SOTTOBOSCO - A Londra partita "allegriana", ma con giovani di qualità. Mondiali, il regista e lo sceneggiatore. Miha Hombre vertical. Quella mano testa di Sconcerti che non ho mai dimenticato. Dimissioni Trentalange e Ghirelli buon segnale

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
19.12.2022 00:48 di Andrea Bosco   vedi letture
SOTTOBOSCO - A Londra partita "allegriana", ma con giovani di qualità. Mondiali, il regista e lo sceneggiatore. Miha Hombre vertical. Quella mano testa di Sconcerti che non ho mai dimenticato. Dimissioni Trentalange e Ghirelli buon segnale
© foto di Andrea Bosco

Una settimana da ricordare. Anche per il dolore che alcuni  eventi hanno provocato. La morte di Sinisa guerriero serbo d'altri tempi. Hombre vertical battuto dalla leucemia. E poi la notizia che arriva deflagrante: la morte di Mario Sconcerti. Il collega (in attività) più prestigioso. Uomo di sport. Uomo che ha scritto di storia. E che ha raccontato il calcio, non solo in modo originale. Quello lo hanno fatto e lo fanno in tanti . Mario Sconcerti ha disegnato il calcio in tutte le  sue sfaccettature. Alternando la tecnica, la conoscenza del gioco alla sapienza descrittiva. L'ho conosciuto e ne avevo una grande stima: come uomo, prima che come collega. In un momento difficile della mia vita professionale, mi aiutò offrendomi le pagine de “La Repubblica“. Solo un paio di "pezzi“. Uno,  una intervista all'allora vicepresidente del Milan. Ma quando sembra che tutto congiuri contro di te,  una mano tesa fa la differenza. Non l'ho mai dimenticato. Siamo stati in ottimi rapporti. Da un anno non ci sentivamo: la vecchiaia porta guai. L'ultima volta lo scorso campionato una domenica sera collegati con Marco Piccari su Tmwradio. La notizia della morte di Mario mi ha profondamente rattristato. Forse c'è un disegno, nel destino di ognuno di noi: Mario se n'è andato, il giorno prima della ricorrenza, nel trentennale,  della morte di Gianni Brera.  Non scriverò di Mario,  altro. Altri lo hanno fatto egregiamente e io non potrei dire di più della sua vita piena e prestigiosa. Solo un pensiero affettuoso per un grande che aveva l'umiltà di scendere al  livello di chi “grande“ non è. Il nostro, livello.

Vorrei chiudere qui. Ma la cronaca impone qualche annotazione. L'Argentina ha vinto il mondiale al termine di una partita la cui sceneggiatura sembrava  scritta dall'emiro del Qatar. Due gol di Messi, tripletta di Mbappè. Uno di Di Maria. Parità anche dopo i supplementari in una girandola di colpi di scena. Nessuno osi paragonarla a Italia – Germania  4-3 . Quella è stata e resterà per sempre  “la partita“. La regia di Infantino è stata hollywoodiana. La Hollywood di Cecil De Mille: esagerata.  Ai rigori per la delusione del presidente Macron  ha trionfato l'Albiceleste. L'emiro ha stappato champagne: si fa per dire. Da quelle parti l'alcol è proibito. Da quelle parti tante cose sono proibite. Da quelle parti tante cose (assieme a donne e uomini) vengono calpestate. Da quelle parti gira troppo denaro, troppa ricchezza. Che inevitabilmente corrompe i cuori più deboli delle democrazie liberali. Da quelle parti  (Marocco e Qatar) si ungono le ruote. Ma da quelle parti circola troppo gas e troppo petrolio e troppi sono gli interessi perché le ipocrite democrazie si decidano a  fare l'unica cosa possibile per arrestare  lo sfregio dei diritti umani: rifiutarsi, per esempio di partecipare al mondiale per club che nel 2025, quasi certamente l'ineffabile  Gianni Infantino assegnerà al Marocco. Ma non accadrà. Al massimo qualcuno continuerà ad inginocchiarsi. Qualcuno sventolerà la bandiera arcobaleno, salvo riporla nella cassapanca al prossimo appuntamento ufficiale. Infantino potente ormai come Creso  lo ha spiegato: nessuno osi ostacolare il manovratore. Il calcio è gioia. La gente con il calcio si svaga. E non pensa ai diritti umani, non pensa alle bombe che piovono su Kiev, non pensa al disastro climatico, non pensa agli orrori che quotidianamente affliggono l'Iran. Una volta veniva definito “oppio dei popoli“. L'oppio non va più di moda. Chiamatelo se volete, “metadone“.

Altro? Trentalange si è dimesso dal suo incarico. Questa la versione ufficiale. Diciamo pure che Gravina dopo l'affaire narcos l'ha costretto alle dimissioni. Si è dimesso anche il presidente della Lega Pro  Ghirelli dopo che la sua proposta di riforma era stata bocciata dai club. In un paese dove le dimissioni non sono usuali un buon segnale. Vittorio Sgarbi ha avviato la pratica per tutelare il Meazza evitando che venga abbattuto. Beppe Sala sindaco di Milano è in crisi, così come Inter e Milan. Prossima  tappa, probabilmente,  Sesto San Giovanni .

In amichevole la Juventus dei bambini ha vinto (con due autoreti) a Londra contro l'Arsenal che guida la classifica della Premier. Partita “allegriana“: difesa e  contropiede. Ma anche la qualità di alcuni fanciulli:  quel Barbieri terzino destro, quell'Illing che copre la fascia sinistra con la moto e vede la porta .  Pogba può continuare a curarsi e a viaggiare. A fine stagione la Juve dovrà considerare  il da farsi.