La Stampa - Bergamo interrogato cinque ore dai pm Figc: "Sentivo tutti. Perché non l'Inter?"

Cinque ore, poche pause e l'Inter si ritrova al centro del secondo filone di Calciopoli. Cinque ore è durato l'interrogatorio di Paolo Bergamo davanti al pm del calcio Stefano Palazzi (e a due suoi vice), un lungo faccia a faccia che è servito per dare una prima accelerazione alle indagini degli 007 federali su quanto fatto emergere dalla nuove intercettazioni «scoperte» nell'aprile scorso dalla difesa di Luciano Moggi.
L'ex designatore arbitrale Bergamo è uscito dal palazzo di via Po rafforzato nelle sue convinzioni, ovvero che «il teorema di quattro anni fa non è più credibile». Era l'8 giugno del 2006 quando gli investigatori della Figc provarono a mettere spalle al muro un personaggio, Bergamo appunto, che dal mondo del calcio era pronto a uscire dimettendosi, ma, allora, il teste non era attendibile perché quando raccontò che parlava con tutti, Inter compresa, le sue parole non potevano trovare riscontro nelle intercettazioni.
Oggi, lo scenario è radicalmente cambiato. Bergamo è diventato un testimone più che attendibile e gli 007 gli hanno potuto chiedere ancora una volta risvolti di quegli anni alla luce dei nuovi colloqui telefonici. In cinque ore, Palazzi e i suoi uomini hanno ripercorso il contenuto delle telefonate quattro anni fa non conosciute (gli investigatori federali hanno più volte voluto sottolineare all'ex designatore e al suo avvocato Silvia Morescanti come non fossero stati loro a condurre materialemnte le indagini nel 2006).
E, nel chiedere spiegazioni a Bergamo del perché di così tanti contatti con i massimi vertici dell'Inter, è emerso con chiarezza come proprio le intercettazioni che vedono Moratti e Facchetti direttamente coinvolti siano al centro dell'inchiesta. «Come ha potuto consentire che Facchetti facesse pressioni sulle designazioni arbitrali...», una delle domende degli 007 della Figc raccontata dall'avvocato Morescanti. «Non le consideravo pressioni perché tanto c'era il sorteggio arbitrale. E anche perché questo è il calcio: io - ha replicato Bergamo - parlavo con tutti, non vedo perché non avrei dovuto farlo con l'Inter».
L'ex designatore ha fatto con precisione la lista di quanti lo chiamavano o intrattenevano rapporti con lui. Una lista già consegnata agli inquirenti nell'estate del 2006, ma, ora, la sostanza è diversa. «Quattro anni fa - continua Bergamo - non sono stato creduto, ma oggi abbiamo parlato proprio di quei particolari legati alle miei dichiarazioni di allora. Deve essere ristabilita la verità...». Bergamo, oggi, dice di provare «profonda tristezza». Calciopoli-bis è appena cominciata. «Parlavo con tutti...», ripete l'ex designatore. Moratti, Facchetti e l'Inter, ma non solo. La prima audizione del secondo filone è durata ben cinque ore fra gli imbarazzi di chi ha voluto sottolineare che nel 2006 gli strumenti a disposizione erano diversi.