IL SANTO DELLA DOMENICA - LA PRIMA AMICHEVOLE, COSA VA E COSA SI DEVE MIGLIORARE. SULLA NUOVA JUVE PESANO COME MACIGNI GLI ERRORI DELLA PASSATA STAGIONE

03.08.2025 00:01 di  Alessandro Santarelli   vedi letture
IL SANTO DELLA DOMENICA -  LA PRIMA AMICHEVOLE, COSA VA E COSA  SI DEVE MIGLIORARE. SULLA NUOVA JUVE PESANO COME MACIGNI GLI ERRORI DELLA PASSATA STAGIONE
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Una volta le prime amichevoli servivano solo a mettere minuti nelle gambe, a far conoscere i giocatori e a rodare schemi e movimenti. Spesso si giocavano senza neppure sapere nome dell’avversario e ai giornalisti venivano forniti giusto i tabellini della “ gara”. Oggi c’e’ la copertura televisiva e nonostante carichi di lavoro e fatica, si pensa di poter dare subito dei giudizi definiti e definitivi. Non mi iscrivo a questa corrente, perché il valore da dare a queste sgambate a livello collettivo è davvero minimo. Si possono giusto delineare dei primissimi e sommari punti di vista, in particolar modo sullo stato di alcuni singoli.Il primo aspetto da mettere in evidenza è che il risultato non conta assolutamente sulla. Nella prima frazione abbiamo apprezzato Conceicao già in forma, i buoni movimenti di David, al quale è mancato solo il gol, alcune verticalizzazioni di Miretti, che ha giocato dietro la punta assieme al portoghese ,ma soprattutto dei primi 45 minuti ci portiamo a casa l’ottima prova di Bremer tornato ministro della difesa. Il brasiliano è parso sicuro anche quando è dovuto andare a duello e entrare in scivolata. Molto bene. Il tutto però in una difesa che con Kelly e Kalulu ai suoi fianchi ha concesso troppo. Non ha convinto l’inglese, mentre il francese si è sganciato spesso lasciando la fase di copertura a Nico, che ha lavorato sulla linea dei 4 a centrocampo con scarsi risultati. Infatti gli uomini di Tudor sono andati in difficoltà in un paio di ripartenze facendo venire i brividi a Di Gregorio. Il tecnico croato ama tenere la linea  alta, ma questo espone spesso i difensori all’uno contro uno. Situazione sulla quale ci sarà molto da lavorare. Sempre per quanto riguarda i primi 45 minuti da segnalare i diversi cross messi da Kostic, ma la linea sinistra con Kelly offre pochissime garanzie, mentre è da evidenziare lo stato ancora molto precario di Koopmainers che al momento resta un oggetto misterioso, con la speranza che il ritiro in Germania lo possa scuotere.

Come logico nella ripresa Tudor ha cambiato totalmente la squadra. Lasciatemi dire che ho visto un Vlahovic tirato a lucido e volenteroso di mettersi in mostra al di là della rete e della traversa colpita. Questa sarà una vicenda che ci trascineremo sino alla fine del mercato. Sapete come la penso e mi trovo molto in linea con i dettami di Comolli: se arriva un’offerta che soddisfa tutti bene, altrimenti si va fino alla scadenza del contratto. Il tutto in attesa di capire come finirà la questione Kolo Muani: anche qui una domanda, detto che il giocatore piace e non poco all’allenatore ma a quella cifra, cioè i 50 milioni che i francesi vogliono come obbligo di riscatto, sicuri che non si possa trovare di meglio? Per chiudere l’analisi della ripresa, da mettere in evidenza alcuni errori di Cambiaso ancora lontano dalla forma e la sofferenza della difesa nel leggere palle alte e tagli, soprattutto quelli sul secondo palo, un difetto che ahimè si trascina dalla scorsa stagione. E proprio sulla difesa si dovrà lavorare perché ad oggi il reparto, Bremer a parte, non sembra all’altezza del suo blasone.

Si migliorerà con il lavoro e con gli innesti del mercato che arriveranno non appena si sbloccheranno le cessioni. Già, la Juve ha tanti giocatori in esubero, alcuni dei quali pagati anche a peso d’oro lo scorso anno. I nomi, ahinoi, li conoscete tutti. Non solo, ci sono anche casi spinosi come quello di Luiz, altra eredità molto onerosa  della passata stagione.  Quanti errori sono stati fatti, quanti soldi investiti male. E questo, cari amici, è un aspetto che non possiamo dimenticare. Le pecche, le sviste, le errate valutazioni pesano come un macigno sulla nuova Juventus. E il lavoro di Comolli è tutt’altro che semplice.