Marotta, quanta nostalgia! Come lui nessuno, ma se rimaneva lo avrebbero affondato!

Marotta, quanta nostalgia! Come lui nessuno, ma se rimaneva lo avrebbero affondato!TuttoJuve.com
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di Massimo Pavan

Beppe Marotta: la Juventus come apice della carriera e il valore di una leadership vincente

«Il vero culmine della mia carriera l’ho raggiunto alla Juventus, quando avevo quasi 60 anni e una piena padronanza delle mie capacità professionali».
Con queste parole, Beppe Marotta descrive l’apice del suo percorso dirigenziale, sottolineando l’importanza dell’esperienza maturata in bianconero. Marotta ha spesso ricordato quanto abbia imparato da Sergio Marchionne: pur non essendo legato direttamente alla Juventus, il manager è stato un punto di riferimento nella sua visione del cambiamento e della leadership, fatta di coraggio, perseveranza e capacità di ascoltare.

Sentire Marotta parlare della Juventus come del punto più alto della sua carriera genera inevitabilmente un po’ di malinconia. Non a caso, è considerato uno dei migliori — se non il migliore — dirigente della Juventus in epoca recente. I risultati ottenuti lo confermano: dopo un primo anno di assestamento con Delneri, Marotta è riuscito a riportare la Juventus ai vertici, grazie a uno staff da lui costruito e al sostegno di un presidente come Andrea Agnelli, allora figura di riferimento di altissimo livello.

Il valore del suo lavoro è emerso ulteriormente all’Inter, dove ha riportato una società in difficoltà a essere nuovamente vincente. Un doppio successo che testimonia la qualità, la visione e la continuità del suo operato.

Tuttavia, Marotta è stato anche molto fortunato: ha lasciato la Juventus nel momento perfetto. Se fosse rimasto qualche anno in più, sarebbe probabilmente stato travolto anche lui dal vortice di anti-juventinismo che ha colpito chiunque fosse rimasto all’interno dell’ambiente bianconero in quel periodo. Un clima che avrebbe potuto intaccare la sua immagine e il suo lavoro, trascinandolo nel “tritacarne” mediatico che ha segnato quella fase.

Per questo, oggi si può dire che Marotta non sia stato solo un dirigente eccezionale, ma anche un professionista capace di scegliere il momento giusto per cambiare strada. Una combinazione di competenza, intuito e tempismo che ha definito la sua straordinaria carriera nel calcio italiano.

@pavanmassimo YT TASTIERA VELENOSA