CAMBIARE IL PROTOCOLLO, O ATTENTI AI FURBETTI!

Il calcio chiede una revisione del protocollo e probabilmente è la cosa giusta da fare, visto i vincoli molto stringenti, pure troppo verrebbe da dire su quarantena a tutta la squadra in caso di accertamento di una positività, ritiro precampionato e responsabilità dei medici sociali.
Insomma, sarebbe molto rischioso iniziare e poi per una positività, magari di un calciatore nemmeno titolare di una delle formazioni,magari nemmeno di primo piano, fermare tutto.
Serve, infatti, il famoso piano B, per capire come operare e come muoversi nel caso in cui un calciatore possa rimanere contagiato.
Il ministro Spadafora e’ stato chiaro: “Dico due cose: il tema è che lunedì dovevano riprendere anche gli allenamenti del calcio sulla base di un Protocollo proposto da Figc e Lega. Oggi, con mia sorpresa, sappiamo che la Lega ha difficoltà ad attuare quello stesso protocollo che ci ha proposto: questo non lo abbiamo chiesto noi, ma loro. Oggi le società si sarebbero rese conto che non dispongono delle strutture adeguate. Da lunedì ripartono tutti gli sport di squadra, in allenamento distanziato. Se la Figc ritiene che non ci siano le condizioni allora si adattino le regole a tutti gli altri sport di squadra: ce lo dicano, purche rispettino il distanziamento. Ieri si diceva che un presidente "furbetto" ha fatto allenare la squadra collettivamente, senza rispettare le regole. Giusto che gli allenamenti ripartano in sicurezza. se tutto ciò avviene giusto che si riparta il 13".
Tema quarantena? Singola o totale?"Sicuramente con l'evoluzione dei prossimi dieci giorni, se la curva del contagio lo consentirà, noi potremo di valutare questa regola. L'auspicio è che le regole vengano rispettate. Non c'è nessun ostruzionismo".
ATTENTI AI FURBETTI - bisogna stare molto attenti a legare la stagione ad un solo caso, perchè, come detto, potrebbe anche accadere che qualcuno possa scegliere di far venire fuori una positività al momento opportuno, per trarne vantaggio, in base alla classifica.
Servono regole chiare ma anche piani B per gestire la cosa senza fermarsi al primo positivo. Serve, poi, soprattutto, un'idea unica e condivisa da tutti, vediamo ancora troppe polemiche e squadre che ragionano in modo unitario e non da sistema.
In questi giorni si sono alzate troppe voci contrastanti e poco dedite alla voglia di ripartire, poco consapevoli, forse del grande gap che creerebbe la mancata ripartenza rispetto ad altri campionati come la Bundesliga, la Premier e la Liga. Non ripartire vuol dire far perdere competitività.
Intanto in Germania ripartono e si godono il fatto di essere da soli e che li guarderanno tutti, per loro è la grande occasione di aumentare il valore del prodotto, se l'Italia non vuole rimanere indietro e sperare di avere ancora in futuro giocatori come Ronaldo, deve ripartire e soprattutto decidere di farlo in fretta con regole certe, ma soprattutto condivise e accettabili.