CALCIOPOLI, CONCLUSA L'UDIENZA: SENTENZE A SETTEMBRE

Nel pomeriggio è terminata un'altra udienza del processo Calciopoli al Tribunale di Napoli. Oltre a una dichiarazione spontanea dell'ex guardalinee Claudio Puglisi - riferisce Repubblica.it - hanno svolto la loro arringa difensiva l'avvocato Giampiero Pirolo, rappresentante dell'ex arbitro Antonio Dattilo, l'avvocato Claudio Misiani per il giornalista Rai Ignazio Scardina, l'avvocato Carlo Morace difensore del presidente della Reggina Pasquale Foti, l'avvocato Edda Gandossi in rappresentanza di Leonardo Meani ed infine Giovanni Di Valentino, legale dell'ex guardalinee Puglisi. Stabiliti anche gli interventi delle prossime due udienze: martedì prossimo sarà la volta degli avvocati Picca e Furgiuele difensori dei fratelli Della Valle, quindi l'attesa arringa dell'avvocato Gallinelli difensore dell'ex arbitro Massimo De Santis. Confermato, inoltre, lo slittamento a settembre delle arringhe finali e quindi anche della sentenza.
Ecco il resoconto integrale dell'udienza, riportato come sempre dagli amici dello Ju29ro Team, in collaborazione con Francesco/Frales del forum Tifosibianconeri.com:
L'udienza inizia con la dichiarazione spontanea dell'assistente Claudio Puglisi:
A Scardina viene contestata l’associazione per delinquere per due tipi di condotta: per avere fatto dei servizi compiacenti volti a tutelare il sodalizio di Moggi e per avere indotto l’ex presidente dell’Ancona Pieroni dall’astenersi dal fare dichiarazioni contro Moggi. Devo subito dire che, a mio giudizio, dalla fase dibattimentale non sono emersi elementi di accusa, ma addirittura di innocenza, di Scardina. Ma non è così per l'accusa! Narducci ha parlato di servizi che adulavano gli amici e mettevano in cattiva luce i nemici, basandosi sulle dichiarazioni della Sanipoli e di Varriale. La Sanipoli è stata qui ed è sembrata più che altro una persona confusa, che non sapeva come funzionava il suo ufficio, che si lamenta di non aver potuto seguire spesso la Juve, salvo poi dire che quelle gare in cui la seguiva erano di poco significato. Una teste che, come risulta dalla sentenza del Tribunale di Roma (che deposito), che ha deciso negativamente per lei la causa di mobbing, è stata utilizzata come doveva essere utilizzata per contratto. Lo stesso Varriale ci ha detto che le mansioni di venerato erano diverse da quello che doveva fare la Sanipoli. Venerato era quello che faceva il pezzo di appoggio. Dal 2000 al 2004 la Sanipoli fa mediamente oltre 100 giorni di trasferte, con Scardina. Quando va via Scardina ne fa la metà. Credo di poter concludere con le parole della teste, quando le è stato chiesto quante trasferte ha fatto, Lei, Dottoressa, Le chiese: 'Possiamo dire circa 400'? La Sanipoli rispose: 'Molto meno!' Varriale ha detto di aver subito un embargo per problemi con Moggi. Ma lo stesso Varriale parla di un alterco con Moggi, quindi che cosa c’entra Scardina?
