Targia a Gazzetta: “La Juve fu obbligata a giocare, il festeggiamento era finto. I colpevoli? Nell’ordine gli hooligans, la Uefa”

Il giornalista e scrittore Emilio Targia rivive la tragedia dell'Heysel in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport: "Avevo i biglietti per la curva Z, poi mi regalarono quelli della curva MNO, nella parte opposta. Di Bruxelles ricordo il centro ridotto a un tappeto di bottiglie e barattoli e gli hooligans ubriachi dalla mattina. Quando dentro lo stadio si capì che stava succedendo qualcosa spinsi il pulsante rec: quel materiale oltre al libro è diventato podcast e spettacolo teatrale. E' stata una strage, con delle vittime e dei colpevoli, e le vittime non possono diventare colpevoli».La Juve fu obbligata a giocare, il festeggiamento era finto. I colpevoli? Nell’ordine gli hooligans, la Uefa e le autorità del Belgio.
Non si dimise nessuno. Il giorno dopo Platini era all’ospedale a visitare i feriti: i giocatori del Liverpool no. Io e un amico abbiamo chiesto di entrare allo stadio per renderci conto di ciò che era successo: hanno fatto problemi, poi un gendarme ci ha fatto entrare. Sul prato ho visto scarpe, panini, magliette: cercavo di non calpestarli, pareva di calpestare le persone. Non si può dimenticare".