SOTTOBOSCO - Processi alimentati dal "sentire popolare". Ci sono città, redazioni e uomini che fomentano la “caccia all'untore“. Se la Juve ha "le palle" si difenda con la stessa violenza. Chinè vuole la rivincita, ma è barbarie giuridica

di Andrea Bosco
Scrivono che difficilmente la Juventus se la “caverà“ con una multa o una penalizzazione in classifica. Scrivono che potrebbe subire “pesantissime sanzioni“. E poi c'è il Robespierre che immagina la serie D come un “regalo“.
Io ho orrore dei magistrati che consentono che i processi vengano celebrati sui media prima che in tribunale. Processi alimentati dal “ sentire popolare “ . Ci sono città, redazioni, uomini, che fomentano la “caccia all'untore“. Qui entra, peraltro, in ballo anche la Juventus: se hai “le palle“ devi difenderti. Con la medesima violenza con la quale vieni attaccato. Una proprietà come quella Elkann ha i mezzi e le (inesauribili) risorse per condurre una offensiva risoluta contro quanti defecano giornalmente sullo stato di diritto. Il quale vive su un postulato: non si è colpevoli fino a quando non si va in giudizio. Non si è colpevoli fino a quando non si sono esauriti i tre gradi di giudizio previsti dal codice italiano.
E non si può processare un imputato due volte per il medesimo reato. Questo dovrebbe valere anche per il Procuratore Federale, Chinè, che sconfitto nel primo processo per le plusvalenze, oggi vuole riaprire il caso, basandosi sulla documentazione dei magistrati di Torino. Una assurdità generale che contiene assurdità “locali“. Visto che a Torino hanno messo nel tritacarne la Juventus anche Chinè vuole indagarla.
La Juventus e le società che con la Juve hanno fatto affari. Ma non tutte: alcune non ci sono. A cominciare da quelle che operano fuori dall'Italia. Come le iberiche, le belghe, le olandesi, le svizzere. Magari perché in quei paesi non hanno l'ossessione della Juventus. Ma anche alcune italiane (che pure con la Juventus hanno fatti affari e scambi tipo Atalanta o Roma non ci sono nel Chinè bis. Non c'è più il Napoli che nel primo processo era finito sotto la lente d'ingrandimento per l'acquisto di Osimhen. Chinè sta lavorando ventre a terra per prendersi la rivincita. Processare due volte un soggetto per il medesimo (presunto) reato è barbarie giuridica. Il “metodo“ (in un sistema certamente con falle enormi) rammenta quello brigatista: “colpirne uno per educarne cento“. Non potendo far fuori l'intero sistema calcistico (che tra l'altro gode di ampie protezioni politiche) si prova a far fuori la grande “meretrice“. Che magari ha una sola “colpa“: quella di “scopare“ meglio di altre.
A Chinè Giuseppe, i bravi colleghi che pubblicano le intercettazioni e i residui dei “brogliacci“, dovrebbero porre una domanda: perché non si spende, Chinè, per far riaprire anche Calciopoli?
Chi scrive è stato (carta canta) tra i più severi critici dell'operato (finanziario e sportivo) della Juventus negli ultimi anni. Ma ora il “giro del fumo“ è diventato tossico: A domanda, comunque, Chinè non risponderebbe. Ma io al posto dei colleghi, un tentativo lo farei. Una cosa temono i magistrati: essere messi in imbarazzo in diretta tv. Credete a un cretino, che qualche esperienza (dalla parte giusta del microfono), l'ha maturata.
Non ho notizie sulla Juve squadra. Vi invito a diffidare dei “boatos“ di calciomercato. Mai come in questa occasione sono più che altro il “sesso degli angeli“. Personalmente mi soddisfano molto i giovani che ho visto in azione in campionato e nelle amichevoli.
Un saluto alle ragazze che hanno fatto il possibile per passare il turno. E che non hanno sfigurato (anzi) contro le campionesse del Lione .
A tutti l'invito di mantenere alta l'attenzione su Infantino e la Fifa, su Ceferin e l'Uefa. Il Qatargate (con il Maroccogate) è solo agli inizi. E i soldi, la corruzione dei singoli, sono la punta di un iceberg che potrebbe rivelarsi smisurato: la “colonizzazione“ del calcio da parte di quelli che a lungo furono colonizzati. Questo, in fondo, sarebbe il “meno“. Purtroppo il calcio nello specifico (lo sport in generale) è solo il volano attraverso il quale gli ex colonizzati intendono colonizzare le democrazie occidentali. Che non sono (e mai sono state) il Paradiso Terrestre, ma che nate dalla Rivoluzione Francese, hanno valori che gli ex colonizzati non possiedono. Per tanti motivi. In primis per via di quel Libro. Che è un testo sacro. Assai diverso dalla Bibbia, dai Vangeli, dal Talmud, dal Dao De Jing, dal Tipitaka o dai Veda. E' un libro che andrebbe letto. Non per convertirsi. Ma per capire. Comprendere da dove nasca la volontà espansionistica, non di un singolo paese. Ma di quell'arcipelago che – semplificando- chiamiamo Islam.
A tutti: buon Santo Stefano.