Questo processo mi ha insegnato che l’obbligatorietà dell’azione penale è un principio non attuato perché davanti a situazioni analoghe per alcuni si è proceduto, per altri no. Per alcuni la titolarità di una scheda è un'utenza a sbafo, per altri la prova della partecipazione all'associazione. Vengono contestati a Dattilo, per Udinese-Brescia, alcuni comportamenti, sulla base di una telefonata di Moggi e Giraudo. Le giuro che che da almeno 15 anni io e un mio amico, entrambi tifosi del Napoli, a metà partita e alla fine della stessa commentiamo le ammonizioni del Napoli e della squadra che giocherà con il Napoli la settimana dopo. Figuratevi il direttore e l’ad della Juventus. Ebbene nessuno dei tre giocatori ammoniti dell'Udinese era diffidato e l’espulsione di Jankulovski non era nemmeno stata vista da Dattilo, ma dal guardalinee che comunica all’arbitro la gomitata. Quale sarebbe la condotta di dolo del Dattilo, che ha invece creato un danno alla Juventus perché ,quando durante la settimana una squadra si lamenta, probabilmente si ha un occhio di riguardo la settimana dopo. A corroborare questa partecipazione all'associazione ci sono altre due partite del Dattilo, una della Reggina e una della Juventus come quarto uomo. Io ho depositato il regolamento della Federazione, che dice che il compito del quarto è di segnalare le sostituzioni all’arbitro, quindi quale potrebbe essere la frode sportiva in questi casi? Un’ultima annotazione. Spesso si è legato l’episodio di frode alle telefonate. È singolare che il 26.9.2004 il Dattilo non è possessore della scheda. Non mi interesso del fatto se lui sia titolare o meno della scheda ma, se è la sua, la scheda viene utilizzata per la prima volta nel febbraio 2005 e la partita è del settembre 2004. Nella sentenza del gip De Gregorio, gli arbitri nella stessa posizione di Dattilo sono stati assolti. Si è detto: non basta il possesso di una scheda per parlare di associazione, le conversazioni possono riguardare fino a prova contraria qualunque argomento e, poi, si deve dimostrare il collegamento tra quello che si dice nelle telefonate e quello che poi avviene nel campo. Altro elemento: la telefonata tra Baldas e Moggi in cui Moggi gli chiede di non infierire. Ebbene, Dattilo, dopo la cappellata di Udinese-Brescia, arbitra in A dopo 4 mesi,. Dopo un mese di sospensione, torna in b (che vale il 50% di quello in A) o fa il quarto in A (che ha rapporto economico di 1 a 10). Mi viene da dire: il Dattilo è stato massacrato dall’opinione pubblica e dai designatori. A mente non ricordo una sospensione più lunga! Lui non ha nessun vantaggio dall’associazione e nemmeno l’associazione ha vantaggio dal suo comportamento. Nulla di nulla. Dattilo non ha mai diretto nessuna delle squadre a torto o a ragione coinvolta. Concludo per l’assoluzione perché il fatto non sussiste.
Nei colloqui scarni tra Moggi e Foti non si parla mai di alcunché di rilevante attinente ad arbitraggi, griglie, sorteggi. Non vi è alcun interesse per Moggi e la Reggina, né tra io contatti tra i designatori e Moggi si parla mai di Foti e della Reggina calcio. Dai colloqui tra Foti e Bergamo non si dice mai che vi sarebbe stato qualche volta un colloquio tra Bergamo e Moggi sulla Reggina calcio. Il pm ha richiamato il colloquio del 24-10-2004 dopo Chievo-Reggina. Non vi è nulla di rilevante, ma solo lo sfogo di Foti a Moggi di sentirsi massacrato. E comunque, se questa è l’unica del pm, noi ne abbiamo altre che vanno in contrasto con la tesi accusatoria: se andiamo a prendere in esame l’aspetto della moviola, il 20 settembre 2004 tra Moggi