Starace rivela: "Higuain non voleva andare alla Juve, purtroppo i contatti sono quelli che valgono"

20.06.2025 18:40 di  Alessandra Stefanelli   vedi letture
Starace rivela: "Higuain non voleva andare alla Juve, purtroppo i contatti sono quelli che valgono"
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Nella lunga intervista rilasciata a Fanpage dallo storico magazziniere del Napoli Tommaso Starace sono emersi tanti retroscena, a partire da una delle cessioni più discusse nella storia recente dei partenopei: quella di Higuain alla Juventus: "Higuain non voleva andare alla Juventus. Ma l’offerta della Juventus non si poteva rifiutare, fu enorme. Purtroppo i contratti sono quelli che valgono e tu non ti puoi dire: "No, io non vado alla Juve". Lui sapeva cosa sarebbe accaduto. Qualche anno prima eravamo a Torino e ci fu una chiamata col mio telefono fatta da Maradona a Higuain, dinanzi a tutti i ragazzi. Diego gli disse: "Mi raccomando fai gol domani, bisogna vincere contro la Juve". E lui promise di farlo. Sapeva cosa significava, come è fatto il tifoso del Napoli".

Come inizia la sua giornata a Castel Volturno?
"Parto presto perché devo essere il primo ad arrivare per controllare che sia tutto ok, dall’abbigliamento, alla colazione. Ai ragazzi faccio sempre trovare pronto il caffè e non solo. Da chi vuole il tè a chi vuole latte e biscotti. Io devo essere sempre lì a disposizione per qualsiasi cosa. Si è perso un po' rituale degli scarpini perché cambiano spesso, troppo, e ogni tre mesi arrivano scarpe diverse. Prima invece non era così. C’era Maradona che arrivava al campo con le scarpe nuove e mi chiedeva di mettere delle strisce di plastica sui tacchetti per farlo stare bene con il piede".

Con Mertens ha instaurato un feeling speciale.
"È sempre stato un ragazzo molto umile e senza "cazzimma". Benitez l’ha portato a Napoli che era ancora un ragazzo e non conosceva il calcio italiano, eppure in panchina era sempre lì che cercava di capire come giocare. Con Sarri poi ha fatto ciò che ha fatto. Per me lui è diverso da tutti; quelli del suo paese hanno un carattere diverso, un modo di fare che non è simile a nessuno, non sono gelosi di nulla. Il balletto con lui? Eravamo a Castel Volturno, dopo una partita amichevole che abbiamo giocato. È stata una cosa bellissima e non organizzata, nata sul momento. Nella vita bisogna essere espansivi, felici. Quel periodo fu meraviglioso perché vivevamo momenti di gioia dopo le vittorie che arrivavano. Chiudemmo a 91 punti punti e con uno Scudetto perso un po' così, in maniera strana, rocambolesca".

QUI l'intervista completa