LEONI PER...AGNELLI – La lezione del bambino di Udine a tutti i dispensatori di odio Ronaldo e la Juventus distruggono le speranze di chi getta fango sul club

07.10.2018 13:00 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
LEONI PER...AGNELLI – La lezione del bambino di Udine a tutti i dispensatori di odio Ronaldo e la Juventus distruggono le speranze di chi getta fango sul club

Sin da quando ho cominciato la professione del giornalista, mi hanno sempre ricordato di utilizzare una penna diversa per ogni storia da raccontare. Non si può usare lo stesso stile, delicatezza, attenzione per argomenti diversi come quello sportivo e quello relativo ad una vicenda di cronaca che, peraltro, mette a rischio la dignità, il presente e il futuro stesso di due persone. E poi, comunque, senza prove certe, o sentenze alle quali affidarsi, emettere o anche solo presumere giudizi tra le righe è un atto scellerato e pericolosissimo. Nel caso della vicenda delicata che sta colpendo in questi giorni le vite di Cristiano Ronaldo e Kathryn Mayorga meglio, quindi, scegliere il silenzio in attesa di giudizio definitivo. 

Nel frattempo che i grandi litigano con le sciarpe in mano, i bambini continuano ad insegnarci qualcosa. Come in un “normale” sabato di Udine. Che la Juventus quest'anno sembri una band in tour in tutta Italia con il proprio amatissimo frontman al centro delle attenzioni di tutti, è ormai sensazione acclarata ed evidenziata da tutti, ma nella “tappa” di Udine succede qualcosa di semplice e al tempo stesso bellissimo. Un ragazzino, alla Dacia Arena, sfugge al controllo del proprio papà e decide, con un coraggio da leoni frutto di sana e ingenua incoscienza, di entrare in campo per andare dal suo eroe, Ronaldo, “armato” di una figurina e un pennarello, perché il suo obiettivo non è un selfie o un abbraccio, quel ragazzino vuole un autografo dal suo eroe. Ronaldo, sempre molto disponibile, non si scompone, firma quella figurina e accarezza la testa del ragazzino che senza pretendere null'altro torna al suo posto, consapevole che il padre lo rimprovererà. Il papà lo abbraccia, il piccolo piange e nei suoi occhi si legge l'emozione di un gesto emotivamente puro e premeditato, immaginato magari tutta la notte. La bellezza nelle semplici cose. I campioni che sono di tutti, non solo di una squadra. E così, mentre tanti adulti si comportano da bambini assecondando le scarsamente mascherate ragioni di tifo, magari anche davanti a situazioni estremamente delicate, un bambino ci dimostra che un gesto d'amore non conosce barriere, colori, sciarpe o vicende personali: quel bambino voleva l'autografo del suo eroe, a tutti i costi. Sarà banale e demagogico ma in questo gesto puro c'è il vero amore per questo sport.

Quello che succede dalle 18 alle 19.45 è storia scontata e originale al tempo stesso: la Juventus vince la decima gara consecutiva stagionale ma lo fa con uno spirito completamente diverso. Fino all'anno scorso, una gara come quella di Udine l'avrebbero decisa episodi nati dalla superiorità della rosa di Allegri, da questa stagione, invece, anche le gare sulla carta semplici la Juventus le vuole giocare nella metà campo avversaria. Eccola l'innovazione: i bianconeri hanno deciso di essere più forti di se stessi, superandosi di partita in partita. 

Non stupisce che ci sia quasi la necessità di provare a gettare fango sul club, o sul giocatore simbolo, e tra poco chissà contro chi, è una sorta di meccanismo di difesa di chi non vuole accettare che questo campionato sia già deciso ad ottobre. Ma questa squadra, questo club, hanno fatto gli anticorpi anche contro il fango..

Vincenzo Marangio – RmcSport

Twitter @enzomarangio