Grosso: "Allenare i ragazzi della Juve esperienza straordinaria, mi ha fatto crescere. Al Lione porto le mie idee"

19.09.2023 19:00 di  Alessandra Stefanelli   vedi letture
Grosso: "Allenare i ragazzi della Juve esperienza straordinaria, mi ha fatto crescere. Al Lione porto le mie idee"
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© foto di Insidefoto/Image Sport

Fabio Grosso è stato presentato come nuovo allenatore dell'Olympique Lyonnais. L'ex Campione del Mondo è intervenuto in conferenza stampa, al 'Groupama Stadium', per rispondere alle domande dei giornalisti. Diversi i temi trattati: dall'esperienza alla Juventus fino alla Serie B vinta con il Frosinone, ma non solo. Di seguito, la trascrizione delle dichiarazioni del mister ad opera della redazione di Radio Fuori Campo, emittente italiana di Lione:

Grosso vuole portare anche in Francia la filosofia che gli ha permesso di fare bene alla Juventus e al Frosinone:
"Il collettivo è la cosa che conta più di tutte. I compagni di squadra devono giocare insieme. Alle volte riesci a fare cose buone, altre volte meno; l'importante non è fare delle cose buone, ma fare cose buone insieme: è questo che fa la differenza. Per riuscirci, devi avere le caratteristiche per dare, più che per ricevere. Ognuno di noi deve dare tutto ciò che ha: solo così, secondo me, potremo riportare in alto il nostro club. Sappiamo che dobbiamo migliorare. Nutro grande rispetto per l'allenatore precedente - Laurent Blanc è un'istituzione e ne approfitto per salutarlo - ma se io sono qui, vuol dire che qualcosa non ha funzionato. Lavoreremo fiduciosi. E' fondamentale, nella vita: qualsiasi cosa tu faccia, devi farlo con la giusta convinzione e fiducia, puntando sempre a migliorarti".

Sulle esperienze alla Juventus e al Frosinone ed il tipo di calcio che ama trasmettere alle sue squadre:
"Ho smesso di giocare ormai da qualche anno, mi sono fermato ed ho intrapreso una nuova carriera da allenatore. Ho sempre pensato di dover fare ciò che sentivo, perché è questo che fa la differenza. Ho sentito dentro di me qualcosa di straordinario ed ho deciso di cominciare dalle giovanili della Juventus. Ho iniziato a lavorare con i giovani, poi nel tempo sono passato ai più 'grandi', ma sempre con lo stesso filo conduttore: tutto ciò che ho potuto vincere o realizzare l'ho fatto pensando che so cosa voglio, so dove voglio arrivare ed amo migliorarmi sempre. Quando scelgo un club, lo faccio perché sento che vuole la mia stessa cosa. E' ciò che ho sempre cercato nella mia carriera: desidero lavorare con persone che vogliano migliorare. Per me, non c'è qualità che non possa essere migliorata e non c'è età che tenga: l'ho sempre vista così, è sempre stata un'idea chiara per me ed ho sempre cercato di trasferirla ai miei calciatori. La cosa difficile è convincere i giocatori che possiamo fare sempre meglio. Possiamo discutere di 4-3-3, 4-2-3-1, 3-4-3... Si possono fare diverse cose, ma l'importante è guardare i calciatori negli occhi e trasmettere loro la mia determinazione e la mia passione per questo lavoro. Per me, se vuoi alzare il livello, devi essere determinato e coraggioso. A questo, poi, possiamo aggiungere la tattica, la tattica e tutto il resto. Senza le basi, però, non puoi pensare ad altro".

Bisognerà lavorare sulla testa. Ci vorrà tempo:
"Non sarà il lavoro di uno o due giorni a fare la differenza: quello che ci aspetta, infatti, è un percorso. Non sarà facile, ma le cose che non sono facili, alla fine, si rivelano molto belle. Se concederò molti giorni di riposo? Ci riposeremo solo se saremo affaticati. Il riposo serve a recuperare le energie... Non amo troppo il riposo, perché per migliorare bisogna lavorare: questa è la mia convinzione ed è importante riuscire a farla arrivare ai giocatori. Bisogna organizzare il lavoro, insistendo ad inizio settimana per trasferire energia ed intensità in campo. Nelle mie esperienze passate, ho imparato a fidarmi del gruppo, soprattutto di chi dimostra di aver voglia di lavorare e crescere. A partire da questo, farò le mie scelte. Far giocatore un giocatore o lasciarlo fuori non significa far vincere o perdere il posto a qualcuno. I calciatori devono sentirsi al centro del progetto senza dare troppo peso al minutaggio: non è determinante, specie adesso che abbiamo a disposizione cinque cambi. Con cinque sostituzioni, significa che quasi la metà dei titolari, il 50%, può essere cambiato. Chi è in panchina, spesso e volentieri, può fare la differenza entrando a gara in corso. Per far capire questo ai calciatori, bisogna dar loro fiducia e far sentire che credi nelle loro qualità. E' un qualcosa che non viene dall'oggi al domani, ma sul quale lavorare a partire dal primo giorno. Tutti coloro che vestono questa maglia e si allenano con questa maglia, per come la vedo io, devono dare il massimo".

Perché l'esperienza alla Juve e a Frosinone è stata così positiva?
"L'esperienza è ciò che ti fa crescere. Le esperienze possono essere positive, ma in quel caso sei talmente contento da non vedere quanto ancora puoi migliorare. Spesso si dice che le esperienze difficili sono quelle che ti fanno crescere di più. Dopo quattro anni alla Juventus, mi sono messo in gioco in Serie B, un campionato equilibrato e complesso: per vincere, devi lottare. Ho fatto delle belle esperienze, potrei raccontarvene tante... Ne ho passate di più positive e di meno positive, ma tutte le cose che ho vissuto nella mia carriera, prima da giocatore e poi da allenatore, le ho prese come cose per crescere ed andare avanti. Le persone con le quali ho avuto a che fare nei vari club per i quali sono passato conoscono come lavoro, hanno avuto modo di apprezzare le mie qualità professionali e questo è l'aspetto che più conta. Anche se i risultati non sempre sono arrivati, perché i risultati sono un mix di organizzazione, struttura, qualità e, soprattutto, di tempo. Quando ho avuto il tempo di lavorare bene, le cose sono sempre andate per il verso giusto. Ho voglia di fare, non ho fretta, sogno qualcosa di grande nel mio futuro. Ho vissuto qualcosa di incredibile in Italia, ma ora resto concentrato sul presente: lavorerò da subito per essere un allenatore migliore, per cercare di crescere e meritare l'ambiente magnifico che circonda il Lione".