Mariella Scirea ricorda Gaetano: "E' un motivo d'orgoglio, non si può dimenticare una persona come lui. Felice che Barzagli ritiri il suo premio"

"Gaetano lo conoscevano tutti, era così anche in casa. Era una presenza molto importante per me che ero la moglie e per Riccardo che era il figlio. E' venuto a mancare troppo presto". Si apre nel ricordo di Gaetano la chiacchierata con Mariella, moglie del compianto Scirea, che ai microfoni di TuttoJuve.com racconta come era il campione Scirea e l'uomo Gaetano:
Che persona era Gaetano Scirea?
"Era una persona solare, allegra e il suo atteggiamento era serio nel contesto lavorativo. Era di una bontà estrema. Egli era di poche parole, ma come diceva Dino Zoff il suo era un silenzio assordante che si faceva sentire. I suoi compagni della Juventus e della Nazionale lo ricordano ancora oggi, infatti nelle scorse ore ho ricevuto tante chiamate in cui il messaggio era che non si può dimenticare una persona come lui. Gaetano era unico nel suo genere, sia sotto l'aspetto umano e sia sotto l'aspetto calcistico. Sono passati tanti anni. Troppi. Sono stata la sua compagna per tredici anni e per me Gaetano è un motivo d'orgoglio ancora oggi".
Si dice che le persone vengano dimenticate solo da chi non le ha mai amate, ma questo non è il caso di Gaetano. La sua figura continua a vivere tutt'ora attraverso le sue emozioni e i suoi gesti.
"E' così, perché ancor oggi ci sono persone che arrivano da tutte le parti per poterlo incontrare e per potergli rendere omaggio attraverso fiori, messaggi, dediche. Mi riferisco non solo ai tifosi della Juventus, ma di tutte le altre squadre. Come dico spesso, dopo la sua scomparsa sono diventata un po' più buona. E questo aspetto l'ho potuto migliorare soltanto grazie a lui. Gaetano era così, era una persona che sapeva perdonare e che non provava rancore verso nessuno. Si accontentava di ciò che era, le persone lo amavano per questo".
C'è un episodio che le farebbe più piacere raccontare?
"Siamo stati ospiti a Capri per un anno e da quel momento siamo quasi diventati dei capresi, perché ogni volta che andavamo le persone ci aspettavano al molo e ci accoglievano in maniera affettuosa. Mio marito diceva sempre che sembrava di esser arrivati a casa. Quando è venuto a mancare, c'è stata una delegazione da Capri che pur di esser presente alla messa funebre ha sostenuto un viaggio davvero molto lungo e complicato. Abbiamo scoperto in seguito che aiutava mensilmente un istituto di bambini ed anziani, a me non disse mai niente di tutto ciò quando era vivo".
I valori che ha trasmesso quando era vivo si vedono ancor oggi. Li intravede nel mondo del calcio?
"Oggi viviamo in una società dove i valori passano in secondo o anche in terzo piano. Lui era una persona che si basava molto sul rispetto reciproco, da calciatore manteneva un aplomb non indifferente. Nelle partite disputate con la Juve e la Nazionale, non è mai stato espulso. E oggi è difficile fare un paragone con il calcio moderno. Gaetano era arrivato molto giovane alla Juventus e la società dell'epoca gli aveva dato una educazione calcistica, ma lui già possedeva questi valori perché li aveva già dalla sua famiglia. Mai più nessuno è stato come lui".
Domani, il calciatore bianconero Andrea Barzagli ritirerà il premio dedicato a suo marito. Come commenta questa notizia?
"Era stato premiato lo scorso anno, ma non aveva potuto esser presente in quanto era impegnato con la Nazionale. Quest'anno è libero, ne ha parlato con Riccardo e quindi sarà disponibile per poter ritirare il premio a Cinisello Balsamo. Personalmente ne sono molto felice, per me Andrea Barzagli ha sempre rappresentato una figura come quella di mio marito, ovvero di poche parole ma di tanti fatti. A lui l'ho sempre detto questo, Andrea dice che non è così ma per me il carattere è molto simile a quello di mio marito. E' giusto che questo riconoscimento lo ottenga lui".
Si ringrazia la signora Mariella Scirea per la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.