VIDAL La Stampa: : "Questa Juve è come me: corre e vuole vincere. Lazio e Napoli ci diranno se siamo da..."

25.11.2011 09:35 di  Redazione TuttoJuve   vedi letture
Fonte: la stampa
VIDAL  La Stampa: : "Questa Juve è come me: corre e vuole vincere. Lazio e Napoli ci diranno se siamo da..."
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Dalle pagine di La Stampa, un'interessante intervista a King Arthur Vidal, realizzata da Massimiliano Nerozzi.

Vidal che descrive la sua passione, le sue origini e l'arrivo in Europa: "Ho deciso di fare il calciatore a dodici anni, quando arrivai al Colo Colo. La prima squadra fu  Rodelindo Roman, quella del mio quartiere, alla periferia di Santiago.Mi piaceva il calcio e volevo dare una mano alla mia famiglia. Mi hanno aiutato molto quando ero piccolo, Victor Hugo, mio zio. Poi Hugo Gonzales, allenatore delle giovanili del Colo Colo. L'arrivo in Europa fu molto duro, a 19 anni, però il Leverkusen era l’opportunità della vita.  La lingua, il freddo, la gente, tutto della Germania era diverso da casa. Per due mesi restò il mio agente, poi da solo. Mia mamma mi ha sempre detto di essere costante e di lottare".

Vidal parla anche delle origini del nome e dei suoi soprannomi:  "Arturo era il nonno materno, Erasmo mio papà, Pardo il cognome della mamma. Mi chiamano “guerrero”, il guerriero, e mi piace. Descrive bene il mio gioco e il mio carattere. In Cile, il soprannome era Celia Punk, per i capelli e la cantante cubana Celia Cruz. I capelli sparati me li feci da solo, al Sudamericano under 20. Ora ci pensa il parrucchiere che viene qui a Vinovo".

Infine Torino e il Bayern: Volevo la Juve: un grande club, conosciuto nel mondo e con un sacco di tifosi. Della Juventus avevo sentito parlare anni e anni fa, in Cile si seguiva il campionato italiano. A Torino sto meglio rispetto alla Germania. Sto con la famiglia. Mia moglie Maria Teresa, e mio figlio Alonso, 2 anni e sei mesi. E poi, per il calore dei tifosi, la lingua, mi sento molto più vicino al Cile.

L'ambientamento in bianconero e il campionato italiano: "Qui è difficile giocare, contro qualsiasi squadra. Molto più duro della Bundesliga. Anche dopo le prime panchine, ero sempre tranquillo. Sapevo che all’inizio dovevo prendere il ritmo, allenarmi e aspettare la mia opportunità. il mio mestiere è quello che sto facendo alla Juve. Con Pirlo e Marchisio: ho la libertà di attaccare e difendere. Meglio quando difendo. Recupero palloni. Mi fanno piacere i complimenti di Marchisio, è un grande, e siamo uniti. Quando va lui resto io e viceversa. Abbiamo una buona intesa".

Le sfide con Lazio e Napoli: "Solo un gol in campionato dopo i dieci al Bayer, ma  siamo appena all’inizio, non ci penso: preferisco vinca la squadra, piuttosto. Siamo forti, ma ora arrivano partite difficili e dovremo giocare al 110 per cento. Lazio e Napoli: il difficile, appunto. Se vinciamo possiamo pensare che siamo forti e che per lo scudetto ci siamo anche noi. Domani Klose, uno che sa dove mettersi per fare gol, anche sui rimpalli".

Scaramanzie e i paragoni: "Come scaramanzia ho un nastro bianco al polso destro, mi piace. Prima delle partite ascolto cumbia e il raggaeton de Porto Rico. Il paragone migliore e complimento che mi hanno fatto è che sono un incrocio tra Conte e Davids, due grandi. Conte come allenatore è uno molto tattico, aggressivo, che fa lavorare forte. E gli piace vincere. Questa Juve è come me: corre e vuole vincere".