e tale Fabio si discute della giornata di campionato e Moggi chiede di salvare Trefoloni, il quale il giorno prima ha arbitrato male la Reggina. Emblematica in questa assenza di collegamento tra Moggi e la Reggina è proprio la gara tra i calabresi e la Juventus di cui si è tanto parlato. Da questa partita è scaturito anche un danno alla Reggina. Altro aspetto è quello relativo all'elezione del presidente della Lega e in quella occasione Moggi in alcune conversazioni dice chiaramente che non sa per chi voterà Foti, chiamandolo don Abbondio. E questo sarebbe un personaggio vicino a Moggi? Ancora: noi abbiamo la prova tralasciata dal pm che Moggi non solo non ha a cuore la Reggina, ma addirittura non spende nemmeno una parola per i calabresi. È la conversazione intercettata indirettamente il 3.12.2004, prima di Reggina-Brescia. Anche il collegamento tra la Gea e la Reggina è stato esaltato sulla base di una telefonata in cui Cellino parla di questo fatto utilizzando la frase “si diceva”. Ma passiamo alle singole partite contestate: Reggina-Brescia. Già questa gara, finita 3 a 1 per il Brescia, smentisce l’impianto. Il giorno prima abbiamo una conversazione tra Foti e Bergamo. Bergamo lo rassicura di stare tranquillo. Auricchio nel suo esame ha ammesso di non avere mai attenzionato le gare della Reggina, che fino a quel momento aveva subito dei torti arbitrali. Racalbuto era accusato a ragione dal Foti di essere stato la causa della sconfitta della Reggina a Messina il 31 ottobre. Quindi quando Foti dice lo ammazzo”, non significa 'lo ammazzo se non mi favorisce', ma bensì lo ammazzo se sbaglia di nuovo! Se Foti avesse potuto condizionare la griglie, non avrebbe messo Racalbuto che veniva da quella esperienza!
Su Palermo-Reggina è già stato giudicato ed assolto Pieri in abbreviato. Ed è stato assolto anche in riferimento alla posizione di Foti: scarne prove a carico e rilevata la mancanza di prova per un contatto tra Bergamo e Pieri.
Chiudo sottolineando come la posizione di Foti alla luce, anche delle nuove emergenze che hanno portato alle conclusioni di Palazzi dei giorni scorsi, debba essere rimodulata. Tutti telefonavano ai designatori ed in più le telefonate di Foti facevano emergere la condizione di chi riteneva di doversi difendere da torti subiti. Si chiede l’assoluzione perché il fatto non sussiste o per non aver commesso il fatto.
La domanda che mi faccio è: perché Meani è qui? È perchè è stato intercettato? Meani non era iscritto nel registro degli indagati e il fatto che il telefono possa essere ritenuto utile intercettarlo, non è vero, in quanto solo dopo un paio di mesi dall’inizio delle intercettazioni ci sono state due o tre telefonate per le quali egli si trova qui. Quale era il suo profilo indiziario al momento in cui si comincia ad intercettarlo? Che motivo c’era? Quali elementi potevano esserci in marzo per ritenere che Meani potesse essere vicino all'associazione? Ed invece sia nelle informative di Auricchio sia nelle requisitorie dei pm meani è chiamato in causa ogni tre per due! Non si può continuare a distorcere i fatti! Se anche vogliamo risolvere la questione iniziale, cioè il momento in cui è stato emesso il decreto autorizzativo delle intercettazioni, rimane aperta la questione dell'utilizzabilità oggi, dal 2009 in poi, delle intercettazioni. Produco una sentenza successiva alla vostra ordinanza, quella relativa a Preziosi. Questa sentenza ostinatamente richiama i principi costituzionali, principi che ribadiscono che il mezzo di prova dell'intercettazione deve essere necessario, per reati di estrema gravità.
