livelli?
"Vacca è un ragazzo che è cresciuto con me a Novara, è sempre stato forte e la differenza con gli altri era già evidente. Del tipo che, nella categoria giovanissimi, faceva 40 gol e quello più vicino a lui ne faceva 20. Alessio, come Pugno e Pagnucco, fa parte della categoria dei forti e di quelli altamente preparati, ma per me difficilmente raggiungerà il livello mondiale di Huijsen o Yildiz: il primo diventerà il difensore più forte per i prossimi 15 anni, il secondo raggiungerà i fasti di Alessandro Del Piero".
Sicuramente mister Brambilla potrà essere un trait d'union importante per far crescere ancora di più questi ragazzi, no?
"Ovunque è stato, dall'Atalanta al Novara con me fino ad arrivare alla Juventus, ha dimostrato di saper elevare al massimo il livello di questi ragazzi. Lo ha dimostrato sul campo, è un bravissimo allenatore ed è l'ideale per farli crescere".
Anche negli ultimi giorni è arrivata qualche critica da parte di qualche addetto ai lavori sullo scopo delle seconde squadre. Quale è il tuo pensiero a riguardo?
"La mia opinione è che tutti i club della Serie A dovrebbero creare le seconde squadre, è un peccato che ci siano solo quattro squadre ad averla fatta. Per i ragazzi è meglio avere un percorso intermedio tra la Primavera e la prima squadra, sicuramente mettersi alla prova contro squadre di Serie C consente ai ragazzi di maturare un tipo di esperienza tecnica ed emozionale ben differente. La Juventus è stata lungimirante e ha visto prima degli altri quello che poteva essere il futuro, io ho avuto la fortuna di affrontarla da avversario e come dicevo ho apprezzato tantissimo vedere in campo campioncini che ora stanno facendo la differenza in Italia e in Europa. Rispetto gli altri pareri, ma non li condivido".
Tante le battaglie, già ricordate nel corso di questa intervista, fatte contro la Juventus.
Il mio debutto in Serie C con il Novara è legato proprio contro la Juventus Next Gen. Era la formazione guidata da Pecchia, c'erano Mota Carvalho, Fagioli e Frabotta. Loro avrebbero vinto la Coppa Italia a fine stagione, la partita invece terminò 2-0 per noi. Con la Juve l'anno successivo ci fu l'allenamento congiunto e poi l'ho sfidata ancora in altre occasioni. Tra l'altro ho sfiorato la panchina bianconera in due circostanze".
Ah, e ce lo dici così?
"Ci fu la possibilità di guidare la squadra Berretti della Juventus prima di andare a Novara, ma poi non venne più creata. E successivamente ero in lizza per guidare l'U23 nella stagione 2020/21, però decisi di rimanere nel club in cui mi era stata data la possibilità. A ripensarci, però, per me nativo di Torino e tifosissimo bianconero cresciuto nel mito dei vari Zoff, Gentile, Cabrini, Tardelli, Platini, Boniek, Rossi e tutti gli altri, aver debuttato in C proprio contro di loro fu proprio un segno del destino".
Capitolo prima squadra, che cosa ne pensi in questo momento?
"La Juventus, come dice la sua storia, deve ambire a vincer lo scudetto. E' sempre il primo obiettivo, d'altronde i numeri ci dicono che sono la differenza con le altre è abissale. Poi bisognerà cercare di essere competitivi in Champions, a volte c'è andata davvero vicina. Ora si riparte dal quarto posto dell'anno scorso, per me sarà necessario migliorare quanto fatto e riuscire ad essere competitiva. Tudor è subentrato in un momento difficile ed è stato bravo a raggiungere quanto gli era stato chiesto, sappiamo come nella ricostruzione non sia mai facile ripartire. Ci sono molti giocatori forti, io ho avuto la fortuna di conoscere e lavorare con Di Gregorio che è davvero molto forte. Stanno cercando di costruire una squadra competitiva con David e con i colpi che vorrebbero fare come Sancho, il rientro di Miretti lo ritengo importante poiché è un giovane cresciuto in casa".
Visto che me lo hai accennato, ci condividi qualche ricordo di Di Gregorio?
"Era già fortissimo, aveva giocato nell'Inter e veniva da uno scudetto vinto in Primavera non da titolarissimo. A Novara ci rendemmo conto di quanto fosse bravissimo, ero nel settore giovanile ma ebbi comunque l'opportunità di dare un mio parere favorevole su di lui. Ci fu l'opportunità di valutarlo e fin da subito notammo la sua personalità dirompente, era difficilissimo fargli gol e la sua presenza in porta era importante. Ora sono contento sia arrivato alla Juventus e le sue prestazioni sono sempre al top, è stato decisivo con quella parata contro il Venezia per conquistare la Champions".
Si ringrazia Simone Banchieri per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.