I LEGALI DI MOGGI: "RIAPRIRE IL PROCESSO SPORTIVO"

"Un dato di fatto è inequivocabile: se le intercettazioni di cui si parla oggi fossero state trasmesse all'Ufficio indagini della Federcalcio nel 2006, con ogni probabilità l'esito di quel giudizio sarebbe stato diverso quanto meno sotto la quantificazione delle sanzioni e la loro applicazione anche ad altri dirigenti e società di calcio". Così gli avvocati Maurilio Prioreschi e Paolo Rodella, che insieme all'avvocato Paolo Trofino, difendono Luciano Moggi nel cosiddetto processo Calciopoli.
"Prendiamo atto che la procura di Napoli definisce disinformazione la divulgazione di intercettazioni di altri dirigenti calcistici con i designatori - dice l'avvocato Prioreschi - Mi sarei aspettato che gli inquirenti avessero dichiarato di aver aperto una inchiesta per accertare come mai non una sola intercettazione che riguarda alcuni dirigenti diversi da Moggi non è stata trascritta: quando si è trattato dell'ex dg della Juventus hanno trascritto anche quella tra lui e la moglie sul panettone da portare a cena a casa di Pairetto.
Noi difensori certamente sappiamo che parlare al telefono non è reato e forse è meglio che questo concetto la procura di Napoli lo chiarisca a se stessa". "Non escludiamo di intraprendere le opportune iniziative perché si riconsideri il processo calcistico a Moggi - aggiunge l'avvocato Paolo Rodella - ciò che emerge delle intercettazioni, aldilà della loro rilevanza penale che sarà valutata dal Tribunale - è il fatto che altri dirigenti hanno violato, e forse più di Moggi perché fino ad ora hanno taciuto - i principi di lealtà e onorabilità sportiva sanciti dall'articolo 1 del regolamento federale".