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A tutto Marchisio: "Vi racconto Mate, io e Giorgio di nuovo insieme. Pirlo? Sarà bellissima la sua Juve. Che divertimento il mio centrocampo, sui momenti di difficoltà..."

17.09.2020 11:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - A tutto Marchisio: "Vi racconto Mate, io e Giorgio di nuovo insieme. Pirlo? Sarà bellissima la sua Juve. Che divertimento il mio centrocampo, sui momenti di difficoltà..."
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Se proviamo a tradurre la parola "mate" dalla lingua inglese, il significato è "compagno". Quello che Claudio Marchisio è stato, di squadra, per anni ed anni nel mondo del calcio, quello che vorrà essere oggi per i ragazzi più giovani che entreranno a far parte della sua nuova agenzia. O la si può leggere anche come "compagnia", perché in Sudamerica quella bevanda è spesso consumata tra più persone aggregate tra loro. Il vero significato, però, lo leggeremo nel corso dell'intervista esclusiva che ha concesso alla redazione di TuttoJuve: non solo la web agency di comunicazione dei campioni, ma si parlerà anche degli ultimi avvicendamenti in casa bianconera:

Puoi raccontare tutto ciò che c'è da sapere su Mate: la web agency di comunicazione dei campioni?

"Mate è un’agenzia di comunicazione che nasce dalla fusione di due realtà differenti: da una parte Sportsuite, con il suo spin-off Ideasuite, dall’altra Mate. Due realtà specializzate nella gestione completa degli aspetti commerciali, di marketing e comunicazione dei talent sportivi. Il posizionamento digitale e business oriented è finalizzato a cogliere le occasioni che il mercato propone. Il know-how maturato con atleti e sportivi è servito poi per ampliare la platea dei propri clienti aprendosi al mondo aziendale, imprenditoriale e del terzo settore".

A che cosa è servito, in questo caso, la fusione?

"La fusione ha permesso di accrescere e differenziare servizi e competenze. All’attività manageriale e strategica si è così affiancato il lavoro di una creative unite che utilizza video e grafica per accrescere l’audience e migliorare il posizionamento dei propri assistiti, e per la creazione di campagne di comunicazione ad hoc. Il settore della comunicazione, sportiva e di brand, richiede oggi contatti, conoscenza del mercato, competenze digitali e professionalità strategiche e creative. Il fattore umano però resta sempre al centro. Ecco perché Mate vanta un team di professionisti costantemente aggiornati e con un ampio bagaglio esperienziale".

E in questa avventura ti accompagnerà anche Giorgio Chiellini, che davvero conosci molto bene.

"Sì, esatto. Dopo aver condiviso vittorie e sconfitte sul campo e anni passati a lottare su ogni pallone con la maglia della Juventus e della Nazionale, io e Giorgio siamo tornati a giocare nella stessa squadra: quella di Mate. Abbiamo abbracciato, così, una nuova avventura professionale".

Hai ben spiegato a che cosa è servita la fusione, come sarà invece la nuova Mate?

"La nuova Mate avrà due anime: una sportiva che affonda le radici nel posizionamento di mercato raggiunto e nel proprio network nazionale e internazionale; l’altra più corporate: un’agenzia creativa specializzata in strategie di marketing e comunicazione. Due anime. Una sola grande agenzia".

Quali sono le vostre aspettative - ho letto gli obiettivi sul breve - sul medio lungo termine?

"Quello del calcio è un settore in cui potresti trovarti, se sei un calciatore soprattutto giovane, ad avere a che fare con persone che proveranno a non fare i tuoi interessi. Per questo penso sia fondamentale poter contare su un gruppo di persone di cui ci si fida ciecamente, in modo da potersi concentrare a pieno sul terreno di gioco e dandoti così la serenità del fatto che tutto ciò che ruota attorno alla tua carriera sia gestito al meglio. In parte questa cosa viene fatta dai procuratori, ma sui diritti di immagine e sulle esigenze quotidiane riteniamo ci fosse un buco che abbiamo provato a colmare sin dalla nascita di Mate nel 2014 e soprattutto ora con l’ingresso di Giorgio.e la fusione con Sportsuite".

Parlando di Juventus, quale sarà la qualità più grande che Andrea Pirlo saprà donare alla sua nuova squadra? E pensi che nella sua Juventus rivedremo tratti simili a quelli visti con Antonio Conte e Massimiliano Allegri?

