SOTTOBOSCO - Dentro il "Caso Dazn": il problema non è solo tecnico. E sabato c'è Parma-Juve, un "cocktail" di emozioni: l'unico modo per guardarla in tv, senza scatti, nè abbonamento...

Si scrive Dazn, si pronuncia Dazoon. E ti dà l'idea della sgommata di una Ferrari. A conti fatti neppure la “terza“ di una Trabant : le prime due giornate di campionato si sono rivelate per la piattaforma britannica un flop. L'unica cosa gradevole di Dazn che continua ad arruolare “volti” da Maldini a Chiellini, da Ronaldo a Sheva sono finora le grazie stile Marilyn di Diletta Leotta transfuga da Sky.
Ha prodotto il collega Gramellini sul “Corriere della Sera“ un “Caffè“ di quelli alla turca, con fondi acidi, illustrando le disavventure di un fruitore di Dazn: roba da Odisseo. Sul tema hanno confezionato su “Il Fatto“ un dossier al curaro Carlo Tecce e Lorenzo Vendemiale.
Dazn è una piccola luna del sistema solare Perform, gruppo inglese di proprietà di Leonard Blavatnik, ucraino con passaporto americano. Tutto comincia, pare, quando con il crollo dell'Urss, Boris Eltsin privatizza lo Stato. E Leonard attraverso la partecipazione in TNK-BP (che si occupa di greggio) si ritrova in cassa 7 miliardi di dollari. Oggi vive a Londra in una mega-dimora (strada privata a Kensington) con 13 camere da letto e 2 piscine del valore di un centinaio di milioni di dollari . Vicino di casa di Roman Abramovich, mister Leonard è uno stimato filantropo che profonde dollari per la Royal Academy, la National Gallery, il Metropolitan Museum. Ha finanziato indifferentemente democratici e repubblicani, Obama e Mitt Romney, “scommettendo“ - sempre secondo “Il Fatto“ - da ultimo su Donald Trump.
La principale fonte di ricavi di Perform, ha spiegato il quotidiano diretto da Marco Travaglio, arriva dai dati che fornisce alle società d'azzardo. Anche quelle “non ufficiali“. Dove a volte il confine tra lecito e illecito viene varcato.
Diciamo che il business di Perform ruota attorno al gioco: quello delle scommesse. Il settore “servizi“ nel 2017 ha superato i 300 milioni di introito. I bilanci di Perform presentano peraltro qualche interrogativo: incassi per 486 milioni di euro, perdite per 410, un debito totale di 838.
Perform in Italia è rappresentata da una minuscola srl con appena 10.000 euro di capitale per la “conduzione di campagne di marketing“. Il consigliere delegato fa di nome Rushton. E, cosa che rasenta il comico, è apparso in una sola intervista per “rassicurare il pubblico italiano sulla qualità delle immagini di Dazn“ .
Nota basilare: la Lega Calcio attraverso il mediatore Infront ha, sempre secondo "Il Fatto“, salvato se stessa con i soldi di Perform (Dazn). Che a sua volta ha salvato Sky Italia.
Premessa per far capire che Dazn non arriva da Marte. Che tutti in Italia hanno apprezzato e molto i suoi denari. Da Mediaset a Sky Italia con le quali funziona un doppio accordo commerciale. Alla Lega, vale a dire le società di calcio nostrane sempre alla disperata ricerca di denari “televisivi“ con i quali sostenere i costi sempre più onerosi del pallone.
E quindi: fuori il tappeto rosso. Anche se la “banda larga“ in Italia è un' araba fenice (e si sapeva) e se il “servizio“ fornito da Dazn è stato finora a dir poco, inefficace.
Immagini sgranate, difficoltà nell'accedere alla piattaforma, interruzione del servizio, “singhiozzi“ a ripetizione .
E' lo streaming, bellezze! E voi - per dirla con il vecchio Bogart - non potete farci niente. Neppure se mentre siete in visione vi “salta“ il gol di Bonaventura al San Paolo .
Dazn si è scusata e ha assicurato che stanzierà più soldi per migliorare la distribuzione e il prodotto.
Ma il problema non è tecnico, o almeno non solo. E' filosofico.
Il calcio di Dazn è fruibile su pc, smartphone, tablet, console e smart tv. Insomma bene che vada devi avere un televisore di ultima generazione. E ovviamente devi acquistare un nuovo decoder. Che bontà loro, se sei cliente Sky, puoi avere ad un prezzo ribassato. Ma che non ti eviterà – in attesa degli investimenti per migliorare la distribuzione e il prodotto – di avere, persino sul tuo televisore, come ha scritto un quotidiano “un singolare effetto retro nelle immagini, stile primi anni Novanta“ .
Personalmente trovo insopportabile l'idea che un gioco nato per essere vissuto in compagnia (amici e avversari) allo stadio, portato dalla tecnologia televisiva a livelli ormai cinematografici, debba improvvisamente “regredire “ a livelli lilipuziani nel nome del business. E della “libertà“ di poter esultare al gol del tuo beniamino “quando vuoi e dove vuoi“ persino quando sei impegnato sulla tazza del water .
Non mi calerò nella tuta dell'operaio sovietico che lavorava 15 ore al giorno per cercare di “battere“ la macchina .
Dico solo che circa la metà di quanti vedono il calcio sono over 60. Gente che di smartphone, tablet e console non ne vuole sapere.
Magari qualche squillo di tromba, sul tema, potrebbero farlo la Federazione (aspetta e spera), il Coni (idem), il ministro (o viceministro, mi confondo sempre) con delega allo sport, Giorgetti. Magari la Consob il cui compito dovrebbe essere quello di vigilare a tutela dei consumatori. Dovrebbe .
Dazn, tuttavia, si può vedere anche via satellite. Benché “solo“ (pensa la follia) in hotel, bar e ristoranti.
Vicino a casa mia c'è un bar che fa ottimi cocktail. Dove qualche cristiano, ebreo o musulmano con il quale condividere momenti di passione o di delusione, lo trovo. Senza dovermi spaccare la vista su uno smartphone, in solitudine. Ma “dove voglio e quando voglio“, naturalmente: vuoi mettere?