Oppini: "La Juventus non è più la Juventus, organizzazione da calcetto del martedì. Tudor paga i disastri di Giuntoli"

Ospite di Rai Sport, Francesco Oppini ha analizzato il momento della Juventus: "A settembre parlavamo dopo Juventus-Atalanta di una Juventus che non avesse idee, una squadra che non giocava a pallone, nello specifico caso parlavo di un Tudor in confusione, di una gestione sbagliata dei giocatori presi, di un mercato ancora una volta sotto l'aspettativa che tappasse di buchi che alla fine non c'erano, però il problema principale è sempre lo stesso, cioè: alla fine, dal dopo Sarri, Pirlo compreso, la Juventus non è mai più stata la stessa, per un motivo o per l'altro. Ovvio che lì era la fine di un ciclo irripetibile, quindi ci potevano anche essere delle scusanti. Adesso no".
E poi ha aggiunto: "Io se guardo la Juve di adesso in campo, prendiamo quella di ieri col Como, ma potremmo prendere anche quella con Milan della settimana prima del pre-sosta, è una squadra che sembra la classica squadra dell'organizzazione delle partite da calcetto del martedì sera, ognuno fa quello che vuole, dove non c'è una sensazione di dover dare o dimostrare qualcosa. Guardate Kalulu come marca Kempf sul primo gol. È tutto sbagliato, sul 2-0 di Paz c'è Cambiaso che insegue per tutto il campo, Le responsabilità di Tudor sono evidenti perché è lui che sceglie ma se Kelly è in campo al posto di Huijsen, regalato al Real Madrid e oggi che vale 60 milioni e gioca nella Nazionale spagnola, non è solo colpa di Tudor ma chi ha fatto i disastri un anno fa. La Juventus adesso non è più la Juventus".
Sul possibile esonero di Tudor ha aggiunto: "Non credo che succederà adesso"
E poi ancora: "Anche nelle prime gare contro il Parma la Juventus da chi veniva salvata? Da Vlahovic che era in uscita. Bremmer che col Parma sullo 0-0 fa una scivolata e salva un gol nel secondo tempo del Parma in casa nostra. Cioè, la Juve non ha mai dato una sensazione di compattezza, di squadra sensata, di una squadra che avesse un'idea di gioco, o di un'idea chiara di qualsiasi cosa. Ogni volta nei cambi di formazione, non c'era una chiarezza tale per poter dire abbiamo fatto comunque qualcosa di buono prima".
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