"Quando un allenatore ripropone tratti simili a quelli di altri colleghi che lo hanno preceduto, secondo me sta facendo un errore. Penso che bisogna proporre la propria idea di calcio, non snaturando però il lavoro di chi ti ha preceduto. Andrea è un allenatore carismatico, una mente calcistica sopraffina e arriva con la giusta umiltà. Vedremo la sua Juventus molto molto presto e sono certo che sarà bellissima".

Un tuo parere sulla nuova stagione della Juve: in campionato chi sarà la pretendente più dura per la decima?

"Vedremo una stagione combattuta, la scorsa lo ha dimostrato. Più dura è la lotta e più si innalza il livello del campionato, quindi lo trovo un aspetto positivo. La Juventus parte in pole position e dietro ci saranno alcune squadre che potrebbero dargli filo da torcere. Ma sulla pretendente più pericolosa penso che sia meritato, per il grande lavoro fatto in questi anni, dire che tra queste c’è sicuramente l’Atalanta. Anzi complimenti davvero a loro".

E in Champions, la Juve è al livello delle altre big?

"La Champions invece è più imprevedibile, dopo i gironi forse il quadro sarà più preciso. Senza dubbio, la Juve resta una delle serie pretendenti".

Chi potrà essere la mezz'ala alla Marchisio bravo ad inserirsi nella nuova Juve di Pirlo? Penso a due giocatori, molto giovani, con caratteristiche differenti: Dejan Kulusevski e Rodrigo Bentancur. Loro oppure chi al momento indossa il tuo numero di maglia?

"Nessuno, non voglio essere scontato. Ma che senso ha paragonare i giocatori? Da anni e anni stiamo cercando il nuovo Maradona, nei prossimi trenta magari cercheremo il nuovo Messi o il nuovo Ronaldo. E’ un esercizio che non capisco. Sono tutti grandi centrocampisti quelli che hai citato che vorranno scrivere la storia della Juve e lo auguro davvero a ognuno di loro".

Una grande fetta di tifosi rimpiange il centrocampo di cui hai fatto parte, specialmente quello che disputò la finale di Berlino. Negli anni, come mai quel reparto non è più riuscito a rendere e ad esser decisivo come il vostro del quadriennio 2011-2015?

"Non so se in futuro il centrocampo della Juve riuscirà ad esser decisivo come lo è stato il mio, di sicuro quello è stato un bel centrocampo e con una  alchimia molto particolare. E si, non avete idea di quanto mi sia divertito a farne parte (sorride ndr)".

Ecco, parlando di Juve: quale è stata la più forte in cui hai giocato?

"Rispondo che per filosofia, la Juventus più forte deve essere sempre la prossima".

Una curiosità: ci sono stati dei momenti di difficoltà vissuti nel tuo periodo alla Juventus. Come riusciste a gestire il cambio di allenatore nell'estate del 2014 e come trovaste nuova linfa e vigore dopo la sconfitta di Reggio Emilia nel 2015? 

"In quei momenti, sono tanti i fattori che contribuiscono a farti ritrovare la strada. La storia e il prestigio della maglia che indossi sono un esempio, ma voglio sottolineare un fattore troppo spesso trascurato. Quale? La leadership degli uomini (e delle donne) di spogliatoio, perché nei momenti difficili loro sanno che devono dare qualcosa in più. E quello spogliatoio trasbordava di leadership".

Il grande tormentone è legato, in questo momento, all'attaccante. Dzeko ti ha fatto una buona impressione, ma Suarez è un grande attaccante. Li hai visti e affrontati come rivali, quale è il migliore per qualità che può giocare con Dybala e Ronaldo?

"Quello che deciderà di comprare la Juventus, su questo non ho dubbi. Mi fido della società e del suo management".

Dopo un anno trascorso alla Juve, in Serie B, la società decise di farti andare in prestito ad Empoli per provare e fare esperienza in Serie A. Consiglieresti ai giovanissimi di talento come Nicolussi Caviglia, Portanova, Fagioli di seguire il tuo stesso percorso? E' meglio andare in prestito e giocare piuttosto che restare in prima squadra e non accumulare minutaggio?

"Ognuno deve seguire la propria strada. Non c'è una regola non scritta a riguardo, oggi esiste anche la componente Under 23 per cui davvero non può esistere un percorso corretto ed uno sbagliato. Bisogna fidarsi dei consigli di chi ha più esperienza, il consiglio è di circondarsi di persone accanto di cui ci si può fidare. E' fondamentale. Al tempo stesso, poi, per qualsiasi decisione venga presa, bisogna lavorare più duro di chiunque altro perché i risultati vedrete che arriveranno. Eccome se lo faranno".

Si ringrazia Claudio Marchisio per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.