Veniamo ai capi di imputazione: è necessario citarvi due intercettazioni, una tra Carraro e Bergamo, nella quale il primo chiede una relazione su 42 persone e dice: 'Mi vergogno di essere il presidente della Federcalcio'. Lo stesso tono utilizzava Cellino, mai indagato, che in udienza dice che sono impuniti, mediocri e non rispondono a nessuno e 'Non mandatemi De Santis!' Ebbene, che diversità c’è nel tenore e nei contenuti tra queste telefonate e quelle che ci hanno portato qui oggi? Vi chiedo di rilevare il numero delle telefonate con Bergamo e Pairetto. Con Bergamo sono tre in tre mesi, una per fargli i complimenti, una in cui gli chiede il numero di galliani e poi un’altra. Con Pairetto solo due in tre mesi. Intrattiene invece svariati rapporti con arbitri e guardalinee. Ma che tipo di rapporti sono? Non riuscirete a leggerle tutte ma, vorrei segnalarvene alcune. Una con Morganti in cui parlano del derby e Morganti dà un giudizio che solo ad un amico puoi dire: “La prerogativa di cagarsi addosso è la loro non la vostra”; e poi un’altra in cui Meani dice a Rodomonti: “Ti ho fatto prendere anche 7 da Cecere” e poi, dopo altre cose, Meani dice che darà il numero al presidente per fargli fare un trapianto. Questi sono i rapporti! In quattro mesi di intercettazioni non c’è una sola richiesta, pressione o quant’altro.
Si è detto che ci vuole il dolo: ebbene, Meani dice a Babini: 'Se ti mandano lì è perché sanno che non farai cagate'. Lo stesso tono si ha con Collina. Si ride del problema della designazione di Babini.
E Babini effettivamente, come temeva, sbaglia. Ma se vi leggete la rassegna stampa vedrete che rispetto all’errore di Siena vi è una reazione diametralmente opposta. Ci sono reazioni dell’allenatore, che dopo Siena, e qui lo ha confermato, ha detto che pensavano che realmente ci fosse qualcosa contro di loro; e dopo l’errore di Babini dice che che questa del Chievo è diversa rispetto a Siena, più difficile da valutare. Sull’errore di Babini Meani parla anche con Contini che chiede se ci sono stati incidenti e Meani dice: 'Sì, pronti via e si sono accaniti contro Babini che non c’entra niente'. 'Accaniti chi?' chiede Contini. 'Il Milan', dice Meani 'perché il gol di crespo era regolare'. Non vi è alcun cenno e voi ricorderete una telefonata più volte citata dal pm di un dirigente di altra squadra che commenta con Mazzini proprio la designazione di Babini e Puglisi.
Per quello che riguarda le designazioni di Puglisi, vi chiedo di farmi sapere in quali telefonate si parla di questa circostanza. Mancano le telefonate di Mazzei. Anzi c’è una telefonata tra Bergamo e Pairetto in cui Bergamo dice che è due mesi che avrebbero dovuto mandare Puglisi e che toccava a quella giornata; e Pairetto acconsente.
Ci sono poi 2 telefonate successive tra Meani e Pairetto, dopo Milan-Juventus, che di fatto spegne le speranze scudetto. Il Milan sta proseguendo il cammino in Champions League, e Pairetto era delegato alle designazioni. Meani dice che per lui il risultato giusto era il pari. Vi è stato un errore di Collina per un mancato rigore su Cafu. Dice Pairetto: 'E c’era Collina, pensa se c’era un altro, mamma mia!'
Ho visto le sentenze in tema di dolo citate dal pm. Il dolo deve essere provato e motivato e ritengo che in questa istruttoraia non vi siano stati elementi per ritenerlo. Anzi vi sono molti passaggi, anche nella telefonata tra Bergamo e Meani del maggio 2005, in cui è chiaro che l’unica persona in buona fede è Meani. Meani chiede a Bergamo se per l’ultima in casa con il Palermo può mandare i due assistenti per dare loro un contentino alla loro carriera.
Per questo motivo chiedo l'assoluzione perché il fatto non sussiste.
