Undici metri - Il calcio si è fermato tardi, ora non si può spingere per tornare subito in campo. Necessario chiudere stagione a livello globale e sperare di poter ripartire dopo l'estate

Brian Liotti è una delle voci più popolari e apprezzate del panorama radiofonico nazionale, giornalista nonché appassionato ed esperto di calcio.
30.03.2020 00:56 di Brian Liotti   vedi letture
Undici metri - Il calcio si è fermato tardi, ora non si può spingere per tornare subito in campo. Necessario chiudere stagione a livello globale e sperare di poter ripartire dopo l'estate

Il coronavirus ormai è un problema mondiale. La situazione è drammatica, aumenta sempre di più il numero dei contagi. Aumenta a dismisura anche il numero di chi purtroppo non ce l’ha fatta a superare la malattia. La situazione è esplosa a livello planetario. E’ come essere in guerra contro un nemico subdolo, infame, imprevedibile che non guarda in faccia a nessuno e si muove a velocità doppia, tripla rispetto alla nostra e a tutte le misure che possiamo pensare di adottare. 

In uno scenario tremendo del genere a parer mio sembra quasi sacrilego parlare di calcio. Eppure si deve farlo anche perché il calcio muove attorno a sè aziende, persone, soldi. Tutti noi in cuor nostro vorremmo che si possa riprendere a giocare e vorremmo godere delle giocate dei nostri campioni preferiti, vorrebbe dire che siamo fuori dall’emergenza e che il pericolo è passato. Purtroppo oggi non è così e bisogna fare i conti con una realtà che supera anche il peggiore degli incubi.

Forse il calcio si è fermato tardi rispetto all’emergenza che già dilagava in Europa, forse si poteva pensare di prendere qualche decisione prima ma tant’è. La situazione ora è drammatica per tutti.



Oggi non ha senso spingere per ricominciare a giocare. L’unica cosa che si può fare è sperare che le misure adottate possano in parte arginare l’avanzata del “virus bastardo”.
C’è incertezza sulla ripresa del Campionato, e di conseguenza su tutta una serie di questioni che restano aperte: scadenza dei contratti dei calciatori, diritti televisivi, calciomercato, e compagnia cantante.

Resto del parere che perdurando questo incubo non vedo proprio come si possa pensare di tornare a giocare. Bisogna farsene una ragione, tutti. Ipotizzare date, scadenze, eventuali calendari oggi mi pare esercizio fin troppo ottimistico e poco realistico. Nessuno può dire se e quando il virus comincerà ad arretrare e soprattutto nessuno può sapere se poi possa esserci una eventuale ondata di contagi di ritorno.
Resto del mio umile parere ossia che a livello globale si debba interrompere in toto la stagione agonistica e sperare che dopo l’Estate le cose migliorino.

Non vedo onestamente alternative. Bisogna salvaguardare la salute delle persone poi dopo si penserà ad affrontare le inevitabili ripercussioni economiche che ci saranno per tutti (non solo per il pianeta calcio).

Anche il calciomercato probabilmente vedrà posticipate le sua date e scadenze. Con la grande crisi economica che ci sarà occorrerà essere molto creativi, i soldi da spendere per tutti saranno pochissimi e bisognerà lavorare di inventiva. Ci avviamo ad un anno zero anche per lo sport e per il calcio.
Ma ripeto, considerata la situazione attuale, con ancora negli occhi le immagini terribili viste in TV delle bare che sfilano sui mezzi dell’esercito nel buio e nel tetro silenzio delle città, con migliaia di persone che stanno lottando per la vita, la cosa da fare oggi è essere forti, rispettare le disposizioni delle autorità, restare a casa e sperare che tra qualche settimana la situazione migliori. Dopo forse si potrà parlare di calcio e si potrà pensare di risolvere i problemi.