ESCLUSIVA TJ - Christian Manfredini: "Alla Juve i miei anni più belli. Krasic? Non sente la fiducia e questo condiziona il suo rendimento"

in occasione di Lazio-Juventus in esclusiva per TuttoJuve.com è intervenuto il doppio ex Christian Manfredini:
Christian Manfredini, domani Lazio-Juventus: una sfida particolare per te che hai fatto tutta la trafila delle giovanili della Juve e hai passato molti anni alla Lazio. Ma a chi sei più legato?
“Beh, io sin da ragazzino sono tifoso della Juventus, una passione che mi ha trasmesso mio padre e che mi sono portato dietro. La simpatia per i bianconeri è rimasta, ma diventando calciatore professionista vivi il tifo in maniera diversa, più distaccata”.
Sei cresciuto a Battipaglia e giovanissimo ti sei trasferito a Torino. Com’è successo?
“All’epoca c’era un dirigente a cui sono legatissimo tutt’ora, ossia Sergio Secco, che aveva un caro amico a Battipaglia che dopo avermi visto giocare mi aveva segnalato. Così mi hanno fatto fare un provino prima a Roma e poi a Torino, dove mi sono trasferito a 13 anni. Un periodo bellissimo, il più bello della mia vita: eravamo una squadra fortissima con tanti giocatori che poi hanno fatto la loro carriera in Serie A come Binotto, Cammarata, Sartor, Dal Canto e in panchina Cuccureddu. Ogni tanto giocava con noi anche Del Piero. Ricordo il prestigio di giocare per la Juve, il fascino che emetteva e poi c’era ancora l’avvocato Agnelli, Furino, Bettega, tutti pezzi di storia del club”.
Eppure non sei riuscito mai a esordire in Prima squadra
“Era una cosa difficilissima per un ragazzo della Primavera. Con Trapattoni in panchina per noi giovani non c’era spazio, le cose sono cambiate con l’arrivo di Lippi. Così mi hanno mandato in giro per l’Italia a farmi le ossa, ma non ho nessun rimpianto, ho fatto la carriera che dovevo fare, passo dopo passo, categoria dopo categoria, sfiorando anche la Nazionale italiana”.
Adesso giochi nella Sambonifacese, Lega Pro Seconda Divisione, dopo un ultimo periodo alla Lazio piuttosto travagliato
“Peccato per le ultime due stagioni in biancoceleste, perché la situazione poteva essere risolta diversamente. Per scelta tecnica non rientravo nei piani della squadra ma la società oltre a non voler discutere la mia situazione contrattuale non mi faceva nemmeno allenare col gruppo, potevo farlo solo in orari diversi dal resto della squadra. Una cosa assurda che la Lazio usa fare: basti pensare a quello che è successo a Negro, Dino Baggio, Stendardo, Pandev o Ledesma. Ho dovuto fare causa alla società per questo loro atteggiamento e ho vinto. Una gestione stupida che avrebbe potuto trovare soluzioni migliori. Nella disgrazia ho avuto diciamo la fortuna che ciò mi è capitato a 34 anni, sul finire di carriera, ma è chiaro che quei due anni li avrei potuti sfruttare giocando e divertendomi altrove, come sto facendo ora con la Sambonifacese dove sto mettendo al servizio della squadra la mia esperienza”.
Insomma, la Lazio non le ha lasciato grandi ricordi
“Il problema è stato solo con la dirigenza, con i compagni nessun problema o con altri membri dello staff mi sono trovato bene. I tifosi? Se la squadra va bene le cose vengono perdonate, anche se magari il presidente non è amato”.
Parliamo della sfida di sabato. Cosa ti aspetti?
“Sarà una partita molto bella. Le due squadre arrivano allo scontro diretto in due momenti topici. La Juve è un bel banco di prova per testare le proprie aspirazioni al titolo. Se esce indenne dall’Olimpico e dal San Paolo allora può davvero pensare in grande. Credo che la chiave della partita sarà in attacco: nella Lazio rientra Klose che è un vero campione e non dimentichiamoci di Cissé, che può fare male. Vedo i biancocelesti, se pur leggermente, favoriti”.
Manfredini, da ala come giudichi la situazione di Krasic?
“Credo sia un discorso di fiducia. Krasic non la sente da parte di Conte e puoi essere anche un campione, ma inevitabilmente qualcosa a livello di rendimento paghi. Io posso dire che ho avuto allenatori che vedevano fermamente determinati giocatori, questi potevano sbagliare 7-8 partite di fila ma giocavano comunque, e alla fine magari iniziavano a ripagare la fiducia del tecnico. Conte a Krasic le opportunità le ha date, ma essendo alla Juventus se continua a insistere su di lui deve lasciare in panchina altri campioni e non può permetterselo. Quando sei in una grandissima squadra devi sfruttare subito le possibilità che ti vengono concesse, sennò succede come adesso che Conte ha trovato la quadratura del cerchio ed è difficile ora che tolga uno dei titolari per Krasic”.