RABIOT: "Se avessimo vinto con l'Inter sarebbe cambiato il nostro approccio al campionato. In campo do il 100%, ma devo essere più continuo"

Intervistato da "DAZN", Adrien Rabiot, centrocampista classe 1995 della Juventus e della nazionale francese, parla della stagione bianconera, oltre che del suo rendimento in campo: "In campo do sempre il 100%, ma è difficile mantenere lo stesso livello in tutte le partite. Il vero Rabiot probabilmente l’avete visto, ma forse è mancata la continuità, un po’ più di regolarità. La prestazione contro l’Inter, o quelle più recenti, sono state di alto livello. Devo ripeterle ogni weekend ed è questa la cosa più difficile.
Il campionato? Se avessimo battuto l’Inter sarebbe cambiato tutto. Mentalmente sarebbe cambiato il nostro approccio al campionato e quello delle altre squadre nei nostri confronti. Milan e Inter avrebbero avuto più pressione. Non è facile giocare avendo dietro di sé la pressione della Juve.
La finale di Coppa Italia con l'Inter? È una partita che attendo in maniera particolare, perché la sfida di campionato mi ha deluso e innervosito. Idem la Supercoppa. Avremmo meritato di più in entrambe le partite. Abbiamo una rivincita da prenderci contro l’Inter.
La mia posizione in campo? Quand’ero più giovane giocavo più avanti, come un 10. Ora mi piace partire più da lontano. Preferisco avere spazio davanti a me. Chi pensa che io sia un giocatore offensivo non ha la corretta percezione di me. Sono un numero 6 o 8, non un 10.
La mancanza di gol? So che in Italia si fa molta attenzione a questa cosa, ma io non sono ossessionato, non è una vocazione. La cosa principale è giocare bene, dare il meglio di me, attaccare, difendere. Segnare è una cosa in più, non è una cosa primaria. L'importante è vincere.
Il gol annullato contro il Cagliari? Sono le regole del calcio, ma secondo me c'è un problema. Non mi riferisco agli arbitri, che applicano le regole. Il problema è nel regolamento.
Allegri? Ha una passione per il proprio lavoro, vuole vincere ma anche migliorare i giocatori. Io stesso sono migliorato con lui. Mi sprona, è importante avere un allenatore che ti lancia delle sfide”.
L'avversario più forte? Messi. Il momento della carriera di cui vado più orgoglioso? La prima partita con la Francia. L'idolo da bambino? Steven Gerrard. Era un giocatore emblematico, con qualità difensive e offensive e che segnava molto. Era elegante, aveva qualcosa di particolare".