Si è detto che il reato di cui si parla è a dolo specifico, ma una condotta deve pure esserci. Io vi invito ad esaminare le condotte di Puglisi per la partita infrasettimanale di cui si parla. Il pm dice che si tratta di atti fraudolenti che si sostanziano nelle telefonate. Io ritengo che non vi siano i presupposti per il reato. Puglisi vi ha illustrato il suo curriculum, uno dei primi tre della categoria. Basta leggere l’interrogatorio all’udienza del 13 novembte per capire chi è Puglisi. Egli ricorda che era un tifoso del Milan, che non aveva mai diretto la Juve in quell’anno e che da un anno e mezzo non veniva designato per il Milan da quando, l’anno prima, non aveva visto un passaggio di mani di Sheva in un gol convalidato da Collina che era l’arbitro. Era difficile che un guardalinee stesse fuori dal giro di una squadra per un anno e mezzo. Puglisi non era uno gradito dai designatori al punto che, pochi giorni prima della gara incriminata, Puglisi viene mandato in Africa ad arbitrare una gara tra due Nazionali. Andiamo a vedere che il rapporto che viene fuori dalle interecettazioni è questo rapporto di Puglisi con Meani, rapporto che vi ha spiegato stamattina. Il fatto che Puglisi sia amico di Meani non è certo un reato e questo Meani ha due vizi: uno di telefonare, l’altro di usare un linguaggio scurrile. Nelle diverse telefonate che il pm mette a disposizione del tribunale il Puglisi non c’entra niente. C’è una telefonata tra Meani e Copelli, ce n’è una di Meani e Contini, ma di Puglisi non si parla mai. Tra Meani e Puglisi intercorrono telefonate in cui si giudicano altri personaggi. Succede poi che c’è la gara del 20 aprile, che si prepara con una serie di telefonate che indico in modo particolare perché vengono messe un po’ troppo insieme dal pm. La prima è quella tra Meani e Mazzei quando Meani si lamenta dell’errore della partita precedente e chiede che al Milan vengano mandati due guardalinee intelligenti. Lo stesso giorno Meani fa intendere che è supervelenoso (forse Galliani) e “Mandaci anche a noi il consolo della situazione” commentando l’attività di questo guardalinee che facendo gare della Juve si fermava a centrocampo.
Io vi faccio notare che non esiste una sola richiesta di Puglisi ai designatori di andare a fare il Milan. È in conflitto con i designatori, non è lui che ha chiesto a Meani di essere mandato al Milan. Mai! Meani poi è uno che si muove autonomamente e tira fuori a volte anche Puglisi senza avvisarlo. Quando poi sa che sono designati, prima chiama Babini e poi telefona a Puglisi e racconta quello che Babini ha detto, sempre ridendo. Dopo la gara non ci sono altre telefonate tra i protagonisti. Abbiamo prodotto una relazione di un esperto in cui si dice che il comportamento di Puglisi in quella gara è stato senza ombra, anzi forse anche un po’ duro quando fa cacciare fuori Costacurta dalla panchina, dopo l’annullamento del gol di Crespo. Le telefonate che riceve da Meani sono solo di comunicazione che un amico di sempre gli fa quando va a dirigere una partita del Milan. Non c’è mai un accenno di qualsiasi tono di accordi. Ritengo che sia da valutare questa designazione, si pensa da parte del pm che questa designazione sia stata a favore del Milan. Invece è stata una designazione pericolosa. Babini dice che il Chievo gioca molto alto, quindi vi è possibilità di errore, il Chievo sta anche retrocedendo e quindi andrà a Milano per giocarsi la partita. Ebbene, mandare Puglisi a fare questa partita non è un favore fatto a Puglisi e forse nemmeno al Milan. L’elemento materiale quindi non c’è, il suo comportamento è corretto ed è un comportamento nel quale raccoglie delle confidenze di un amico. Manca poi il dolo specifico di modificare il risultato del campo di questa partita. Per questo ritengo che debba essere richiesta l’assoluzione con la formula più ampia, anche perché la giustizia sportiva aveva ritenuto che quei fatti non fossero un illecito sportivo, ma solo che non aveva denunciato il fatto.
L'udienza termina qui, si prosegue il 12: ci saranno Picca e Furgiuele, e poi il pomeriggio Gallinelli.