TJ - Il ricordo di Scirea. Furino "Oggi sarebbe il giocatore perfetto". Mariella: "Il nostro un matrimonio felice"

13.05.2019 16:30 di  Edoardo Siddi  Twitter:    vedi letture
Fonte: inviato al Salone del libro
TJ - Il ricordo di Scirea. Furino "Oggi sarebbe il giocatore perfetto". Mariella: "Il nostro un matrimonio felice"
© foto di Edoardo Siddi - Tuttojuve.com

Gaetano Scirea, il Gentiluomo. Questo il libro scritto da Darwin Pastorin, che l'ha definita lettera d'amicizia, e presentato al Salone del Libro. Con lui, sul palco, anche Giuseppe Furino e Mariella Scirea, che hanno raccontato Gaetano da due punti di vista: l'ex compagno il calciatore, la moglie l'uomo.

Furino: “Anche io 8 scudetti= C'era più competitività rispetto ad ora. C'erano le due milanesi, le due torinesi e a turno un a squadra come la Fiorentina, il Napoli, che formavano un gruppo di 7-8 squadre che si contendevano il campionato. Oggi ce n'è una e mezzo. Che compagno è stato Scirea? Io di Gaetano voglio parlare come giocatore. Come persona parlerà la moglie. Era un soggetto fantastico, un ragazzo che si faceva apprezzare per le sue doti morali e caratteriali, ma parliamone come calciatore. Era arrivato in punta di piedi e in qualche mese è diventato titolare. Potevi metterlo dappertutto e se giocasse oggi sarebbe il giocatore perfetto. Poteva giocare da terzino, da stopper, da mediano, da mezz'ala e se lo mettevi centravanti faceva anche gol. L'arrivo di Gaetano alla Juve ha coinciso anche con una mia seconda giovinezza. Io cominciavo ad avere già 32 anni, ho giocato fino a 38 e devo dire che questa mia longevità è stata resa possibile da Gaetano, il quale si adattava in ogni situazione. Nel suo periodo c'era un giocatore molto bravo che giocava nel Milan nel suo ruolo, Baresi. Gaetano, però, vinceva quel confronto. Baresi non aveva la proprietà di saper scegliere i tempi per poter essere anche pericoloso sotto rete. Per me Gaetano è stata una manna perché mi ha aiutato ad arrivare alla fine della carriera restando un giocatore importante, gestendo zone di campo meno pericolose e affaticanti, mentre lui essendo giovane faceva tutto. Poi era uno che non mollava mai. Se l'ho mai visto arrabbiato nello spogliatoio dopo una sconfitta? Perdevamo poco, quindi... (sorride, ndr). Lo spogliatoio era un luogo speciale, mi è mancato più quello del campo quando ho smesso. Gli anni di Gaetano io ero il più vecchio, ma lui e gli altri ragazzi hanno portato una bellissima ventata alla Juve, aprendo un periodo fantastico".

Scirea: “Spesso Gaetano mi raccontava che si poteva sganciare in avanti perché sapeva di avere alle spalle Furino. C'era grande collaborazione e lo dimostrano i successi. Non erano solo compagni di squadra, ma anche amici. I successi di quella squadra arrivavano anche per questo. Per quanto riguarda il rapporto di Gaetano con la famiglia è stato qualcosa di eccezionale. Ricordo una giornata in cui ci siamo raccontati, eravamo ancora un po' sprovveduti. Sfatiamo subito l'idea che Gaetano fosse introverso e troppo serio. Era un ragazzo che non dava subito grande confidenza, stava un po' sulle sue, ma quando conosceva i lati positivi diventava un ottimo amico. A casa era un ragazzo simpatico, scherzoso, io in comitiva gli facevo un po' da spalla e lui mi raccontava agli altri nel modo peggiore che potesse esserci. E poi mi sorrideva. Ci siamo conosciuti in un periodo bello, lui era appena arrivato alla Juve e frequentava i ragazzi della Primavera che avevano più o meno la sua età. Noi ci siamo conosciuti e dopo un anno e mezzo di frequentazione sono stata io a dire “Che facciamo, ci sposiamo o no?”. E' stato un matrimonio vissuto, che ha lasciato ricordi che ancora oggi faccio fatica a dimenticare. Un matrimonio bello, semplice, di persone semplici. Cosa pensava Gaetano di Maradona? Non mi ricordo (ride, nda). Maradona è stato un grande campione, però avendo vissuto tanti anni con compagni di mio marito, serie e oneste, io non posso scindere l'uomo dal calciatore. Per me un calciatore deve avere anche una morale, un comportamento particolare. A un certo livello non ti puoi permettere di dimenticare chi sei. Che sogni avevamo? Gaetano mi ha insegnato ad accontentarmi, ad amare quello che ho. L'affetto per Gaetano? E' per questo che io ancora sono in questo mondo. Lui si faceva voler bene e in quel periodo i giocatori si potevano vivere e per questo la gente lo ricorda con enorme affetto ancora oggi. Parliamo chiaro, la formazione della Juve di 5 anni fa non ce la ricordiamo più, di altri giocatori parliamo ancora ora, perché come uomini hanno lasciato un segno".