La moglie di Antonio Conte si racconta a TMW

24.09.2009 22:55 di Redazione TuttoJuve   vedi letture
La moglie di Antonio Conte si racconta a TMW
TuttoJuve.com

La loro storia d'amore sembra evocare una strofa di una vecchia canzone del cantautore Antonello Venditti:"Amici Mai per chi si ama come noi!",ed è proprio quello che è accaduto tra l'allenatore dell'Atalanta Antonio Conte e la bella Elisabetta Muscarello che dopo quindici anni di vicinato non si sono mai degnati di uno sguardo, poi cinque anni fa l'incontro fatidico che ha segnato per sempre le loro vite comprendendo che l'amore che provavano era troppo grande per poter nutrire una semplice amicizia e così è iniziata la loro meravigliosa storia d'amore, così insieme alla simpaticissima Betta scopriamo i retroscena del loro amore e qualche pillola della loro vita privata:"Allora come vi siete incontrati?" "Ci conosciamo da quasi 15 anni perchè quando arrivò a Torino prese casa vicino a quella di mio padre. Io all'epoca avevo 15 anni e lui 21. Direi il classico vicino di casa mai considerato....e poi il destino ha voluto diversamente e così cinque anni fa ci siamo rivisti dopo tanto tempo e da una semplice amicizia è nata la nostra storia d'amore. Chi si è dichiarato per prima? Entrambi, abbiamo deciso da subito di convivere e dopo due anni di cercare un figlio. E così è arrivata la splendida Vittoria che da 22 mesi riempie di gioia i nostri giorni completando il nostro amore. E' stato difficile seguire i vari spostamenti imposti dalla carriera del suo compagno?
Sinceramente no perché seguirlo è l'unico modo che ho per trascorrere più tempo con lui. Abbiamo deciso che fosse l'unica alternativa per vivere appieno il nostro rapporto e ancor di più dopo l'arrivo di nostra figlia. Riteniamo che la piccola Vittoria abbia bisogno della presenza costante di entrambi. Crediamo molto nella famiglia e nei valori che ne conseguono. In questi giorni un nuovo spostamento:Da Bari a Bergamo sarà facile ambientarsi? Credo proprio di si anche perché caratterialmente sono molto socievole e a dire il vero i spostamenti non mi turbano anzi devo ammettere che amo spostarmi perchè mi piace conoscere posti nuovi e persone nuove. Nelle tre precedenti città nelle quali abbiamo vissuto non abbiamo mai avuto problemi di inserimento, anzi, in ognuna di essa abbiamo trovato sempre dei veri amici ai quali siamo ancora molto legati. Cosa ha rappresentato il calcio per la vostra famiglia? Uno sport che da tale è diventato quasi una missione. Il mio compagno ha un carattere di natura forte e vincente. E queste qualità si esaltano e si riflettono perfettamente nel lavoro che svolge:"Dapprima come calciatore ora come allenatore". Cosa ama di più del calcio? La capacità che ha questo sport di trascinare, emozionare ed unire tanta gente diversa e di vari ceti sociali. Ed invece cosa odia? Il fatto che stia sempre di più diventando motivo di guadagno per molti.
Ed odio soprattutto del calcio quando le tifoserie si abbassino a scenari davvero pietosi nei nostri stadi e non solo. Lo sport non dovrebbe accomunarsi mai con la violenza ne verbale ne tantomeno fisica, purtroppo a volte nel calcio succedono cose assurde e spesso violente. In casa parlate mai di calcio o preferite staccare la spina? Assolutamente staccare la spina. Segue allo stadio le partite della squadra che allena il suo Antonio? Quando gioca in casa sempre e con me viene anche la nostra Vittoria.In trasferta invece speriamo di raggiungerlo di più considerando che la bimba sta crescendo per cui è più gestibile e tranquillo spostarsi. Come trascorrete il tempo libero? Antonio dedica spesso il suo tempo libero al calcio, segue le altre squadre ed oltre al calcio nazionale si interessa anche a quello internazionale. Amiamo la tranquillità ed essendo spesso in giro cerchiamo di goderci, nel tempo libero, la nostra casa il più possibile. Grazie per la disponibilità e soprattutto per la simpatia e per concludere il suo saluto ai nostri lettori di TMW. Li saluto tutti e li invito come ho detto prima a seguire il calcio sempre in maniera sana senza mai sfociare in violenza perché il calcio è pur sempre un gioco e deve essere inteso come un momento di aggregazione e di divertimento.